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Ottobre: il risveglio del fiume Po

 

Chi abita in provincia di Pavia ben conosce quante volte il fiume più lungo d’Italia ha combinato e ancora non nasconde il suo carattere un po’ irruento: le località sparse per il territorio nel mese di ottobre sono consapevoli di aspettarsi una qualche poco gradita sorpresa. Ancora qualche giorno fa, la piena che, dopo una quantità notevole di pioggia, sarebbe giunta dagli affluenti, avrebbe raggiunto l’area lombarda, mettendo in ginocchio le aree più a rischio: dal Piemonte dove nasce al Veneto dove sfocia, la preoccupazione è stata molta.

Gli abitanti dei nostri paesi confinanti con gli argini, come Rea e Mezzanino Po, ricordano con terrore le due alluvioni più recenti: la prima risalente al 1994 e la seconda al 2000, che li avevano costretti ad lasciare le proprie abitazioni e le cascine, dovendo convincere anche i più anziani, legati proprio focolare, poiché il rischio che l’inondazione arrivasse nel pieno della notte e non riuscire a salvarsi in tempo era elevato e, per il bene comune, non vi era scelta.

Oggi, le piogge sono meno frequenti, ma, in autunno più copiose: in pochi giorno, possono innalzare il livello del fiume: anche la scorsa settimana, il Po è uscito dal proprio letto nell’area circostante il Ponte della Becca e molte fotografie, sia di addetti all’informazioni sia amatoriali, lo hanno testimoniato. Il Po non ha alzato il proprio livello sopra i quasi 4 metri, quindi ogni abitante ha ripreso la propria attività con più fiducia, ma, se la situazione fosse peggiorata, i paesi e i borghi verso la zona collinare sarebbero stati isolati rispetto alle città, poiché avrebbero chiuso i ponti, già soggetti a lavori, poiché usurati, dopo i molti anni “di servizio”.

L’ area che esso attraversa offre una varietà di natura, con moli punti di interesse turistico, segnalati ormai da molti siti, blog e pagine social o dalla classica guide cartacee.

La stagione vocata al relax, godendosi passeggiate o minicrociere all’aria aperta, ormai, si è conclusa; tuttavia organizzazioni che operano nel settore turistico e gli abitanti stessi cercheranno di trovare alternative ,affinché questo nuovo rischio di isolamento non abbia solo una facciata negativa.

 

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