Cultura e Musica

Visita del console Generale aggiunto del Giappone Tokuko Nabeshima Castello Visconteo di Pavia – Sala del Collezionista

Il Console Aggiunto del Consolato Generale del Giappone a Milano, Tokuko Nabeshima, ha visitato la mostra “Mnemosyne. Il teatro della memoria”, accompagnata dal curatore Paolo Linetti, dall’assessore Barbara Longo, in rappresentanza dell’Amministrazione Comunale di Pavia, di Claudio Giorgione, conservatore del Museo della
Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano, di Ivana Dello Iacono, Dirigente del Settore n. 3 (Scuole, Politiche giovanili e Cultura), e di Laura Aldovini, Direttore dei Musei Civici. Il diplomatico ha apprezzato, in particolare, l’esposizione, in quanto – nel affrontare il tema del collezionismo scalato nei secoli dall’antichità ai giorni nostri – racconta anche della moda del collezionismo giapponese tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX. Il 1858 segnò, infatti, la riapertura del Giappone all’Occidente dopo più di tre secoli di totale
chiusura. Per gli Europei era rimasto in quei secoli una sorta di chimera, un paese d’oro, meraviglioso, misterioso, raffinato quanto crudele con i portatori di disordine. La sua riapertura attirò subito l’attenzione dei collezionisti che commissionarono ai grandi viaggiatori oggetti d’arte. Fra queste vi erano le stampe, diventate famose soprattutto grazie agli impressionisti. I manufatti più ricercati erano stampe, porcellane e i netsuke, chiamati bottoni giapponesi dalle collezioniste del nord Italia. La Scuola Utagawa fondata da Toyoharu era la maggiore produttrice di xilografie e a metà dell’800 uno dei suoi maestri, Kunisada era considerato l’artista più famoso in Giappone, anche più di Hokusai. Tra il 1841 e il 1843 il governo emanò la riforma chiamata Tenpo. Era una linea morale mirata a promuovere la frugalità, l’abnegazione e il senso eroico. Furono tassativamente proibiti i ritratti di attori, geishe e oiran, ossia i soggetti maggiormente amati da artisti e clienti. In reazione a queste disposizioni si fecero i mitate, ossia una sorta di
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