Il punto di BrunoPolitica

27 aprile, il giorno che non ti aspetti: Il Governo va sotto sullo scostamento di bilancio e la Schlein pavoneggia su Vougue

Davvero inaspettate le due incredibili novità che ci ha regalato il 27 aprile 2023.
Nell’86° anniversario della lenta morte di Antonio Gramsci, il più prestigioso Leader e Pensatore del P.C D’Italia nel carcere di Turi (BA) voluta personalmente dal Duce che cosi commentò quel 16 aprile 1937 “Oggi abbiamo fatto smettere di funzionare la testa più lucida della Sinistra Italiana ed europea (Benito Mussolini Dux), è successo di tutto nella Italietta di oggi.
Antonio Gramsci, martire a 47 anni, che riposa nel Cimitero degli Inglesi, dietro la Piramide Ostiense…oggi si sarà rivoltato nella Tomba.
La figuraccia della macro maggioranza del Governo di Destracentro che va sotto alla Camera su una questione strategica dell’assestamento di Bilancio, per la sciatteria delle assenze dei suoi deputati da un lato e, la inverosimile intervista della Schlein, nuova Segretaria del PD alla Rivista Vogue in cui si pavoneggia di aver dismesso l’eskimo per indossare il Trench delle dive di Hollywood cosi consigliata dalla sua Trainer Shopper a 300 euro l’ora, avrebbe fatto diventare “rosso” in faccia “per la vergogna” il sardo Antonio Gramsci.
Ma fuor di metafora le vicende di oggi restano di una inaudita gravità; una gravità che fa affermare al Ministro del MEF Giorgetti sconsolato “i Deputati non si rendono forse conto del danno di credibilità causato” dalle tante imprevedibili assenze nei Banchi della maggioranza nella Camera a Montecitorio.
Non si è trattato né di un blitz e, tantomeno, di un agguato delle Opposizioni giocato in punta di regolamento, ma di una frana di una maggioranza che era enorme, almeno sul piano dei numeri.
A voglia a giustificare, come tenta di fare il moderato Maurizio Lupi con “l’inesperienza” lo scivolone alla Camera dei Deputati! La dura verità è che per approvare la risoluzione che autorizzava lo scostamento di Bilancio, al centrodestra serviva la maggioranza assoluta dei voti. Numeri che la coalizione trainata da Giorgia Meloni non è riuscita a garantire per portare avanti le misure già annunciate e l’intera programmazione già messa a punto dal Def (documento economico e finanziario) che è l’atto più valente e identitario della Programmazione per il 2023.
L’intero excursus degli atti programmatici è azzerato e occorrerà ricominciare daccapo.
Resta il vulnus che l’Aula di Montecitorio ha respinto la risoluzione collegata al Def che prevedeva uno scostamento di 3,4 miliardi nel 2023 e 4,5 miliardi nel 2024. Con 195 voti favorevoli, 19 contrari e 105 astenuti, il testo non è passato. Sono mancati sei voti alla soglia necessaria del quorum della maggioranza assoluta.
Le polemiche sono divampate sino all’incendio con una maggioranza silente ed incredula e una opposizione esultante che chiede al Presidente del Consiglio di salire al Colle per riferire; “Dicevano di essere pronti, e continuano a fare figuracce!” chiosa il segretario di +Europa, Riccardo Magi, su Twitter.
Di fatto vengono bloccate tutte le misure che erano state annunciate per il C.d.M già convocato addirittura per il 1° Maggio, compresa la Manovrina sul cuneo fiscale, le pensioni minime e i provvedimenti sul lavoro.
Per arginare la frana si è convocato un Consiglio dei Ministri straordinario per ieri sera.
La convocazione, quindi, d’urgenza di un altro Consiglio dei ministri mentre la Meloni è a Londra per parlare con il Premier inglese.
“Bisognerà ritoccare i saldi. Oggi lo sfasamento era 4,35-4,50%. Se non è stato approvato quello bisognerà correggerlo al ribasso” ha affermato il vice ministro Leo. Di sicuro, Palazzo Chigi non deve aver preso bene lo scivolone. Nel giro di un’ora, l’esecutivo è chiamato a recuperare in extremis l’errore commesso a Montecitorio, approntando appunto una nuova risoluzione collegata al Def.
Se Sparta piange, Atene non ride, anzi meglio fa ridere! La neo Segretaria del PD, nell’anniversario della morte del suo predecessore più illustre (Antonio Gramsci) ci illumina con una intervista (udite, udite) alla rivista modaiola Vogue.
Si premura di farci sapere, urbi et orbi, che ha dismesso l’Eskimo cantato da Guccini per il moderno Trench stile dive di Hollywood!
E ci spiega che si fa consigliare da una moderna Trainer Shopper (al costo di 300 euro l’ora) da una “armonocromatista”. “Me Cojoni” direbbe il Ristoratore del Testaccio o di Trastevere! La Elly invece armonocromatistapangia in giù su diseguaglianze, iniquità, povertà e disagio sociale, ha il tempo di dedicarsi all’armo cromia! Le battute e i Meme sui social accelerano e si diffondono con la velocità della luce ed Elly fa il pieno della satira…proprio nel giorno in cui la Giorgia Meloni e il Governo subiscono una disfatta politica mai vista.
Complimenti vivissimi alla neo Segretaria radical chic del PD.
Cara Elly “eleganza” viene dal latino “elegantia, elĕgans ‘che sa scegliere’ “: e, in tutta franchezza, sarebbe meglio che scegliessi di dirigere il PD, pensando più a Gramsci che alla Trainer Shopper.

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