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Napoli: a’ Città e Pulecenella

Gli storici sono concordi nel far risalire la fondazione di Neapolis il 21 dicembre 475 a.C., giorno del solstizio d’inverno.

La città è circondata dal fascino di un centro storico, certificante 2500 anni di storia e aggiunto, dal 1995, nel World Heritage List dell’UNESCO.

Economica e completamente diversa da qualsiasi altra città italiana, Napoli detiene il record di centro storico patrimonio UNESCO più grande d’Europa, innumerevoli monumenti di diverse epoche, strade e vicoli pieni di storia e tradizioni, panorami mozzafiato, una movimentata vita notturna, un’ottima cucina, il tutto mescolato a un’identità immutata nel tempo.

Il Duomo di Napoli, che sorge maestoso lungo la via omonima, rappresenta una delle più importanti chiese della città. Sorto nel XIII secolo, una serie di modifiche lo rende, oggi, una la sovrapposizione di stili, a partire dal gotico trecentesco fino al neogotico ottocentesco. Sotto il livello stradale, in corrispondenza della Cappella di Santa Restituta, è possibile visitare l’area archeologica. La sua non è una struttura appariscente, ma è un tempio di grande importanza, con le reliquie, a cui viene dedicata anche una cerimonia, di Sam Gennaro. Tra le altre testimonianze, è possibile osservare i resti del tempio di Apollo, di una domus tardo-imperiale, di tracce databili al IV-V sec. d.C. e di parte dell’acquedotto di età romana.

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Non lasciatevi ingannare dal suo modesto aspetto esteriore: la Basilica di San Domenico Maggiore nasconde degli interni colmi di elementi decorativi, pitture e sculture, offrendo un autentico spettacolo di luci e colore. Nel soffitto della sacrestia, è presente un esteso affresco. In questa chiesa, sono stati sepolti quarantacinque nobili aragonesi, tra cui Isabella d’Aragona.

Una passeggiata, con provocazioni di acquisti, è d’obbligo in via San Gregorio Armeno: in epoca classica, in essa, era stato ubicato un tempio, dedicato ad Atena, alla quale i devoti offrivano statuine di terracotta, realizzate a mano e vendute nelle botteghe circostanti. Alla fine del XVIII secolo, queste figurine si trasformarono nei personaggi del presepe.

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Attualmente, i personaggi rappresentano sia figure religiose sia della contemporaneità, nelle quali spicca la presenza del giocatore argentino, Maradona, campione nella squadra del Napoli, che ha fatto sognare i suoi tifosi. Una specie di “tempio”, ovviamente profano, ma non diciamolo ai napoletani, è stato innalzato, quando è mancato, nel settembre 2020.

L’emblema di Diego è un ritornello in tutti i ricordi dei napoletani, a cominciare dal suo ex presidente, Corrado Ferlaino: “C’è solo molto dolore, mio e di tutti i napoletani. Maradona non era solo un giocatore ma ha rappresentato lo spirito di Napoli per anni”. E poi il commovente saluto di chi per primo gli mise gli occhi di dosso e mai gliel’ha più tolti, Gianni Di Marzio, che merita solo di essere letto: “Per sempre il più grande nella storia del calcio mondiale e per sempre nel mio cuore perché ti ho voluto bene come un figlio. Con te se ne va un pezzo della mia vita”.

Maradona voleva restituire la dignità di uno dei capoluoghi italiani, più colpiti da crisi sociali e divari a livello di benessere. Oggi, quel popolo, il suo, manifesta il suo legame, sia a livello morale, sia materiale.

Un’altra via, il cui percorso è stretto e occorre prestare molta attenzione ai propri accessori, è Spaccanapoli: una delle vie principali dell’antica Neapolis, fondata nel 580 a. C.. Nelle sue rientranze, si contano numerosi locali, anche non esteticamente attraenti, ma con ottime leccornie. Le adiacenze di Spaccanapoli riuniscono alcuni luoghi d’interesse, come la chiesa di Gesù Nuovo, il complesso monumentale di Santa Chiara, la Cappella di Sansevero o la Basilica di San Lorenzo Maggiore.

 

Nel centro storico, un consiglio è di pranzare o cenare da Annaré:

Ci accomuna la passione per la tradizione e i suoi valori. In un contesto, Piazza del Gesù, carico di storia, monumenti e chiese, la suggestione supera l’incanto…Pizza, Menù e Cantina d’eccezione sono i capisaldi della Casa.

Sul porto, è impossibile non affascinanrsi di un “maschio”: un vero maschio napoletano, il “Maschio Angioino”, un castello, dall’architettura molto fortificata. Nelle sue stanze, si conserva molto poco degli elementi originali del XIV secolo, a eccezione della Cappella Palatina, una piccola chiesa, nel cortile, nella quale è possibile osservare i frammenti dell’affresco delle “Storie del Vecchio e del Nuovo Testamento” di Giotto.

Maschio Angioino (Castel Nuovo): storia, orari, prezzi, come arrivare

Visitando all’interno il Maschio Angioino, scrutate la Sala dei Baroni, oggi, spazio di esposizioni ed eventi culturali di vario genere.

Il presidente di Federalberghi Napoli, Salvatore Naldi, sostiene quanto sia necessario distribuire il flusso turistico, offrendo motivazioni che invitino, anche durante l’anno, a visitare il capoluogo di provincia.

«Il clima mite osserva ci permette di lavorare 12 mesi all’anno e per questo è fondamentale anche il mondo congressuale, che può dare una spinta nei mesi abitualmente meno produttivi come novembre, gennaio e febbraio. Le Istituzioni stanno lavorando per migliorare il territorio, ma è un impegno complesso perché i disservizi sono molti e le soluzioni non semplici. Per questo è importante una costruttiva collaborazione con chi vive il territorio quotidianamente anche dal punto di vista imprenditoriale. Serve anche programmazione. Eventi come il torneo internazionale di tennis di metà ottobre in villa comunale, che già sta portando prenotazioni, sia da parte degli organizzatori che degli appassionati, aiutano la ripresa delle attività turistiche. Più eventi sportivi e più mostre di spessore, con cadenza periodica e comunicate con anticipo, ci permetteranno di proporre un prodotto ricco e ci aiuteranno a dare al mondo l’immagine di una città efficiente ed organizzata».

Grande anche l’afflusso di statunitensi, favoriti dalla forza del dollaro sull’euro. Americani, tedeschi e francesi sono gli stranieri più presenti in città. Una precisazione sui turisti giapponesi, che non hanno ripreso i loro spostamenti al di fuori del Paese, come nell’ “era pre-Covid”; i russi, a causa della feroce e assurda guerra, che stanno combattendo con l’Ucraina, sono assenti nelle prenotazioni ed è un aspetto negativo, poiché, anch’essi benestanti, hanno contribuito a far circolare le finanze italiane.

 

qualche immagine simpatica, ma non a caso, e, ora, il Vesuvio dall’alto:

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