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Com’era bella la “Domenica Sportiva” di Tito Stagno

Oggi 1 febbraio 2022 si è spento all’età di 92 anni, il giornalista, telecronista e conduttore televisivo Tito Stagno passato alla storia per aver fatto la cronaca dello sbarco sulla luna il 20 luglio del 1969. Ma forse noi amanti del calcio lo ricordiamo per i 17 anni in cui è stato il responsabile dello sport di Rai Uno ed ha in particolar modo curato la Domenica Sportiva dal 1976 al 1991 quasi sempre con Carlo Sassi e poi successivamente nelle ultime stagioni dal 1991 al 1993 con Alfredo Pigna, oltre a condurre di persona diverse edizioni. La storica trasmissione RAI, che negli ultimi anni dopo un periodo di discesa di ascolti si è un po’ ripresa, nell’era del web, delle pay-tv e del tutto in diretta e/o in streaming è diventata marginale ma nel mondo di prima, quello a cui la generazione over 60 è legata nostalgicamente, era forse la più famosa di tutto il palinsesto televisivo. Gli anni d’oro della fortunata Domenica Sportiva sono stati i “suoi”, sfruttando il traino del colore (dal 1977) e di una migliore qualità delle immagini, oltre che di un’epoca irripetibile, in positivo, del calcio italiano, quella delle ‘piazze’ che puntavano a vincere e non al quarto posto. Più volte nella Domenica Sportiva di Stagno fu ospite fisso Gianni Brera, che al di là del merito di ciò che diceva si esprimeva con una libertà oggi negata alle grandi firme e quindi figurarsi a quelle piccole. Fino al 1982 fu la DS anche di Beppe Viola, che peraltro ebbe con Stagno più di un attrito, ed in ogni caso la trasmissione prosperava forse anche grazie all’assenza di concorrenza. Telepiù avrebbe iniziato a trasmettere partite di Serie A in diretta soltanto dal 1993 e comunque una alla settimana: da lì tutte le trasmissioni avrebbero perso quell’aura di magia, base indispensabile per esserne nostalgici. Nella lottizzazione RAI si diceva che Stagno fosse in quota ai socialdemocratici, quindi al PSDI, discorsi validi anche per molti giornalisti sportivi. Certo era uno che guardava molto avanti: già nel 1976 si era reso conto che gli appassionati di sport arrivavano alla domenica sera sfiniti (e non vedevamo quasi niente!) e che ci voleva un po’ di alleggerimento e di intrattenimento. Infatti per la prima edizione di cui fu curatore cercò di ingaggiare come conduttore Johnny Dorelli prima e Claudio Lippi poi, che però avevano altri impegni. Allora affidò la conduzione ad Adriano De Zan e si inventò la co-conduzione di Nicola Pietrangeli, all’epoca capitano dell’Italia di Coppa Davis. E nell’ultima Domenica Sportiva da lui firmata fra i conduttori c’era una giovanissima Simona Ventura. Mai però rinunciava all’autorevolezza: come dimenticare Gualtiero Zanetti o i pochi mesi di Nereo Rocco opinionista? Quando venne intervistato su quel periodo d’oro anche se pionieristico ebbe da commentare :” Rispetto a oggi, i nostri mezzi erano quasi artigianali. Facevamo il possibile per trasmettere più volte un gol, al massimo avevamo due, tre telecamere».Ringraziandolo per la sua opera meritoria e longeva gli dedichiamo una sua frase “cult” che reputiamo ne rappresenti la grandezza : «Parlare di un avvenimento che si sta svolgendo mentre sono al microfono, dire alla gente ciò che le immagini da sole non possono spiegare, e dirlo con chiarezza, trasmettere agli spettatori anche un po’ delle mie emozioni, è una cosa che mi esalta.»

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