La Storia

Il telegiornale come nuovo mezzo di conoscenza

Il primo viene mandato in onda il 9, anche se alcuni sostengono il 10, settembre 1952.

Informazioni falsate, poco coerenti e inutili: oggi, la televisione è un elettrodomestico di uso quasi automatico, alla portata di chiunque e offre una vasta scelta di canali e di fonti sulle quali informarsi. Spesso, però, alcune incongruenze generano discussioni, alle quali, in silenzio o commentando, da casa il pubblico partecipa.

Oltre mezzo secolo fa, alle 21:00, da Milano, Furio Caccia è il primo giornalista che appare per circa 15 minuti. La prima notizia è inerente alla regata storica di Venezia; la sigla è un sottofondo composto da un’orchestra di archi e ottoni, ad opera di Egidio Storaci, e vuole celebrare la figura medievale dell’Araldo, colui che svolgeva il ruolo di leggere i programmi al pubblico.

Ai suoi albori, il tg aveva uno spazio ridotto all’interno del palinsesto: tre edizioni a settimana, nelle serate di: martedì, giovedì e sabato. Da questa prima sperimentazione, in onda su Primo Programma, oggi, Raiuno, molte innovazioni si sono succedute e hanno portato l’informazione ad essere fruibile a qualunque persona e a qualsiasi ora. La libertà è un dovere, ma, considerando la circolazione di notizie poco convincenti, sarebbe meglio mantenerne il controllo, poiché, soprattutto dopo la diffusione del COVID-19, è aumentato in modo esponenziale il cosiddetto “terrorismo mediatico” e, di conseguenza, esso ha influito sulla benessere psicofisico delle persone, a prescindere dalla decisione di farsi vaccinare o no.

 

 

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