Attualità

Andare in farmacia è come andare al “monte dei pegni”.

Le spese farmaceutiche sono ormai diventate inaccettabili per molti motivi che non sto certo a specificare, ma mi sono dovuto recare molto spesso in farmacia per prendere una serie di medicine che il medico mi ha assegnato e di cui, chiaramente, avevo necessità, Ed in una sola settimana, facendo i conti della classica “serva”, sono riuscito a spendere 185,00 euro per il semplice motivo che il prontuario nazionale non passa quasi più’ nulla e la stragrande maggioranza delle medicine sono a carico del malato. Scatole di punture e di pastiglie che costano dai 25 ai 35 euro scatole che durano 10/15 gg. e che si e’ costretti a ricomprare e’ un salasso vero e proprio che i cittadini non possono e non devono più’ accettare. I lavoratori dipendenti ed i pensionati hanno ogni mese dai stipendi e pensioni trattenute allucinanti e non e’ giusto che debbano essere usati per curarsi centinaia di euro è una vergogna inaccettabile a cui occorre mettere fine.! Per sdrammatizzare , vi racconto cosa è successo ad un mio parente che rivolgendosi al proprio medico curante ha richiesto una pomata per le emorroidi convinto che soffrendo di questa patologia da anni ci fosse un medicinale mutuabile ,ebbe il dottore come risposta ha dato che la mutua non possa più niente per quella patologia anche se è un problema comune tutte le pomate delle varie case farmaceutiche sono a pagamento.!!! e si a pagamento che passa dai 15 ai 20 euro una e vera presa in giro. E come fanno le persone che non possono a causa di economie ridotte comprarsi una banale crema per curarsi? E magari rinunciare a mangiare per poter acquistare il medicinale. Cari signori, questo era un inedito che sembra una barzelletta ,ma qui da ridere c’è ben poco ma bisognerebbe piangere davanti ad un servizio pubblico sanitario nazionale che si dovrebbe davvero vergognare. Vogliamo che il governo rimetta i ticket per aiutare gli italiani a curarsi , che vengano fatte esenzioni sulla tassa e regalati i medicinali a malati terminali e chi non può permetterselo. Nel 2022 non si può chiedersi se mangiare o comprare una pastiglia salva vita, è fuori questione.

 

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