Politica

9 settembre: giornata internazionale contro gli attacchi armati

Le Nazioni Unite hanno istituito il 9 settembre come giornata che faccia riflettere sulla violenza degli attacchi, in particolare quelli esplosivi, che creano numerosi problemi sia alle persone sia all’ambiente. Questo avviene con più frequenza nei territori di guerra, come in Afghanistan, le cui vittime sono soprattutto gli innocenti: donne e bambini che conoscono il loro crudele destino. In particolare, quelle donne che svolgono professioni di elevata responsabilità, ora, sono costrette a nascondere i titoli di studio, comprese quelle che li hanno appena conseguiti, poiché era mentalità ottusa del Governo non permette loro di accedere ad alcune cariche.

Siamo in un vero proprio Medioevo: “quelle che sanno” fanno paura e “vanno eliminate”.

Con il ritorno dei Talebani, la fiducia in un periodo di pace è diminuita in modo drastico, poiché, se loro affermano di essere differenti rispetto ai seguaci di Bin Laden, il loro comportamento non lo conferma. Il ruolo di questa giornata è quello di sostenere, per quanto si possa, i bambini e il personale scolastico, bersagli di questa esistenza disumana.

In soli tre anni, l’ONU ha registrato oltre 200 attacchi esplosivi alle scuole.

Un conflitto continuo non concede la libertà di frequentare istituti di formazione e, di conseguenza, crearsi una propria identità, consapevole di doversi difendere da una moltitudine di discriminazioni. La scuola deve essere una seconda casa e, per molti bambini al mondo, forse, è anche l’unica a loro disposizione. Essa deve poterli tutelare, donando loro affetto e istruzione, con l’auspicio di potersi progettare il futuro dei loro desideri

 

Giornata Internazionale per la Tutela dell’Educazione dagli Attacchi armati

 

 

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