L’amministrazione comunale pubblica un bando per affittare le casette natalizie in Piazza della Vittoria. Ma non esiste traccia di un bando precedente per comprarle o costruirle. Chi le ha fatte, quanto sono costate, e chi le gestirà?
Il Comune di Pavia si prepara al “Villaggio di Natale 2025”, dodici casette di legno in Piazza della Vittoria, luci e atmosfera da fiaba. Peccato che dietro la favola ci sia una storia che lascia molte ombre.
Nel bando ufficiale, firmato dal dirigente ing. Luca Galandra, si legge nero su bianco –
“manifestazione di interesse per l’assegnazione di casette di legno nella disponibilità del Comune di Pavia.”
Questa frase apre un interrogativo enorme, da dove arrivano queste casette?
Non esiste — almeno all’Albo Pretorio — nessun bando precedente per l’acquisto, la costruzione o il noleggio delle strutture. Nessuna gara pubblica, nessuna determina di spesa visibile, nessuna traccia ufficiale di come il Comune sia entrato in possesso di dodici casette in legno, complete di impianto elettrico e addobbo natalizio.
Se sono “nella disponibilità del Comune”, chi le ha costruite?
Il punto chiave è:
Se le casette sono già di proprietà del Comune, vuol dire che qualcuno le ha fornite o costruite.
È stata fatta una gara d’appalto?
È stato disposto un affidamento diretto sotto soglia?
Esiste un contratto di fornitura o un comodato gratuito?
A oggi, non risulta pubblicato nulla, per un’amministrazione che parla spesso di
“TRASPARENZA”,
questo silenzio pesa più di mille parole.
1.800 euro per affittare una casetta, ma quanto sono costate ai cittadini?
Ogni operatore pagherà 1.800 euro di affitto, più il canone patrimoniale e la cauzione.
Un incasso potenziale di oltre 21.000 euro complessivi per le dodici casette.
Ma a fronte di questi introiti, quanto ha speso il Comune per acquistarle o noleggiarle?
Se esiste una determina di spesa, perché non è stata pubblicata insieme al bando?
E se non esiste, su che base il Comune dichiara di averle “nella propria disponibilità”?
Chi gestirà il villaggio?
Altro nodo oscuro, nel bando non si parla di gestione logistica, di custodia, né di sicurezza o smaltimento rifiuti.
Chi monterà le casette? Chi le custodirà di notte? Chi si occuperà della manutenzione e dell’illuminazione della piazza durante le festività?
Sono tutte attività che, normalmente, comportano altri affidamenti.
Sono stati assegnati a ditte esterne? O tutto avverrà in “autogestione” comunale?
Una giunta che parla di trasparenza, ma pubblica solo metà delle informazioni
La delibera della Giunta Comunale n.613 del 16 ottobre 2025 dà “indirizzo alla realizzazione del Villaggio di Natale” — ma non dice come il Comune intenda realizzarlo.
Nessun riferimento a fornitori, costi, modalità d’acquisto. Solo l’annuncio politico dell’evento.
E allora la domanda è inevitabile:
Perché non è stato pubblicato un bando aperto agli artigiani di Pavia per costruire le casette?
Perché non si è data la possibilità alle imprese locali di partecipare e lavorare per un progetto cittadino?
Possibile che tutto sia già stato deciso in qualche ufficio, senza gara, senza confronto, senza coinvolgimento del tessuto produttivo pavese?
“Nella disponibilità del Comune”, due parole che non bastano
Nel linguaggio amministrativo, “nella disponibilità” può voler dire tutto e niente.
Può significare “proprietà comunale”, ma anche “materiale preso a noleggio”, “prestato” o “fornito tramite contratto di servizio”.
Finché il Comune non pubblicherà le determine di spesa e i contratti collegati, è impossibile capire quanto sia costato il Villaggio di Natale e a chi siano andati i soldi.
📌 Le domande che meritano risposta
Chi ha fornito o costruito le casette di legno?
Quanto sono costate al Comune e ai cittadini pavesi?
Perché non è stato pubblicato un bando per la loro realizzazione o acquisto?
Chi gestirà il Villaggio e le spese di montaggio, sicurezza e pulizia?
Perché la Giunta Lissia parla di “trasparenza”, ma su questo tema tace?
💬 Quanto è bello il Natale!!!
Il Natale è ancora lontano, ma a Pavia i conti non tornano già adesso.
La piazza si illuminerà di luci e mercatini, ma sotto quelle luci resta un’ombra, quella di una trasparenza a metà.
E finché il Comune non risponderà con documenti, non con slogan, questa inchiesta resterà aperta.
