Il punto di BrunoPolitica

La vita è bella, ma la guerra è sangue e merdaccia

Diceva l’anziano socialista Rino Formica che “la politica è per gli uomini il terreno di scontro più duro e più spietato e spesso è sangue e merda schietta”. L’ultima frase può ben calzare il fenomeno spietato e criminale di qualsivoglia Guerra e fa da contraltare alla “Vita Bella” per dirla con Benigni. Sulla controversa questione etico/politica della cosiddetta “guerra giusta” e dell’uso delle armi che, comunque, provocano morte e sterminio di popoli (donne, uomini, bambini, anziani) è davvero difficile mantenere un un atteggiamento responsabile, maturo e moralmente onesto. Comunque ti poni e qualsiasi pensiero cerchi di motivare, rischi di essere catalogato e proscritto nelle Liste dei Putiniani di sponda o degli Yankee che manovrano e governano, ancora oggi, gli eventi del mondo. Il monito di Antonio Gramsci diventa sempre più verosimile e attuale “il vecchio mondo sta morendo e quello nuovo tarda a comparire. E in questo chiaroscuro nascono i Mostri”. A quasi 15 mesi da quel maledetto 24 febbraio 2022 che diede vita alla invasione della Ucraina da parte dello Zar Putin e dei nuovi Oligarchi russi, siamo sull’orlo della Terza Guerra mondiale nucleare. In queste ultime settimane, le vicende belliche si vanno sempre più aggravando e si scommette sulla controffensiva Ucraina che dovrebbe ribaltare il destino della Guerra. Siffatti auspici non mi convincono ed ho, come la sensazione, che assisteremo ad un’altra carneficina di innocenti. Nel resto del mondo non va bene e i rischi di nuove aree di crisi da regolare con le guerre, non si attenuano. Le ultime notizie provenienti dallo scacchiere cinese nel rapporto con Taiwan, non lasciano presagire alcuna positiva notizia di distensione, come peraltro, quelle provenienti nel centro dell’Africa in Sudan. Chi scrive non riesce a darsi pace per la deriva verso cui sta accelerando il Mondo e non mi convincono né i benpensanti imbonitori e venditori del duo armi + pace; e, tantomeno, gli acritici antiamericani che considerano Zelensky “un fantoccio” nelle mani del puparo JBiden e della cosiddetta civiltà atlantica e occidentale, quasi a prescindere. E non mi convince il racconto della guerra iniziata il 24 febbraio 2022 e decisa da un colpo di testa di Putin (come Athena uscì, all’improvviso, dalla Testa di Zeus, allorquando Zeus stesso chiese ad Efesto di spaccargli la fronte con la scure e liberarlo dalla terribile emicrania). La guerra non è iniziata nel febbraio 2022, ma era in corso “silenziata” dal 2014 nel Donbass! Gli scontri nascono il 9 maggio 2014, a Mariupol’, durante le celebrazioni della Giornata della Vittoria; scontri tra polizia ucraina e gruppi filo-russi che provocarono la morte di 20 manifestanti e un poliziotto, per poi continuare con altri errori e orrori inenarrabili nello scontro dell’esercito ucraino con i separatisti delle regioni di Donetsk e Lugansk. 14mila morti è stato il Bilancio dall’aprile 2014 sino al 19 aprile 2022 (altro che scaramucce!) La verità è che avevamo dimenticato gli orrori della Guerra nel Donbass, come delle guerre nel Medio Oriente o in Africa; guerre lontane di cui non sentivamo neppure l’eco. Da oltre un anno, al contrario, un risveglio amaro, che ci obbliga a fare i conti con un passato troppo in fretta rimosso, con la narrazione bugiarda, secondo cui sarebbe esistito, ormai, un solo mondo, il nostro, dedito agli scambi commerciali e destinato a una omologazione politica e culturale.
Mentre le guerre, sempre locali e in fondo lontane, sarebbero rimaste un affare per droni, per operazioni militari “chirurgiche” E i campi di concentramento sarebbero serviti per tenere profughi e sfollati lontani dai nostri occhi immacolati (come in Turchia e in Libia). Quella che è scoppiata tra Russia e Ucraina sembrava una guerra impossibile, un film polveroso di un passato lontano, che salta fuori senza un perché; un evento “buono” al massimo per le maratone di Mentana, come lo furono quelle di Emilio Fede durante il conflitto in Kuwait.
La realtà è che non avevamo mai vissuto una guerra da 78 anni e avevamo perso la memoria della guerra.
Forse per questo non riusciamo a mobilitarci per la pace e Papa Francesco vive il dramma in solitudine senza riuscire a costruire un ponte di pace o far cessare il fuoco e l’uso delle armi di morte. Ascoltando mentre scrivo i Talk sulla invasione di Putin in Ucraina, mi vengono i brividi. Trasmissioni interminabili (con Soloni come “il pur tuttavia, ansimante” Minniti & company), dove vigono le regole della ipocrisia assunta ad unico valore, delle certezze destabilizzanti e delle frasi fatte; talk che alimentano il ripugnante culto della personalità dell’ex “comico” Zelenski nel suo ruolo di Presidente di Guerra e di elemosiniere alla Evangelisti ” a Fra’ che te serve e che me dai “. Risultato? Una Nazione, l’Ucraina sostanzialmente distrutta e rasa al suolo, un popolo migrato e sofferente per la distruzione di case, infrastrutture energetiche, ospedali, scuole; centinaia di migliaia di morti ucraini e russi per responsabilità certamente di Putin, ma non solo…..; da oltre un anno non vedo il collasso economico della Russia e, tantomeno, un Putin disarcionato e sconfitto, mentre non si intravede neppure l’ombra di segnali di fermate il fuoco, per trovare le soluzioni diplomatiche alternative alla guerra! Anzi stiamo sempre più scivolando verso apocalittici scenari di Guerra nucleare! Mi chiedo come faccia Zelensky ad annunciare il 2023 come l’anno della vittoria! Ma quale vittoria? C’è da rimanere basiti e terrorizzati per le sorti dell’Europa e del Mondo! Ma davvero l’Italia, l’Europa, l’Occidente e gli Usa non hanno alcuna autocritica da fare? Questa spirale che prevede l’obbligo di “spedire sempre più armi…per trovare la Pace” fa acqua da tutte le parti e non può durare ancora a lungo. Papa Francesco lo sa, ma è sempre più solo!

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