Attualità

Elvezio Passaro: razionalità, creatività e simpatia

 

 

 

Il modellino del Castello di Pinarolo Po confrontato con il Castello, nella sua versione autentica, in uno scatto di un passato anche lontano.

Oggi, lo stato d’arte dell’edificio è in gravi condizioni e non è possibile avvicinarsi alle mura. I pinarolesi, ma anche coloro che ne conoscono l’esistenza, sono dispiaciuti che un gioiello di questa entità non possa essere promosso al turista di oggi, sempre più in cerca di reperti non comuni.

Il borgo, già in epoca romana era un insediamento agricolo, grazie alla favorevole vicinanza con il fiume Po, anche se allora contava solo qualche decina d’abitanti.

Nel 1164 la zona passò sotto il dominio dei Giorgi di Soriasco, che vivevano nell’attuale Ca’ De Giorgi, ma la svolta avvenne nel Trecento con i Beccaria di Mezzano, un ramo pavese dell’importante famiglia che possedeva molti terreni nella zona.

Il maniero fu costruito esattamente al centro del borgo, venne progettato per scopi militari e difensivi, la struttura era stata pensata per resistere alla guerra, circondata da un profondo fossato, con un ingresso principale costituito da un unico ponte levatoio, unico accesso possibile, anche se non è da escludere la presenza d’una via di fuga sotterranea, oggi sicuramente scomparsa.

Era anche dotata di un pozzo interno che gli assicurava l’acqua e quindi la possibilità di sostenere lunghi periodi d’assedio.

All’interno si trova, invaso dalla vegetazione, un cortile, usato per svolgere vari tipi d’attività, mentre sul lato settentrionale si apriva un ampio arco a sesto acuto, accesso murato molto tempo fa, che rappresentava con ogni probabilità l’antico ingresso.

La parte frontale sulla strada, è stata completamente trasformata nel corso del Novecento, quando il castello era utilizzato ormai solo per scopi abitativi, come dimostrano all’interno diversi numeri civici, che indicano come il castello fosse suddiviso in appartamenti.

Nelle stanze del castello, resistono ancora innumerevoli decorazioni, che meriterebbero di esser divulgate, alcune risalenti al Settecento e altre risalenti all’Ottocento, tuttavia non è da escludere ve ne siano di più antiche.

In un articolo precedente, avevo già presentato l’esistenza e le problematiche, che caratterizzano questa opera d’arte.

Ora, invece, il protagonista di quest’esperienza artigianale è il “tuttofare”, Elvezio Passaro. Originario della Campania, ha l’energia e la simpatia tipiche della sua regione.

Ho avuto modo di conoscerlo, ormai, tredici anni fa: un uomo originale, dall’aspetto curioso e che, dopo pochi minuti in cui scami una parola, capisci quanta genialità conserva nella mente. Parla poco di sè, ma fa i fatti. E ne “fa” molti. La passione che condivido con lui è la fotografia, ma è anche un ottimo videoreporter e, come lo definisce la simulazione del Castello, anche un attento artista, non solo fantasioso, ma anche perspicace. Questo lo si potrà confermare quando il secondo modellino, “modellino è riduttivo, verrà presentato, in occasione di quale esposizione, magari proprio a Pinarolo Po.

 

 

Ho scelto volutamente questo scatto, dal quale si può intuire, ma non facilmente, cos’abbia riprodotto. Vi anticipo solo che è SPETTACOLARE.

Inizierà con il raccontarcelo lui stesso, in un’intervista.

 

 

 

 

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