Casteggio
Mentre sto scattando alcune immagini delle tele, dipinte con tecnica diamond painting dell’amica Paola Pasqualini, che sono dislocate nella boutique vintage, al cui “comando” vi è la poliedrica Cristina Guerci, osservo altri dipinti, dall’impato diverso, quasi riflessivo. In questi, prevalgono sfondi di campagne, colline e, in particolare, tramonti sul mare.
Cinzia, ti ringrazio della tua disponibilità a offrirci qualche “nozione” artistica. In che anno hai intuito che il disegno potesse esser la tua carriera?
Negli anni Settanta, quando, da bambina, leggevo e disegnavo i personaggi di Topolino. Il primo fan? Papà, che li inviava alla redazione e, quasi ogni volta, comparivano sul numero seguente! Un’altra conferma fu quando avrei voluto frequentare l’Accademia a Milano, però non avevamo abbastanza disponibilità economiche e mi iscrissi all’istituto di Grafica, con il quale diploma avrei potuto inviare curriculum e avere un posto di lavoro, con un aiuto anche alla mia famiglia. Ero un po’ ribelle, come gli anni che Milano stava respirando…
Da artista, ne avrai “inventata” qualcuna?
Sì, non a causa del profitto scolastico, però volevo essere indipendente e girare qualche locale, in cerca di un lavoro e di nuove conoscenze: in pochi giorni, ho conosciuto una ragazza francese, poco più grande, che aveva urgenza di un lavoro, essendo arrivata da poco e necessitando una paga per l’affitto. Siamo entrare in un negozio di abbigliamento, precisamente una delle prima “jeanserie” nella “Capitale della moda”, e chiesi ai titolari se potevano assumerla. In pochi secondi, quasi non ne ero cosciente, han risposto:”Noi abbiamo bisogno di una come te!” Mi spiace per l’amica, che tornò in Francia e da quel giorno, ci lavorai vent’anni. Non fu proprio un “primo lavoro”. Il problema, sembra un paradosso, con i tempi che corrono, attribuirgli questo appellativo, era confessare ai miei genitori che avevo lasciato gli studi e non volevo conseguire il diploma.
Nel 2024, sembrerebbe un miracolo essere assunti in pochi giorni, anche con una Laurea: minorenne, con nemmeno un attestato è quasi inimmaginabile, però ti sei difesa e sei cresciuta in più settori, non sono negli abiti, accessori e gestione di un negozio, che è diventata, come hai accennato, la tua famiglia, in particolare la figlia dei titolari era per te come una sorella!
Dalla città, capoluogo lombardo, con il DNA napoletano, e, ora, con il marito, a Casteggio. Lavori come artista o è un hobby? E’ valido anche “entrambi”!
Dipingere, come disegnare, è una “terapia” e, negli anni del Covid19, ho coinvolto anche mio marito, che necessitava nuove energie, nuovi sorrisi, nuova motivazione interiore. Se vedessi la mia camera da letto, è come un archivio con molte tele, riordinate in una cassapanca di fronte al letto. L’arte, in casa, si respira. Anche i miei soggetti esprimono la nostra passione per “il contatto con la Natura”.
Cosa ami dipingere e quale è il tuo soggetto preferito?
Paesaggi, visti da lontano, e firi, qualsiasi specie, che conosco, quando posso raccolgo, e fotografo nelle mie escursioni. Mi son innamorata sia del Parco Sigurtà sia del Parco di Portofino. Uno dei miei soggetti preferiti è il mare, come il quadro esposto nella vetrina di Cristina, al tramonto, quando il cielo sembra tra il rosa e il blu e le luci riflettono sull’acqua. quanto dipingerei, osservando il mare! Una poesia, tra le onde agitate e quando, rilassato, sembra coccolarti, soffiando qualche angoscia, distante dall’anima.
Quale tecnica usi?
Se è più lenta la preparazione del quadro, la pittura ad olio consente una e più correzioni. Inoltre, i colori sono più accesi.
Con l’artista, dallo sguardo e sorrso empatico, abbiamo divagato su moltissimi argomenti, scoprendo conoscenze in comune e la sua altra inclinazione: il volontariato!
Cinzia, ti ho chiesto di narrarmi la tua carriera artistica, però non possiamo non citare quanto impegno offri nel sociale! Ho appena scoperto che una mia collega universitaria è la tua direttrice nella conosciuta associazione “Clown di Corsia Voghera OdV”! Sei anche una simpaticissima clown e non negherai un sorriso a un bimbo o a un anziano. Quanto affetto che serve in un contesto, come ospedali e case di riposo, in cui ci si sente più soli!
Sì, sono una buffa signora, che tra mura che possono “stringersi”, peggiorando l’umore di un paziente, diventa una bambina, col naso rosso, e con il compito di divertire offrire un gesto d’affetto, che, come hai ben detto, ne siamo molto carenti! Chiara, la tua collega universitaria, è la nostra responsabile, una persona eccezionale! Come ogni clown, anche lei ha un nome: “Polpetta”, un cibo tenero, quanto speziato, come lei. Quando vuole, sa come farci essere seri, però non ci riusciamo molto: noi offriamo tempo libero per migliorare quello di persone in condizione critiche. Il loro sorriso è la retribuzione più elevata che uno stipendo non potrà sostituire!
I corsi di clownterapia sono aperti e, una volta al mese, hanno una riunione e un allenamento.
I quadri, la tua passione “ancestrale”, sono in vendita? Come è possibile acquistarli?
Sì, li consegno in persona o li invio a domicilio. seguite la mia pagina Instagram:”Cinzi-Art”, https://www.instagram.com/cinzi_arte/
Benissimo, andrei avanti a chiaccherare, però i negozi devono chiudere, però è quasi ora di cena e i suoi pennelli l’aspettano: anche la notte è un momento di produzione. Gli artisti, si sa, vivono un’esistenza fisica e una parallela. In questo caso, comprendo questa trance dalla frenesia diurna!