Due Chiacchiere con l' Arte

“Documenti di pietra: tracce del passato, segni nel presente”

 

Ieri pomeriggio, alle 17:00, è stata inaugurata l’esposizione “Documenti di pietra”, progetto a cui hanno collaborato più istituzioni, pubbliche e private, tra cui spicca il celebre Archivio Chiolini, frequentemente ospite nello Spazio delle arti contemporanee, la cui sede è nel palazzo del Broletto a Pavia, L’ invito alla conferenza è stata una guida che ha facilitato la comprensione di come è stata ideata l’esposizione fotografica, accompagnata anche da documenti testuali di inizio Novecento, battuti a macchina da scrivere.

Le emozioni degli interlocutori erano papabili, in particolare quella della curatrice, Roberta Manara, che ha vissuto l’impegno di tutti quanti, compreso il selezionare, e non è poco, quali potessero essere le testimonianze più coinvolgenti, fra le migliaia di scatti offerti da più enti, citati durante la presentazione.

Nel primo video, è possibile ascoltare la testimonianza di alcuni collaboratori, gli stessi che, negli anni, hanno vissuto prima da studenti, poi, da docenti l’Università di Pavia. E’, infatti, proprio questo incalcolabile bene architettonico, a essere l’oggetto di studio, con le sue sfaccettature e la sua evoluzione storica, non solo a livello didattico, ma anche artistico e utilitaristico, poiché alcuni spazi hanno modificato il loro uso. Oggi, sono aule o musei; nel secolo scorso, luoghi religiosi o ospedalieri. Un esempio è Palazzo San Tommaso, in Piazza del Lino, che è stato un distaccamento del reparto di Ostetricia. Alcune di quelle aule sono adibite a museo e, nell’area centrale della sede principale, è situato il Museo di Storia naturale, aggiunto come oggetto di visita in una delle escursioni, che si svolgeranno ogni giovedì, fino a chiusura dell’esposizione. Infatti, coloro che hanno già avuto l’occasione di visitarla, lasciandosi trasportare in quei ricordi, anche di solo abitante, che ha frequentato quegli spazi, magari, durante una chiacchierata fra amici, nel Cortile delle Torri, possono recarsi di nuovo, scoprendo altre sfumature negli incontri preparati ad hoc.

Questo anno accademico non è ancora ufficialmente iniziato, seppure i corsi di ogni facoltà e dipartimento lo siano già da circa tre settimane, e sarebbe curioso chiedere agli studenti, in particolare a quelli provenienti da altre realtà, come quelli del progetto Erasmus, quale sia stata la loro opinione, appena hanno calcato il suolo pavese.

Un aspetto positivo è che, se molti laureati emigrano all’estero, in cerca di una carriera stabile e produttiva, dall’altra, molti non connazionali decidono di investire il proprio futuro nel nostro Paese e costruiscono anche progetti di famiglia. Un esempio? Molte docenti madrelingua, nel corso, ad esempio di Lingue e Culture Moderne, hanno iniziato in questo modo la loro esperienza.

L’Università, soprattutto quella che appare negli scatti del primo Novecento, non era il luogo del sapere diffuso, quanto un privilegio: molti ragazzi, prima dell’invenzione e diffusione dei mass-media, la televisione in primis, erano analfabeti o frequentavano la scuola dell’obbligo, che all’epoca corrispondeva ai cinque anni delle elementari, spesso conclusi con scarso profitto, a causa di condizioni economiche precarie e di impegni, già “ da adulti”, nel contribuire al sostegno della famiglia. Oggi, purtroppo, da un lato, si auspica, invece, una maggiore autorevolezza nelle ammissioni e nelle promozioni: il rischio è che anche i pigri frequentino lezioni, non sostenendo esami e denigrando l’immagine di impegno, che, da sempre, la distingue. Lo studente deve, invece, essere consapevole del ruolo che la sua “seconda casa”, almeno lungo un quinquennio, abbia sia verso sé stesso sia verso quell’istruzione, che lo renderà un uomo o una donna, con alcune competenze che faranno la differenza.

Un ringraziamento e diretto ai seguenti collaboratori: Cesare Zizza, Lorenzo Duico, Sara Pizzi, Federico Villa e Carlo Berizzi. Al fianco della curatrice, hanno contribuito nella catalogazione del materiale, che sarebbe diventato oggetto espositivo, Alessandro Beretta e Maria Piera Milani. La scelta non è stata facile, fra le migliaia di scatti più o meno recenti offerte da più archivi, che potrebbero essere concepiti come musei e che, infatti, sono già oggetto di visite, soprattutto da parte delle scolaresche, bambini ragazzi sanno essere attratti dalle immagini molto più degli adulti.

Una curiosità sul primo studio fotografico aperto città è dedicata a Beniamino Raimondi, il quale, di conseguenza, è considerato il primo conoscitore di questa tecnica artistica, in città.

 

Collaborazioni: Fondazione Comunitaria della Provincia di Pavia onlus, Fondazione Cariplo e LU-VE Group.

ORARI DELLA MOSTRA

Dal 13 ottobre al 4 dicembre 2022
Spazio per le Arti Contemporanee del Broletto Piazza della Vittoria – Pavia
Giovedì – Venerdì ore 16.00 – 19.00
Sabato – Domenica ore 10.00 – 12.00 ore 16.00 – 19.00
Ingresso gratuito

 

Contatti: archiviostorico@unipv.it

Ogni giovedì, dal 20 ottobre al 1° dicembre, alle ore 17.30, presso la Sala Conferenze del Palazzo del Broletto, si svolgeranno incontri su tematiche, moderati e narrati da docenti e studiosi dell’Università.

 

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