SINOSSI DELL’ OPERA
Che cos’è il male? Si tratta di una domanda complessa. Il male è capace di nascondersi, velato all’interno delle diverse dimensioni umane. Il male, però, è una delle tematiche meno studiate dalle scienze sociali. Partendo da tali considerazioni è nato Il male velato, per rendere maggiormente identificabile questo concetto all’interno della società, in medicina e nel soprannaturale, con un approccio transdisciplinare volto a intrecciare l’antropologia, la sociologia e la criminologia.
Davide Costa è esperto di medical humanities, che insegna presso la scuola di alta formazione dell’Università Magna Græcia di Catanzaro. Ideatore del progetto di divulgazione scientifica in chiave teatrale Scienze sociali in scena, è autore di 70 pubblicazioni tra articoli di ricerca e saggi scientifici.
INTERVISTA ALL’ AUTORE
Ci parli di lei.
Sono Davide Costa, studioso di scienze sociali sebbene ho un percorso di formazione molto particolare nonostante la mia giovane età perché ho una prima laurea in Professioni sanitarie, una in Sociologia, una in Amministrazione e criminologia e sto per terminare un dottorato in Sociologia della medicina. Amo molto scrivere e fare ricerca infatti sono autore di 3 saggi e di 70 pubblicazioni di ricerca sulle migliori riviste scientifiche internazionali, sono arrivato per ben due volte finalista al concorso internazionale di Poesia il Federiciano, ho vinto la Menzione al merito nel concorso Caffè delle arti per il mio saggio “Cannibalismo questioni di genere e serialità”, insegno medical humanities presso la scuola di Alta Formazione dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, e sono anche l’ideatore di progetto di divulgazione scientifica in chiave teatrale Scienze sociali in scena.
Di cosa parla il suo libro.
Il mio ultimo saggio scientifico dal titolo “Il male velato società medicina e culti” edito dalla casa editrice universitaria Tab edizioni ha come oggetto principale di interesse il male dalla prospettiva delle scienze sociali di cui mi occupo come l’antropologia, la storia della medicina, la psicoanalisi e la sociologia. Rappresenta un vero unicum perché ad oggi prevalentemente discipline come la filosofia e la teologia si sono occupate del concetto di male. Nello specifico nel saggio si parla del male in società partendo da una serie di casi concreti, definizioni ecc per poi analizzarlo nel contesto della medicina con un focus sul male fisico, sul male dalla medicina ossia la malasanità, e la medicina del male ossia l’applicazione del sapere medico per arrecare del male con delle ricostruzioni sugli esperimenti di Mengele e sui serial killer sanitari, e del soprannaturale in termini di impatti sulla società, analizzando alcuni demoni famosi, la stregoneria, il satanismo, la caccia alle streghe, gli esorcismi e le torture.
Il male nella umanità, un male mai estirpato.
Secondo lei perché?
Beh perché il male è parte di noi, ma soprattutto il male, dal mio punto di vista, è velato cioè si nasconde grazie a tutta una serie di meccanismi (dal linguaggio comune a forme di vere e proprie campagne sociali di mascheramento del male) per cui non è possibile estirparlo totalmente, ma spero che col mio saggio sia possibile creare almeno una piccola breccia tra i tanti veli che avvolgono appunto il male.
Come sensibilizzare la società a problematiche che la caratterizzano?
Esistono tante strategie a riguardo… Ad esempio nel mio caso ho fondato un progetto di divulgazione scientifica in chiave teatrale “Scienze sociali in scena” che ha proprio come obiettivo quello di utilizzare il teatro come strumento di divulgazione, formazione e apprendimento per veicolare i contenuti delle mie ricerche ma non solo, proprio perché mancano momenti di formazione al di fuori dei contesti classici come scuola, università, ecc. sulle tante problematiche che affliggono la nostra società. Questo progetto le cui pagine sono su tutti i social (Ig, Fb, tiktok e youtube) ha avuto così tanto successo che ho ricevuto l’invito e l’onore di poterlo presentare presso il Freud Museum di Vienna lo scorso settembre.
Perché scrivere?
La scrittura è vita che fluisce sui fogli! Ho imparato a leggere e a scrivere a 2 anni e da allora considero queste due attività vitali al pari di respirare, mangiare, bere e dormire… scrivo sempre, ho le note del cellulare piene di appunti, osservazioni e riflessioni. L’essere uno studioso di scienze sociali e amante della ricerca scientifica hanno aumentato ancora di più questa mia passione. Scrivere è terapeutico, è liberatorio e soprattutto consente di potersi scoprire, conoscere e perché no è un modo per donarsi agli altri e rimanere in qualche modo indelebili.
Progetti futuri?
Ah beh tantissimi… ci sono in cantiere nuovi eventi targati Scienze sociali in scena, tante ricerche da avviare, nuovi percorsi di vita… Ma il progetto futuro più importante resta uno solo: essere sempre migliore di come sono oggi!
Dove possiamo trovare il libro?
Il mio saggio è disponibile su tutti gli store online da quello della casa editrice Tab edizioni, Amazon, IBS, Mondadori, ecc.
Di Manuela Montemezzani