Attualità

SAN SILVESTRO, LA NOTTE DELLE ASPETTATIVE

Il punto di vista di Fabrizio Uberto

Auguri a tutti ma…
Se il Natale, come ho già avuto modo di dire, trova una sua giustificazione solo nell’accezione propriamente religiosa per chi è credente, e per chi non lo è, come festa ( spesso ipocrita) della famiglia, a maggior ragione mi è sempre del tutto sfuggito il senso dei festeggiamenti per il nuovo anno.
Anche in questo caso si tratta di un rituale cui tutto il Mondo si è assuefatto e che provoca (chissà perché), un notevole livello di eccitazione collettiva. Tra l’altro veniamo da un cospicuo periodo in cui epidemia e guerra hanno messo a dura prova la nostra emotività e quanto meno la seconda, ( grazie anche all’ottusità delle classi dirigenti occidentali) dà semmai segnali di escalation e non certo di decantazione.
Comunque sia, sovente a chi obbietta uno scarso entusiasmo verso questa ricorrenza, si replica: ” Ma scusa si tratta pur sempre della nascita di qualcosa di Nuovo e come tutte le nascite, deve essere festeggiata…”
Ora, al netto della considerazione che, nel caso, si celebra l’ingresso in un nuovo anno a nostro carico, bisogna anche intendersi sul concetto di nascita. E’ vero, in generale la nascita di un evento ( e in special modo quella di un figlio), è occasione di letizia. Tuttavia diciamocela tutta: quante persone al Mondo non gioiscono ma deprecano il fatto di essere nati e di vivere in condizioni proibitive, o magari con un grave handicap che impedisce di godere delle loro esistenze? Ogni “nascita” di per sé ( lo spiega bene il buddismo) è anche sofferenza, perché chi è venuto al mondo dovrà al minimo, affrontare, senza averlo voluto, afflizioni, malattia e morte.
Diverso dal concetto di nascita e a mio parere più interessante, è quello di “rinascita”. Un moto dell’animo quest’ultimo, che se abbiamo la capacità di sviluppare, dà occasione di riemergere da circostanze difficili, iatture o periodi di demoralizzazione. In altri termini è nella rinascita che molti di noi, avendo sperimentato una piccola morte interiore, si riaprono alla vita con tutta la forza della creatività, concependo nuovi orizzonti esistenziali.
Ovviamente tale afflato può essere provato in qualsiasi periodo dell’anno e non necessariamente nella ” dopata” notte di San Silvestro. La quale, tra l’altro, presenta anche un altro tipo di insidia, quella dell'”aspettativa”, vero tarlo che spesso corrode le nostre vite. Infatti finché non ci convinceremo della necessità di percorrere il nostro cammino, senza aspettarci un matematico esaudimento dei nostri desideri, finché continueremo a far dipendere il nostro benessere interiore dai comportamenti di persone che non hanno alcuna intenzione di mettersi in discussione, saremo purtroppo destinati a fasi di tribolazione ed infelicità. Ben altre “bussole”, meno truffaldine e più concrete, dovrebbero guidare i nostri vissuti. Per fare un solo esempio, quella della schiettezza e dell’onestà intellettuale, magari con il valore aggiunto di beneficiare il prossimo, soprattutto chi è in difficoltà. Ridimensionando in questo modo il nostro Ego, principale matrice, a mio parere, di ogni sorta di problemi e insoddisfazioni.

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