Politica

Elezione del Presidente della Repubblica fra incapacità, debolezza e frammentarietà

Riflessione del politologo Franco Astengo

Dalle apparentemente convulse giornate nelle quali il ceto politico si è agitato per l’elezione di un nuovo presidente della Repubblica è uscita una inedita formula di iniziativa politica: il Presidente del Consiglio scavalcando il consesso elettivo riunito da una settimana, si è assunto l’incarico di promuovere consultazioni per arrivare alla richiesta all’uscente Presidente della Repubblica di recedere dal suo intendimento di rinuncia e di accettare la rielezione.

Si è così costruita una situazione che può essere così valutata riassumendo per punti:

1) L’estrema debolezza del sistema politico ha determinato uno stato di cose che si colloca già oltre il presidenzialismo “de facto”. Il tema della forma di governo sarà probabilmente quello dominante nel prossimo futuro e su questo punto dovrà accentrarsi attenzione e impegno di chi ha cuore la forma parlamentare dettata dall’impianto costituzionale;

2) Si pone in tutta evidenza la questione dell’assenza di capacità di intermediazione e rappresentanza dell’insieme del sistema politico un tempo sorretta dalla presenza dei partiti. A questo proposito si pongono due questioni fondamentali: la necessità di ricostruire meccanismi di selezione della classe dirigente (a partire dalle istituzioni locali) non fondati semplicisticamente su presunte capacità di coltivare sommatorie di immagini individualistiche; una legge elettorale di impianto proporzionale attraverso la quale restituire all’elettorato una capacità di scelta diretta;

3) Si segnala come evidente l’assoluta assenza del PD da una qualche forma di intervento e di iniziativa politica. Il PD, in questi giorni, ha incredibilmente oscillato tra astensione e scheda bianca: una sottrazione di espressione di responsabilità che pone un problema fondamentale per tutta la parte progressista del Paese e denuncia anche come del tutto inconsistente una qualche prospettiva di riedizione del centro – sinistra imperniata sull’asse Pd-M5S (nessun giudizio sul centro – destra che francamente a chi scrive queste note non interessa formulare).

4) Infine: tutto questo si verifica in quadro di estrema drammaticità della situazione internazionale che molti analisti danno sulla soglia di eventi bellici sul suolo europeo; di crisi sanitaria globale; di enormi difficoltà nell’affrontare due transizioni epocali come quella ecologica e quella digitale. Da non dimenticare,per restare al “caso italiano” come sia apparso in questi giorni l’agitarsi di un quadro di ulteriore (pericolosissimo) svilimento del lavoro parlamentare.

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