Due Chiacchiere con l' Arte

Roberto Poggi: l’ebanista del design

Una definizione del “falegname” pavese, attribuitagli dall’architetto Giuseppe Finessi, docente al Politecnico di Milano.

All’inizio del Novecento, Luigi Poggi avviò un’impresa, da un modesto laboratorio di falegnameria. Negli anni Quaranta, il figlio, Carlo, lo converte in una fabbrica, situata nel centro storico della loro città.

Nel 1953, i fratelli, Ezio e Roberto, trasferiscono le attività in una nuova struttura, progettata e realizzata in periferia. Rinnovati, costituiscono l’attuale sede del nuovo progetto “Fabbria Poggi”. La svolta, a livello, prima nazionale, poi anche in altre parti del mondo, fu il loro incontro con Franco Albini, l’architetto che gestiva il cantiere del rifugio Pirovano, della località sciistica di Cervinia. Essi dovevano occuparsi degli arredi, eleganti, ma con un tocco di pop-art.

 

 

 

Nel 1955, la poltroncina PT1 Luisa, progettata da Franco Albini, viene premiata con il Compasso d’Oro.

 

Negli anni Settanta, Roberto commenta  la sua nuova vision: «[…] inaugurando una nuova fase di libertà imprenditoriale in cui Roberto Poggi si dimostra decisamente aperto al confronto con approcci differenti e spesso quasi opposti tra loro. Da un lato non si interrompe il legame con una generazione che aveva iniziato a muovere i primi passi nel periodo tra le due guerre ma si creano nuovi rapporti con progettisti che sottopongono originali sistemi modulari di arredo e l’impiego innovativo dei materiali plastici».

 

 

 

 

La collaborazione con Vico Magistretti conduce allo studio ed all’applicazione di nuove tecnologie produttive, con riferimento al legno curvato, non “esasperarando” l’imposizione di un modellamento dell’elemento ligneo.

 

 

Nel 2005 Roberto Poggi, ottantenne, interrompe le attività produttive, anche per la difficoltà ,a reperire personale qualificato, limitandosi ad organizzare la dismissione delle attrezzature nella fabbrica.

Quest’anno, gli spazi della ditta Poggi vengono riproposti, dopo una ristrutturazione di alcune parti, come luogo per ospitare oltre ad una collezione permanente, eventi nel campo del design, dell’architettura e dell’arte.

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