di COSIMO LUPPINO
Nutrendo un profondo malessere per la diffusissima assenza di democrazia nei partiti e ispirato, al contempo, da un dibattito sulla democrazia e suoi valori, andato in onda anni fa su Radio Radicale, ma ancora di attualità, tra i Signori D’Alema Massimo e Fini Gianfranco, che allo stato mi potrei quasi accingere ad enucleare tra i pochi “ Statisti” esistenti nel nostro paese, con la presente intendo produrre un “atto di accusa” nei confronti dell’attuale sistema dei partiti esistenti nel nostro Stato affinché vengano adottati atti legislativi finalizzati al rispetto del dettato costituzionale ormai da tanto tempo disatteso con grave pregiudizio delle “comuni necessità” oltre che di democrazia e di partecipazione effettiva all’organizzazione politica dell’intero Paese.
L’art. 49 Cost., infatti, stabilisce che “ tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”.
Ciò che manca in tutti i partiti (o quasi?) è appunto il metodo democratico, la cui assenza ha provocato le più disparate distorsioni e che il Col. Antonio Pappalardo, nella sua posizione di Presidente del COCER, ha chiaramente elencato come i mali dello Stato e della società italiana: “disoccupazione, insicurezza pubblica, criminalità mafiosa e terroristica, corruzione e faziosità politica, disinteresse per i problemi della collettività, distruzione dell’ambiente, scardinamento di ogni valore morale, dittatura sul popolo che deve subire scelte di ogni genere possibilmente sorridendo” (La Stampa del 31/3/2000)
In un simile contesto la vita interna dei partiti continua ad essere caratterizzata formalmente da “parolai” che sbavano parole di democrazia, libertà e legalità ma sostanzialmente dalla mancanza di ogni elementare rispetto non solo della vita democratica ma anche della pari dignità sociale, oltreché umana s’intende, e dell’uguaglianza di tutti i cittadini (art.3 Cost.) che d’altronde hanno consentito a Lei, Signor Presidente, e ai Signori Parlamentari di raggiungere le attuali posizioni di prestigio.
Personalmente sono sempre stato alla ricerca di un partito confacente alle mie idee che mi garantisse la possibilità di esprimere le mie opinioni e i miei voti sulle scelte che implicano la soluzione di tutti i problemi nonché il perseguimento delle più disparate e legittime finalità. Dopotutto un sistema politico che si definisce e “ si pretende democratico” non dovrebbe garantire tutto ciò?
Per tutta risposta cosa ho trovato? Tesseramenti fasulli o addomesticati dalla politica dei contentini ( favori, clientele, corruzione, ecc.), commissariamenti pilotati per reprimere ogni libertà di espressione (oltreché di impedimento alla più ottimale selezione della migliore dirigenza non solo politica) e di presenza delle minoranze anche se rispettose del programma o ideale di fondo del partito, riunioni e congressi di comodo ovvero da tenere solo se compatibili con gli oscuri, anche se intuibili, interessi dei pochi politici con in pugno le segreterie dei partiti e che tutt’ora vanificano, con il loro controllo caratterizzato da illegalità costituzionale, persino il contenuto dell’art. 5 Cost. in tema di autonomia e decentramento e in totale dispregio di ogni possibile “federalismo”.
Potrei continuare descrivendo persino le varie, infide ed antidemocratiche procedure interne ai partiti ma credo che sia inutile in quanto quasi tutti i politici dovrebbero conoscere l’effettiva situazione. Spero, malgrado tutto, di trovare una “ Stampa libera” che mi consenta di far capire, anche con riferimento ai particolari, l’intero andazzo che caratterizza nel complesso l’intera vita dei partiti riservandomi comunque di scrivere un libro dal titolo “La grande truffa della politica: la soluzione ”.
Non s’intende, tuttavia, fare di tutta l’erba un fascio. Probabilmente ci saranno dei partiti e tanti politici sensibili alle esigenze di una politica intesa in un senso più nobile oltre che attenta a non far scomparire il ruolo dei Signori Parlamentari o mantenerli “sine die” in una situazione di dipendenza ovvero di “ascarismo diffuso”. Ma per trovarli , però, i cittadini dovranno provare ad iscriversi e tentare di partecipare in tutti i partiti sprecando un’intera vita? O dovranno cercare di creare un proprio partito per poi estraniarsi del tutto dalla vita politica?
In un simile contesto spero di interpretare un’esigenza di sostanziale partecipazione, sentita dalla stragrande maggioranza dei cittadini e persino dai Signori Parlamentari ( che malgrado non abbiano alcun vincolo di mandato in base all’art. 67 Cost., pare siano “asserviti” a qualche cosa d’altro per essere ricandidati e rieletti), attraverso partiti veramente democratici che svolgano adeguatamente il proprio ruolo istituzionale.
Per quanto su esposto, quindi, chiedo alle SS.LL., Deputati, Senatori e Presidente, di promuovere adeguatamente l’adozione, sulla falsariga del diritto delle società (si controlla chi produce e non si controlla chi spreca?) di norme idonee a consentire il normale funzionamento del ruolo democratico e il successivo controllo di legittimità , e certamente non di merito, della vita interna dei partiti sufficiente a garantire ad ogni iscritto (socio) diritti e doveri affinché possa, con la forza delle proprie idee e la capacità di persuasione, partecipare in regime di concorrenza alla vita pubblica del suo paese.
Certamente tale controllo di legittimità, erroneamente e volutamente rifiutato da certe oligarchie se non dittature di partito in nome della libertà ( la loro solamente, s’intende, e non quella di tutti) sarebbe un atto dovuto anche in base all’art. 54Cost., il cui primo comma prevede, appunto, che “tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservare la Costituzione e le leggi”.
E’ necessario, quindi,condurre l’intero sistema politico dei partiti al rispetto del “metodo democratico” per riportare i cittadini alla politica e al riparo dalle innaturali tendenze o derive autoritarie.
E’ nell’interesse di tutti! Persino di chi detiene il massimo potere anche perché quando si innescano delle azioni che implicano milioni di soggetti si potrebbe rimanere prigionieri di tali azioni e non sempre in posizione di supremazia.
Auspicando che tale petizione possa essere esaminata dalla Commissione competente ai sensi dell’art.109 del Regolamento della Camera dei Deputati ed eventualmente abbinata ad un futuro progetto di legge presentato recante analogo contenuto, porgo i miei più cordiali saluti.