Economia

Open Fiber: la fibra ottica a Verrua Po

Il progetto, già discusso in Comune, della fibra ottica ad altissima potenzialità di connessione è stato illustrato mercoledì, alle ore 18:00, presso la Tensostruttura del paese.

Quattro esperti, tra cui Massimo Santi e Agostino Cipolletta, hanno cercato di evidenziare i punti di forza di un nuovo prodotto, Open Fiber, che, per i “non-addetti ai lavori” non è semplice da comprendere. La tematica sfiora molteplici discipline, l’ingegneria fra tutte.

Verrua Po ha una grande occasione: pur essendo definita, dal Infratel, società del Ministero dello Sviluppo Economico, “un’area bianca”, ovvero un’area con bassa densità demografica. L’ Unione Europea ha stanziato fondi, quindi denaro pubblico, da inviare non solo alle grandi realtà, come fu pensato all’inizio, ma anche a paesi che, come potremmo immaginare, non verrebbero nemmeno considerati funzionali in queste tipologie di investimento. Siamo consapevoli, però, come il confinamento da Covid19 abbia cambiato le attività quotidiane, in particolare: la gestione della scuola e del lavoro. Parlando per esperienza personale, ho conosciuto ragazzi che frequentavano la scuola secondaria di primo grado, in didattica a distanza, e che han dovuto collezionare giorni di assenza, a causa di connessione molto difficoltosa, danneggiando il loro profitto scolastico e rischiando anche la promozione a fine anno. Il problema, infatti, non era il mancato interesse di imparare, ma proprio l’impossibilità nell’accedere a Internet, peggio ancora se in videochiamata con numerosi utenti, connessi a quel canale.

Verrua Po è una realtà di circa 1200 abitanti e sono state calcolate 850 unità immobiliari, che verrebbero coperte da Open Fiber, mentre per quelle case, la cui posizione è poco favorevole al raggiungimento di questa linea, ne è stata creata un’altra, FWA, a tecnologia, quindi, wi-fi, che può essere soggetta a una minore efficienza, confrontandola alla prima, ma più funzionale delle altre, ora, sul mercato.

La domanda principale che è emersa dai presenti riguardava gli eventuali costi a carico del privato, che richiede la linea presso il proprio domicilio: innanzitutto, la tecnica con cui si installa la fibra ottica è definita no disruptive, ovvero non invasiva, quindi, a prescindere da eventuali consulti con esperti del mestiere, i lavori di escavazione danneggiano una quantità irrisoria del suolo e sottosuolo: questo anche per le facciate, ricordando che il cavo è sottilissimo, anche ricoperto da altri strati che lo proteggono e ne consentono il passaggio dell’elettricità.

I costi sostenuti dai privato sono nulli, eccetto nel momento in cui debba effettuare qualche modifica, ad esempio la sostituzione nel modem nel momento in cui il modem stesso non ha la possibilità di collegare un cavo a fibra ottica, ma solamente un cavo di rame o misto: anche in questo caso, occorre consultare la compagnia telefonica, poiché il modem potrebbe arrivare senza spese aggiuntive.

Per quanto riguarda la connessione in sé, Open Fiber non guadagna personalmente dal privato, ma ricava una percentuale, dal contratto che il privato stipula con una compagnia di utenza telefonica. In altre parole, l’azienda dalla banda ultra-larga consente di installare una tecnologia più avanzata, ma non offre alcun tipo di connessione. Se un abitante non avesse ancora installato una Rete, può scegliere tra varie compagnie, convenzionate sul sito di Open Fiber. In ogni caso, prima di agire, quindi di iniziare i lavori, che, generalmente, a livello di paese, possono richiedere 8 mesi, ma, nella media, ne sono sufficienti 5; per installare la fibra ottica all’interno della propria abitazione, invece, occorrono solamente alcuni giorni: queste tempistiche sono ovviamente convenienti sia da parte da del privato sia da parte dell’azienda, che può gestire più richieste in minor numero di tempo.

I cavi della fibra sono molto sottili, protetti da altri strati, nei quale scorre la quantità di luce necessaria ad offrire una migliore performance nella navigazione del Web e nel download nei cosiddetti Big Data, come ad esempio cataloghi da sfogliare.

La stima della copertura, sul nostro territorio, è stata illustrata con una mappa e corrisponde a 19,5 km; quindi, quasi tutto il paese può ricevere vantaggi nella sua implementazione.

Un sopralluogo privato è possibile a titolo gratuito, prendendo appuntamento con i tecnici e, soprattutto, verificando che abbiano un badge nella propria uniforme, confermandone l’identità e la provenienza.

Una linea più rapida e cosiddetta future proof, ovvero a prova di futuro, è ormai una necessità per quasi ogni cittadino, poiché, come accennato nell’introduzione, sia da parte del sindaco, Pierangelo Lazzari, sia da parte dell’esperto, oggi, siamo parte di una società iperconnessa e, che ci piaccia o no, in qualche modo, è necessario disporre degli strumenti idonei, per essere membri “attivi”. Infatti, se quasi tutti i servizi sono fruibili, collegandosi a Internet, la velocità di connessione può anche ridursi, nonostante l’Adsl, fra le linee a banda larga più installate, abbia già compiuto enormi passi dal fatidico modem 56K, di cui, oggi, ricordiamo ancora e con, quasi, simpatia, quel chiassoso suono di ricerca del segnale.

Scaricare alcuni file, infatti, di molti gigabyte diventerebbe un incubo e potrebbe anche far cambiare idea a un eventuale cliente nel confronti di un’azienda di cui ne sta consultando i prodotti o i servizi.

Open Fiber sembra un interessante biglietto da visita, anche per la nostra realtà, di dimensioni ridotte, ma non per questo secondaria.

Visita il sito e controlla se la tua abitazione è raggiunta e in che modo dalla linea: https://openfiber.it/

 

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