Enogastronomia

Un inchino a una qualità vinicola dell’Oltrepò Pavese: il Buttafuoco Storico

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Era il 7 febbraio del 1996, quando undici giovani viticoltori: Bruno Barbieri, Davide Brambilla, Giuseppe Calvi, Valter Calvi, Claudio Colombi, Ambrogio Fiamberti, Stefano Magrotti, Franco Pellegrini, Andrea Picchioni, Umberto Quaquarini, Paolo Verdi, costituiscono il Club del Buttafuoco Storico.

Oggi, le aziende che coltivano, promuovno e vendono questo brand sono diciotto.

L’Oltrepò Pavese sfidò il proprio territorio, adattando criteri inconsueti, da seguire nelle cantine, che avevano come obiettivo un vino che si trasformasse in una spuma compatta, mentre lo si versava. La qualità, invece, oggetto della qualità Buttafuoco, è il suo essere quieto, nella sua austerità.

Il marchio adottato è composto da un ovale, rievocazione della botte tipica dell’Oltrepò Pavese, sostenuto dalla scritta Buttafuoco e dal quale si dipartono due nastri rossi rappresentativi dei due torrenti, il Versa e lo Scuropasso, che delimitano la zona storica di produzione; all’interno la sagoma di un veliero sospinto da vele infuocate a ricordare che nella seconda metà del 1800, la Marina Imperiale austro-ungarica varò una nave dal nome “Buttafuoco”.

La leggenda vuole che il nome sia il ricordo di una battaglia perduta da una compagnia di marinai imperiali, comandati a operazioni di traghettamento sul fiume Po nei pressi di Stradella e successivamente impiegati su queste nostre colline nella guerra contro i franco-piemontesi. Un vino, le cui uve venivano coltivate in quell’area, era chiamato “Buttafuoco” e riscosse un applauso dai palati, più soddifacente del fuoco della battaglia.

Nel 2013, i Soci del Consorzio studiano un nuovo progetto consortile denominato: “I Vignaioli del Buttafuoco Storico“, vino prodotto dal Consorzio, nato dall’unione dei Buttafuoco, ottenuti dalle vigne Storiche.

Nel febbraio 2016, l’atto notarile modifica il nome e diventa Buttafuoco DOC “I vignaioli del Buttafuoco Storico”.

Lo scopo principale del Buttafuoco Consortile è quello di poter far conoscere con facilità il Buttafuoco Storico in giro per il mondo, infatti il Blend delle vigne esprime sempre e con chiarezza la sua terra d’origine.

Cosa rappresentano i” fuochi”?

Un bollino numerato è una garanzia per il consumatore, poiché certifica la filiera, riporta la classificazione qualitativa dell’annata espressa in “fuochi”, che possono andare da 3 a 6. Il punteggio, ogni anno, viene assegnato da un’apposita commissione di enologi, che non conosce le caratteristiche di quella versione e degusta i prodotti, assegnando un punteggio, che oscilla tra l’80/100 fino al 100/100.

 

Contatti:

0385 60154
info@buttafuocostorico.com

su appuntamento da Martedì a Sabato

L’enoteca consortile è aperta al pubblico su appuntamento dal martedì a sabato, dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.00

Per comprare online: clicca qui

Luogo:

Piazzetta del Buttafuoco Storico (ex Fr.ne Vigalone 106)
27044 Canneto Pavese (PV)

 

Potrebbe essere un'immagine raffigurante bottiglia e testo

 

Una sosta come ristoro e, soprattutto, delizia al palato, da Jimmy’z Bar & Food, nel borgo di Varzi, è un’occasione di assaggiare e di acquistare alcune versioni del 2020, il cui produttore è Marco Maggi, che si presenta con questa narrazione:

Ciao, mi chiamo Marco, ho 4 anni e sono qui con la mia nonna Teresa e la bisnonna Maria… da grande voglio diventare un grande vignaiolo come mio nonno…
🕛🕝🕢
Ciao a tutti, sono Marco Maggi dell’azienda agricola Maggi Francesco e ho 40 anni, sono un vignaiolo ambizioso e presidente del Club del Buttafuoco Storico. Tanti progetti erano in corso e lo sono ancora: condividere con l’Italia e l’estero i nostri vini… Ma in questo momento dobbiamo fare un passo indietro. Dobbiamo ricordare la famiglia, i nostri cari amici, i nostri clienti affezionati e tutti coloro che hanno apprezzato il nostro lavoro e il nostro territorio. Dobbiamo arrivare da loro per ringraziarli, dobbiamo rivedere i nostri piani di marketing e far sentire che l’Oltrepò c’è.
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consegnati da Gianni Rovegno, amico dell’azienda Francesco Maggi, nella quale lavora Marco, e della famiglia, che gestisce il ristorantino varzese, che potete scorgere in una delle viuzze più suggestive del borgo.
In attesa che queste realtà vitivinicole aprano al pubblico, con visite guidate e iniziative di vario carattere, amiamo questo terreno, che ha molto da offrire ai nostri palati e, soprattutto, al nostro benessere!

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