Due Chiacchiere con l' Arte

Marina Crescenti scrittrice in giallo

Copertine libri autore

 

Sono nata a Benevento, ho vissuto a Pescara e da diversi anni risiedo a Pavia.
Sono laureata in Economia e Commercio, cum laude. In qualità di Ricercatore universitario ho pubblicato
una monografia per la Giappichelli Editore dal titolo “Le Perle – Storia, tecnologia e mercato”, e numerosi
articoli in riviste scientifiche specializzate.
Ho giocato in Nazionale di tennis under 16, under 18 e in serie A.
Sono stata Istruttrice di tennis.
Nel 2004 ho abbandonato la carriera universitaria per dedicarmi alla scrittura
Oggi, sono autrice di romanzi e racconti.
Amo il cinema, in particolare, il genere poliziesco e i gialli italiani degli anni ’70.
Nel 2007, con la Fratelli Frilli Editori, ho pubblicato il mio primo romanzo dal titolo “4 Demoni per il
Commissario Narducci” (uscito in ristampa).
Nel 2008, con la Fratelli Frilli Editori, ho pubblicato il mio secondo romanzo dal titolo “Joy – Un altro
caso a Milano per il commissario Narducci” (uscito in ristampa), prefazione di Mino Milani.
Nel 2010, per la collana del Supergiallo Mondadori, ho pubblicato il racconto “Falsa Memoria”,
contenuto nell’antologia “Eros e Thanatos”.
Sempre nel 2010, con la Delos Books, ho pubblicato il racconto “Dk e Lady Kant”, contenuto
nell’antologia intitolata “365 racconti erotici per un anno”.
Nel 2011, per la A.Car Edizioni, è uscito il mio terzo romanzo dal titolo “E’ troppo sangue anche per
me”, terza avventura del commissario Narducci, prefazione di Luc Merenda.
Nel 2012, per la A.Car Edizioni, ho pubblicato il mio quarto romanzo intitolato “Le Lacrime del Branco”,
prefazione di Danilo Arona. Il romanzo ha ottenuto il Marchio Microeditoria di Qualità 2013, vincendo
il Premio della Microeditoria 2013. Si è, inoltre, classificato al secondo posto nella Trentesima Edizione
del Premio Letterario “Riviera delle Palme” 2013, San Benedetto del Tronto.
Nel 2016, per la Novecento Editori, ho pubblicato il mio quinto romanzo dal titolo “Al sangue non si
comanda”. Il romanzo è ambientato a Milano nel 1978 e ha un nuovo protagonista: l’Ispettore Riccio.
Nel settembre 2017 per la Bloodbuster Edizioni Milano, ho curato la biografia intitolata “La vita a briglie
sciolte” di Luc Merenda (interprete, fra gli altri, di film gialli e polizieschi girati in Italia negli anni ‘70-
‘80).
Nel dicembre del 2017, per la Novecento Editori, ho pubblicato il mio sesto romanzo dal titolo “Cosa le
tiene sveglie”, quarta avventura del commissario Narducci.
Nel dicembre 2018, è uscito il seguito del mio romanzo “Le Lacrime del Branco”, dal titolo “Il branco

uccide: caccia spietata al Drago Giallo”, Nero Press Edizioni.
Nel settembre 2019, è uscito, con la Casa Editrice Ares, la biografia da me scritta – dal titolo “Postazione
23 – I miei 100 giorni a Beirut” – di Franco Bettolini, Bersagliere a Beirut nel 1983 come soldato di leva
non volontario. Ha supervisionato il testo il Generale Franco Angioni, il quale ha firmato la prefazione.
Nel 2021 ho ultimato la stesura del romanzo giallo “La Morte ti cambia la vita”.
Sono autrice, infine, di diversi racconti, tra questi: Stazione di Gioco, selezionato nel Concorso Letterario
“Giallo Carta” e pubblicato nell’antologia I sei migliori colpi; L’Inferno dell’Angelo, pubblicato nella
raccolta Donne e Crimine, Fratelli Frilli Editori; La ragazza con la valigia, pubblicato nell’antologia
Pavia col lanternino. Altri suoi racconti: Eugenio e la briciola, Così come sono, Il Natale di Luc, Tre anime morte, Il Magnifico assillo.

Conosciamo meglio l’autore con qualche domanda

Quale personaggio dei tuoi libri rispecchia di più ciò che sei nel tuo personale?
Ogni personaggio creato rispecchia una parte intima importante dell’autore; credo che
quello che più mi rappresenti sia il commissario Narducci. Ho sempre detto che è
l’uomo che vorrei essere se non fossi nata donna. Comunque sia, anche se appartengo
al genere femminile, molte mie prerogative sono ravvisabili nella personalità di
Narducci. Il valore della famiglia, dell’amicizia, il senso di responsabilità dell’essere
genitore, la precisione nello svolgere il proprio lavoro, l’impulsività, la correttezza e la
sincerità.
Tanti romanzi gialli e poi una storia vera. Ce ne parli, come mai questa scelta?
Quando un ex Bersagliere mi ha chiesto di scrivere dei suoi 4 mesi di vita, dall’ottobre
1983 al gennaio 1984 – all’epoca aveva 19 anni ed era in servizio di leva – durante i
quali partecipò alla Peace Keeping in Libano, catapultato dalla sua cittadina, tra le
amorevoli e rassicuranti mura domestiche e al fianco di amici veri, direttamente a
Beirut, sotto i bombardamenti e il fuoco nemico dei cecchini, al comando del Generale
Franco Angioni, ed essendo stato, il suo reclutamento, come quello di migliaia di altri
soldati leva, dunque, non volontari professionisti, un evento eccezionale, che non
accadeva nella nostra Storia dal 1945, ovvero dalla Seconda Guerra Mondiale, ho
pensato che questi due elementi fossero due sufficienti straordinari motivi per accettare
di trasformare l’incredibile esperienza in un libro. Rappresenta il mio contributo
afffinchè la memoria dell’azione svolta dall’Esercito Italiano durante la Missione di
Pace Libano 2, tanto apprezzata in tutto il mondo, non si perda nel tempo.
Il tuo autore preferito di gialli e perché? Prendi spunto da lui?
Senz’altro Caleb Carr, l’autore de L’Alienista e L’Angelo delle Tenebre. Devo a lui se
ho cominciato a scrivere romanzi gialli. Perché è un grande scrittore, ma prima ancora
uno storico, esperto di storia militare statunitense. I suoi libri sono storicamente
collocati con grande precisione e dall’architettura inappuntabile degli incastri
investigativi.
Ho preso molti spunti dai suoi libri: l’idea di un team investigativo, il climax, la
precisione millimetrica nei dettagli descritti durante lo svolgersi delle indagini,
l’inattaccabilità dal punto di vista scientifico, il mistero.
Quale dei tuoi libri vedresti bene diventare film?
Potrebbe sembrare un delirio di onnipotenza ‘cinefila’: tutti.
Del memoir sui 4 mesi di vita a Beirut dell’ex Bersagliere, stanno girando un documentario. Comunque, se devo sceglierne uno, direi Il Branco uccide. Caccia al Drago Giallo. In
esso ci sono tutti gli ingredienti che prediligo: quelli del giallo e del poliziesco del
nostro cinema italiano degli anni ’70.

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