Cronaca

Lo Zar non si ferma e quindi?

Mentre Putin non si ferma nella sua volontà di obliterare L’Ucraina e ridurla a provincia smilitarizzata della Grande Madre Russia, angoscia e incertezza pervadono le coscienze dell’opinione pubblica internazionale. Questi sentimenti non derivano soltanto dalle orrende scene di morte e distruzione cui stiamo assistendo. Ma anche dall’interrogativo su quali siano i reali obbiettivi del nuovo Zar del Cremlino. L’autocrate moscovita si fermerà alla conquista dell’Ucraina o intenderà estendere le sue mire egemoniche anche ad altri territori baltici, perseguendo di fatto l’obbiettivo di costruire una nuova Unione Sovietica 2.0? Domanda senza risposta, per ora. Ed invece sarebbe urgente dipanarlo questo dubbio. Al contrario, Stati Uniti ed Unione Europea appaiono per il momento rimuoverlo,  limitandosi ad adottare una strategia imperniata su sanzioni economiche e rifornimento di armi alle truppe ucraine. Ci sono poi dichiarazioni che stupiscono per la  loro ingenuità. Ad esempio quella del nostro Ministro degli Esteri, secondo il quale occorrerebbe rafforzare militarmente l’Ucraina, allo scopo di consentire al suo Presidente di sedere a un ipotetico tavolo dei negoziati in posizione paritaria rispetto a quella della Russia. Allo scrivente questa appare come una “pia” illusione, poiché non ci  si può nascondere che una “balcanizzazione” del conflitto, scandita da continue fasi di guerriglia, lo perpetuerebbe all’infinito, anziché interromperlo. Al contrario, in questa delicatissima fase, nella quale purtroppo le sorti dell’Ucraina appaiono appese a un filo sempre più esile, a causa della rilevante sproporzione delle forze in campo, sarebbe necessario un colpo di reni, uno sforzo di inventiva da parte delle classi politiche occidentali, tanto più doveroso, quanto più potrebbe riscattarle da tutti gli errori incorsi nel relazionarsi con il Presidente russo. Basti pensare ai rapporti commerciali con cui è stato blandito il Despota moscovita, o all’improvvida strategia di includere nella Nato quasi tutte le repubbliche baltiche, nonché alla debole esecrazione degli omicidi di giornalisti e dell’annientamento di qualsiasi dissenso, di cui si è resa colpevole quella nomenclatura. Ebbene, anche per dimostrare resipiscenza di fronte a questa maldestra “real politik”, sarebbe opportuna una presa di posizione energica, anche se, ovviamente, circoscritta al solo  versante diplomatico.  Ad esempio quella di individuare un Mediatore, abile e qualificato per prestigio e forza contrattuale, quale potrebbe essere Angela Merkel, o, a livello di Stati, la Cina. Un Negoziatore incisivo quindi che, supportato dai maggiori leader Ue, da un lato costringesse Putin a dichiarare le sue reali intenzioni, dall’altro, proponesse una trattativa che sfociasse in condizioni ben precise cui la Russia e la stessa Ucraina dovrebbero attenersi, per approdare a una pace duratura.  Di fronte al rischio di un conflitto mondiale e nucleare dunque, non bastano le manifestazioni pacifiste, benché commendevoli, cui assistiamo in questi giorni.  Ci vogliono chiarezza, oculatezza e decisione. Con la consapevolezza che un’ “afasia” occidentale di fronte alla prepotenza del Cremlino, equivarrebbe al più volte evocato “Baratro” per noi e per i nostri figli.
Fabrizio Uberto

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