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La guerra del gas e del grano

La notizia della resa delle Forze speciali della Marina asserragliate nella acciaieria di Mariupol è smentita dal vicecomandante, apparsa accanto alla sua foto una dichiarazione. In Italia potrebbero essere allocate 40 testate nucleari, per fronteggiare i russi nel caso volessero pensare ad una escalation e recuperare terreno, visti i modesti esiti della guerra tradizionale in Ucraina. Gas e grano, quale i rischi: se ci sono state guerre per il petrolio di più saranno per il gas. Chissà perché Putin non usa l’arma “gas” meno pericolosa e più incisiva nel pratico e senza morti che lo rendono inviso, solo una valvola da chiudere. Putin ripete che la guerra non è guerra, soprattutto non è volta a punire il popolo ucraino ed europeo. Tra l’altro, volendo la Russia potrebbe vendere il gas alla Cina, che ha una popolazione 3 volte superiore rispetto all’Europa. Per il grano anche peggio: silos bombardati o bloccati, il prezzo salirà alle stelle, con la fame alle porte. Intanto e ritorsioni, Putin dice niente gas alla Finlandia, mentre in Europa aumenta l’inflazione al 6%. Parlando di pace, Berlusconi dice: niente pace senza Putin. Adesso la paragona ad una partita di calcio truccata, mentre ritiene forse giustamente, di essere l’unico vero personaggio in Europa, dopo il ritiro della Merkel a parlare con Putin. La pace sbloccherebbe il gas, il grano che insieme alla paura del nucleare strozzano il mondo. Zaleski vede meglio a mediare Papa Francesco, che in passato si era detto disposto ad intervenire.

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