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TU CHIAMALE SE VUOI … EMOZIONI.

Brevi accenni relativi alla psicologia delle emozioni

La parola emozione deriva dal sostantivo latino emotus: portar fuori, smuovere.

Se cercate il termine emozione su trattati ed enciclopedie (cartacee od online) troverete: stati fisiologici e mentali associati a modificazioni interne od esterne naturali od apprese.

Nonostante la sopracitata definizione presumo che il lettore abbia ancora le idee poco chiare. D’altronde, se ci dedichiamo all’ambito psicologico, possiamo affermare che le macro teorie relative alle emozioni sono all’incirca una dozzina, gli esperti non sono certamente concordi.

Non abbiamo né il tempo né lo spazio per dedicare le nostre attenzioni a tutte queste a volte complicate elucubrazioni.

Il nostro articolo tratterà solo due di esse, quelle che riteniamo più interessanti. La prima, generalmente chiamata teoria di Cannon/Bard (prende il nome dai due autori Walter Cannon e Philip Bard) afferma che le emozioni sono causate da uno stato iniziale di attivazione psicofisico indifferenziato, a cui solo successivamente si attribuisce un significato ovvero il nome di un’emozione. Questa teoria ha molto sorpreso, ha destato notevoli interrogativi insieme ad enormi critiche. Vi sarà già capitato di incontrare persone che dichiarano di “avvertire” tutta una serie di accadimenti fisici o mentali (fenomeni) a cui non riescono ad attribuire un nome.

L’altra teoria a cui dedichiamo il nostro interesse è quella elaborata da Paul Ekman. Questo scienziato ritiene le emozioni ereditarie e universali, le suddivide in primarie e secondarie. I suoi assunti riprendono ed aggiornano alcune idee espresse da Charles Darwin nel libro L’espressione delle emozioni negli uomini e negli animali (1872). Avendo Ekman e i suoi collaboratori girato il mondo e analizzato la modalità di espressione delle emozione negli esseri umani sono giunti alla conclusione che tutti gli abitanti del pianeta riescono a riconoscere l’espressione di sei emozioni di base: rabbia, paura, gioia, tristezza, sorpresa, disgusto. Da esse deriverebbero tutte le altre emozioni (secondarie) gli stati d’animo e i sentimenti.

Per chi volesse approfondire l’argomento precisiamo che non tutti gli studiosi concordano sul numero di emozioni primarie: 10 per Izard, 9 per Tomkins, 7 per Argyle e 5 per Campos e Barret.

Le difficoltà degli studiosi possono essere ben comprese considerando che in lingua inglese esistono 2000 parole per indicare stati emozionali, in olandese 1500, in italiano 777, in cinese 750, forse converrebbe utilizzare la lingua ifaluko (parlata nell’arcipelago della Micronesia) che utilizza solo 58 sostantivi per indicare tutte le emozioni e probabilmente semplificherebbe il lavoro.

Tralasciando le problematiche linguistiche, altri ricercatori criticano le teorie di Ekam da un punto di vista più strettamente sperimentale, in quanto ritengono che l’atto del riconoscere le emozioni possa essere certamente universale, ma non è detto che a ciò possano necessariamente corrispondere le emozioni primarie da lui teorizzate.

Come abbiamo appena scritto a livello teorico non si è ancora giunti a un quadro teorico condiviso, mentre per chi esercita la pratica clinica è ben noto il famoso assunto:

Se non funzionano le capacità cognitive è colpa delle emozioni.

Non è mia intenzione complicare la vita al lettore, potrebbe però risultare utile concludere citando la definizione di sintesi elaborata da Zimbardo:

Le emozioni sono un pattern complesso di modificazioni che indicano un’eccitazione fisiologica, dei sentimenti, dei processi cognitivi e delle reazioni comportamentali in risposta ad una situazione che è percepita dal soggetto come importante per il mantenimento del proprio equilibrio e del proprio benessere.

Capirete forse ora il titolo del presente articolo, il quale si rifà ad una definizione o meglio ad una intuizione del duo Battisi/Mogol: tu chiamale se vuoi emozioni.

Chi desidera porre quesiti od esprimere osservazioni può scrivere al seguente indirizzo email: liberamenteeco@gmail.com

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