Dalla parte del Tecnico

Il mondo dei veicoli a motore elettrico

Ed eccoci ritornati, dopo le meritate (?) vacanze natalizie, a trattare argomenti che, tutti certamente conoscono a fondo, ma dei quali, spesso, si capisce solo la parte superficiale. Questa volta vi voglio far addentrare nel “meraviglioso” mondo dei veicoli a motore elettrico. Naturalmente, i più informati, avranno fatto incetta di riviste e almanacchi che trattano a fondo l’argomento, leggendo e rileggendo i trattati che ne esaltano le prestazioni. Leggendo e rileggendo, appunto, con gli occhi e, soprattutto, col cuore. E questo è un grosso errore perché,  le schede tecniche, vanno lette col cervello, in modo distaccato. Prendiamo, ad esempio, uno degli argomenti che tende a convincervi maggiormente: l’inquinamento. Ma avete letto bene tutte le caratteristiche? Non voglio far cadere un mito, ma le auto spinte da motore elettrico, inquinano quasi come quelli a benzina. Escluderei la produzione dell’energia che serve per far muovere il veicolo, ma tutto quello che riguarda la meccanica (freni, gomme, trasmissioni, movimenti, manovellismi e quant’altro) inquina. Ma avete pensato allo smaltimento delle batterie? Si, ho detto batterie. Mentre su motori tradizionali ne troviamo solo una, in quelli elettrici si raddoppia, triplica e addirittura vi saranno gruppi da 12 . E si dovranno progettare batterie diverse per mezzi a 6, 12 e 24 volt, a corrente continua, mentre attualmente, per i camion,  si mettono due da 12 in parallelo. Appunto, lo smaltimento! Ma quanti depositi si dovranno progettare per smaltire in sicurezza, e non inquinando? E DOVE costruirli! Ma torniamo ai nostri veicoli cittadini. Dove ricaricare ed in quanto tempo. Al mondo non esistono abbastanza punti di rifornimento per il motore elettrico. Se poi si calcola, con una ricarica rapida, che servano almeno un paio d’ore, nella migliore delle ipotesi, per una piccola vettura, bisognerà calcolare che tipo di utilizzo si faccia del proprio mezzo. Un fornitore di materiali o un artigiano, o un agente di commercio, che si devono spostare molto, durante il loro lavoro, non potranno certo utilizzare una vettura con bassa alimentazione, rischiando di rimanere appiedati durante il giorno. E spesso, a causa delle chiamate urgenti, si cambia repentinamente il tragitto, percorrendo molti più km del solito. Col motore tradizionale ti fermi da qualsiasi distributore e te la cavi in 5 o 10 minuti, ci può scappare anche un caffè o un panino veloce. Con l’elettrico scordiamoci la fretta. Finché le batterie sono oltre il 30%, si può anche smanettare, ma al di sotto,  il limitatore ti obbliga a cercare un rifornimento, riducendo le prestazioni. E, se un idraulico o un elettricista, ad esempio, si sta recando d’urgenza, deve interrompere l’operazione. Chiuderei, per ora, la prima parte di un argomento molto importante, aggiungendo che i veicoli aumenterebbero notevolmente il loro peso, da un minimo di 100 a, non so bene se basteranno 1000 kg in più. Nella prossima puntata, scenderemo nei dettagli dei vari veicoli. L’energia per la ricarica deve essere prodotta. Certo, il treno, il tram, il filobus, sono spinti da motori elettrici, ma sono collegati alla rete, e non indipendenti come gli autoveicoli. Ne approfitto per augurarvi ancora un felice 2023.

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