Il punto di BrunoPolitica

Ah, la Elly all’insegna del “ma anche”

Per fare una valutazione prima bisogna leggere, capire e studiare. Occorrerebbe farlo sempre, per correttezza.
Nel caso della Schlein l’ho fatto, ho letto e cercato di capire il discorso da lei reso all’assemblea del PD del 12/03/2023.  Come riconoscono anche altri commentatori, Elly ha enunciato un programma di sinistra, ma generico, sulla linea, nel migliore dei casi, del “ma anche” veltroniano e, nel peggiore, di un “elenco della spesa” di quelli che tutti siam buoni ad enunciare. Sulla guerra, aiuto all’Ucraina, ma anche la pace. Sulla chiarezza della sua linea programmatica, ma anche intesa con Bonaccini che ha una linea programmatica diversa e non intende rinunciarvi. Sull’identità del partito, sinistra-sinistra, ma anche sinistra-riformista. Sulle alleanze, intesa con i 5S, ma anche con Calenda e Renzi. Il reddito di cittadinanza va migliorato, ma va anche difeso dalla destra che si accanisce contro i più poveri. Va perseguito lo Ius soli, ma anche lo ius scholae. I migranti vanno salvati anche se si trovano in acque libiche o tunisine. Insomma, il PD avrà una linea unitaria, ma plurale. Il tutto è confermato dalla composizione della segreteria. Ossia: un po’ di art 1, rientrato al grido di “avevamo ragione noi” un po’ di vetero comunisti, un po’ di sardine, un po’ di riformisti, il prezzemolo di Franceschini. Fa tenerezza la Schlein quando, chiamando l’assemblea alla standing ovation, urla: “farò la guerra ai capi bastone e ai cacicchi”. Il tempo di urlare il rompete le righe e le correnti sono subito uscite dalla porta e rientrare dalla finestra, camuffate e riverniciate. Con Schlein in direzione sono schierati ad esempio i franceschiniani, mentre con Bonaccini ci sono quelli che hanno seguito Fassino in Iniziativa Democratica. Lo stesso vale per i lettiani, spostati in prevalenza su Bonaccini, mentre l’ex segretario avrebbe votato Schlein. Si sono divisi al congresso anche i Giovani Turchi, Orfini con Bonaccini, Gribaudo con Schlein. Si è divisa anche la sinistra interna con Claudio Mancini con Bonaccini, e Orlando e Provenzano con Schlein. I post-renziani stanno alla finestra. Restano in piedi due manifesti del PD, uno di veltroniana memoria e uno recente. A decidere quale prevarrà, provvederà un congresso continuo. Tant’è! Auguri e figli maschi, ma anche no.

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