INTERVISTA ALL’ AUTRICE
Ci parli del libro.
“Una goccia nell’anima” nacque nell’inverno tra il 2015 e il 2016, in seguito a un sogno in cui un’onda irrompe nella mia camera di ostello in cui vivevo a Liverpool. Quella notte, mi sedetti alla mia scrivania e buttai giù ciò che sognai e i personaggi vennero a me. Studiai la parte storica alla British Library di Londra in quanto, non essendo un flashback, il protagonista lo viveva con lo svolgere degli eventi. Adesso, noi sappiamo le stime dello tsunami, il livello sulla scala sismica, quali territori ha distrutto, quante vittime. Ma mentre gli eventi si svolgevano, c’erano solo delle idee. Perciò fu illuminante trovare i giornali dell’epoca, che giorno dopo giorno aggiornavano il pubblico. Inoltre, quei giornali mi hanno aiutato anche a scoprire come il governo inglese si è messo all’opera per aiutare i suoi concittadini coinvolti nello tsunami. Ammetto che ho pianto tanto scrivendo “Una goccia nell’anima” non solo leggendo quelle testimonianze che mi davano i brividi, ma anche a mettermi nei panni dei miei protagonisti, facendo un percorso intimo dentro di me.
Una storia d’amore, cos’ha di nuovo questa storia e cosa secondo lei trasmette al lettore?
Ci sono diverse storie d’amore in “Una goccia nell’anima”. Quelle romantiche allo stesso tempo sono su livelli diversi. Basti fare il paragone tra Tyler e Aida e Luton e Suyenne: l’uno, un amore concreto con fondamenta, l’altro un amore “estivo” ma che ha comunque una grande forza. Poi, abbiamo l’amore tra Luton e sua madre, in quanto suo padre è venuto a mancare quattro anni prima, quindi lui si erige a uomo di casa; c’è la forte amicizia tra Luton e Tyler che, nonostante le avversità che si presentano nella storia, è ciò che muove il primo lungo tutto il percorso.
Una bella copertina chi l’ha ideata?
L’equipe grafica della casa editrice “Monnalisa” l’ha realizzata. Ho scelto questa tra quelle proposte perché racchiude il vero protagonista di questa storia, ovvero l’oceano, visto come un amico nella seconda parte del romanzo. E il fatto che fosse al tramonto potrebbe dare l’idea di “la quiete prima della tempesta”. È incredibile quanti messaggi possa trasmettere un’immagine.
La cultura in Italia. Secondo lei.
L’Italia è sempre stata la culla dell’arte: dall’arte figurativa alla letteratura alla gastronomia. Nonostante questo, però, la cultura italiana, sfruttando le sue radici storiche, sta comunque abbracciando il cambiamento in molti campi, soprattutto quelli che ho sopracitato.
Quanto è importante leggere per scrivere?
Assolutamente importantissimo. Se si scrivesse soltanto, sarebbe come decidere di partecipare alle Olimpiadi senza allenarsi. Leggere per uno scrittore non è soltanto svago, ma anche una vera e propria accademia di scrittura: attraverso le parole di altri, si può arricchire il proprio vocabolario e nutrire la propria immaginazione. Per me leggere è rilassante: adoro farlo specialmente la sera prima di addormentarmi, come se azzerasse le preoccupazioni della giornata e mi aiutasse a conciliare il sonno.
Progetti futuri.
È in vista una presentazione a Roma nel mese di marzo, ma siamo agli albori dell’organizzazione. Inoltre, vivendo io in Inghilterra, l’agenzia che mi rappresenta lancerà un progetto per far tradurre e pubblicare “Una goccia nell’anima” qui.
Dove possiamo trovare il libro.
Il libro è disponibile su tutte le piattaforme online come ebook e cartaceo. Altrimenti, presso la vostra libreria di fiducia, ordinandolo al libraio.
Di Manuela Montemezzani