Attualità

La normalità nell’anormalità

Riflessione dello scrittore Fabrizio Uberto

” Non cogito, ergo sum”. Mi perdonerà il Filosofo se ho osato parafrasare il suo celebre principio. Ma a me pare che le cose stiano in fondo così. Sta prendendo piede ( e non da ora), un trend sociologico che ci vuole ammannire come ” normale”, una sistematica deformazione della realtà. E tutto ciò spesso in nome di un presunto Bene comune, o superiore,  per perseguire il quale i singoli individui dovrebbero chinare la testa e accettare qualsiasi forzatura della realtà. Si prenda ad esempio la travagliata vicenda dell’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Per giorni abbiamo assistito a uno spettacolo indecoroso, nel corso del quale logiche di bassa bottega e capricci da “Asilo Mariuccia” facevano a gara a bruciare candidati su candidati, anche di valore. Ma poi cos’è accaduto? E’ successo che poiché i protagonisti di questo penoso avanspettacolo si sono arresi alla loro insipienza, tornando a capo chino da “nonno Mattarella” e costringendolo ad accettare un reincarico, le loro malefatte siano destinate a impallidire e passare ( italicamente) in cavalleria. E’ vero che qualche commentatore ha accennato a una palmare crisi della politica, incapace di uscire dai miseri steccati del tornaconto personale. Tuttavia non ho sentito nessuno dire qualcosa di più scomodo. E cioè ad esempio che lo stesso Presidente potrebbe avere fatto male ad accettare tale elemosinamento a scatola chiusa, senza esprimere alcuna obiezione. A mio parere un uomo di 81 anni che già pregustava il meritato riposo e più volte aveva ribadito di non essere disponibile ad altro mandato, avrebbe dovuto reagire a una così eclatante inettitudine, inchiodando, quanto meno in un primo tempo, quegli incapaci alle loro responsabilità. E’ certo probabile che questo sia stato il retro- pensiero del Nostro, come è ugualmente possibile che fuori onda gli sia sfuggito qualche rimbrotto. Ma l’Ufficialità del conformismo mediatico insiste nel sottolineare che se anche il Presidente ha abdicato alla propria coerenza, l’avrebbe fatto comunque in nome del Bene Comune. Dunque un Mattarella “montessoriano” ma, a mio parere, anche altamente diseducativo.
Ma quello di cui ho parlato non è il solo caso di una strisciante “normalizzazione” dell’anormalità. Gli altri riguardano ad esempio l’estenuante lotta alla Pandemia, nel corso della quale si è assistito ad atteggiamenti estremistici, privi di qualsiasi fondamento logico e tuttavia contrabbandati come assiomi dalle diverse fazioni in campo. Nella schiera dei negazionisti si continua a credere nella forsennata idea che la Pandemia sia stata un’invenzione dei cosiddetti ” Poteri Forti” e che il vaccino sia il “Diavolo” inventato dalla Scienza per instaurare la ” Dittatura Sanitaria”. Ma anche tra coloro che non hanno mai sottovalutato questa emergenza sì è palesata qualche ottusità. In pochi ad esempio hanno avanzato perplessità sull’uso della mascherina all’aperto ( a mio parere del tutto inutile e costrittiva) e sulla eccessiva penalizzazione dei lavoratori non vaccinati, soprattutto sotto il profilo della deprivazione della retribuzione, inconcepibile in qualsiasi Stato di diritto.
In definitiva mi sembra di assistere a un declino della coscienza critica, in nome di una deriva di omologazione collettiva. Alla faccia di quel primato della Ragione, che diversi secoli fa ha sancito il superamento di antichi oscurantismi e di fatto, segnato la nascita del Pensiero Moderno.

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