Due Chiacchiere con l' Arte

GARIBOTTI ROSSANO

 

Titolo del romanzo: Quando Pattumiera s’incazza: la primavera del detective del possibile e dell’impossibile’.

Genova è il teatro in cui si muove il protagonista del romanzo, Orazio Pattumiera, ‘detective del possibile e dell’impossibile’. Fattezze simili a Pietro Gambadilegno, ‘oriundo’ siculo-napoletano trapiantato a Genova, città in cui ha ritrovato affinità con Napoli e Palermo. Cacciato dalla polizia, mantiene rapporti contraddittori e ambigui col fratello gemello, lo Splendido, Commissario di Polizia (divenuto tale in seguito all’estromissione dalla Polizia del fratello) al quale si sostituisce e col quale scambia i ruoli. La Genova in cui si muove il Pattumiera è divisa in due: i ‘chiari’ e le tecnologie di via XX Settembre e gli ‘scuri’ del Centro Storico. E’ a questi ultimi che si rivolgono gli interessi del Pattumiera, nella misura in cui riesce a coltivarvi attitudini e vizi (combattimenti clandestini di galli etc…)

La ‘mission’ del Pattumiera è quella di riuscire, risolvendo un caso importante, ad essere riammesso in polizia; la ‘mission’ del fratello gemello, lo Splendido, è quella di  avvantaggiarsi della capace consulenza del fratello – a cui passa denaro e casi minori – evitando il suo reintegro. Il loro è un rapporto di odio e amore, sublimato dalla ‘memoria di mammà’. Nel romanzo si alternano umorismo e dramma.

Orbene, il romanzo ha inizio con lo scoppio della Primavera, con l’omicidio –  compiuto sulle alture di Genova, con un preciso colpo di fucile esploso dal sentiero  che dalla baita del Diamante porta al Righi – di un agente/produttore di pubblicità, William Brenosti. Brenosti, intento a fumarsi l’abituale sigaretta, verrà freddato in una piazzola di sosta nei pressi dell’uscita di Genova-est, situata dabbasso al sentiero. L’indagine vertirà dunque nei dintorni del mondo dell’agenzia pubblicitaria mettendo a fuoco una serie di sospetti: dai due soci della vittima, Antonio Sacchi, prossimo al pensionamento e ridotto da un incidente automobilistico su di una carrozzina, ed Eraldo Contini, cinquantenne allampanato e chic; i collaboratori audio e luce, lo sfrontato Giorgio Valle e il riservato Ivan Locci nonché diversi clienti dell’agenzia. Un’indagine minore e parallela verrà inoltre svolta sulla rottura notturna degli schermi pubblicitari dentro la stazione Brignole, indagine ufficialmente ‘passata’ dal commissario (lo Splendido) al fratello detective (il Pattumiera), con l’intento di depistarlo rispetto all’indagine principale in cui il Pattumiera vorrà certo ficcare il naso…e rispetto alla quale, sottobanco, il commissario non disdegnerà ‘consigli’, ma della cui soluzione vorrà attribuirsi esclusivamente il merito. Nel corso dell’indagine verrà incriminato dal commissario un cliente dell’agenzia, tal Morganti, un allevatore piacentino, giudicato innocente dal Pattumiera. Fino a che il ritrovamento di una lettera nascosta al di sotto di una foto appesa alla parete nell’agenzia pubblicitaria metterà commissario e detective sulle tracce di un nuovo sospetto, Ferrando Enrico, che confesserà il delitto. L’uomo, un pensionato padre di famiglia, confessa di aver  ucciso William Brenosti con un colpo di fucile esploso lungo il sentiero in direzione del Righi, poiché autore di innumerevoli pubblicità con modelle magrissime, che hanno avvicinato la figlia Anna all’anoressia, uccidendola. Ma quando la partita sembrerà definitivamente chiusa, si metterà in moto il fiuto del Pattumiera…egli intuirà che il vero colpo di fucile non era stato esploso dal reo-confesso (plagiato a sua insaputa dall’assassino, che aveva caricato il suo fucile da cacciatore a salve, non fidandosi delle sua mira) ma dall’assassino che stava nascosto in un avallamento sul prato alle sue spalle con un fucile di precisione: il socio Eraldo Contini, in combutta con la moglie della vittima. Lo stesso socio aveva in precedenza ucciso Anna, la figlia del pensionato, facendola cadere dalla tromba delle scale, facendo così passare l’omicidio per un tragico incidente dell’esile ragazza. Così facendo aveva scatenato gli istinti omicidi del padre, di cui si era servito per portare a termine la vendetta nei confronti del socio più brillante e capace di lui, del quale – per volontà stessa della moglie, sua amante – contava di impadronirsi della quota realizzando la maggioranza in azienda.

Pattumiera è circondato da una serie di personaggi. I principali:

Zia Tina, 70 enne che vive con la famiglia del Pattumiera e segue tutto il giorno, blindata in camera, incontri di boxe in bianco e nero alla tivù.

 – Il Filosofo, un uomo che vive su di una panchina al Porto Antico dove dà ‘consigli indispensabili’ ad un euro con tanto di ricevuta.

– Eleonora, ex miss muretto 2006, splendida – e non corrisposta  – moglie del Pattumiera,

Cornelia De Cubitis, vicina di 140 chili di peso di cui il Pattumiera è follemente innamorato.

Paolo e Arisitide, i figli piccoli del Pattumiera con cui è solito reinterpretare scene di film western o polizieschi amati dal detective;

Il Questore Zanardi e il Pubblico Ministero Viviani, che vigilano su entrambi i fratelli…ognuno a modo suo.

Nelle mie intenzioni, questo costituisce il primo episodio di una serie inquadrata, di volta in volta, nel succedersi delle stagioni.

AUTORE:

Rossano Garibotti nasce nel 1965 a Genova. Viene ‘folgorato sulle vie della narrativa’ dalla lettura di Martin Eden di Jack London. Da allora frequenta stage e corsi di scrittura, per approdare in pianta stabile dal 2004 alla scuola di scrittura creativa tenuta da Renato Di Lorenzo presso l’associazione culturale ‘Satura’. Ha pubblicato nel 2008 per la ‘DeFerrari editore’ un giallo dal titolo ‘Venerdì è l’ultimo dell’anno’; nel 2009 per ‘Liberodiscrivere’ un romanzo umoristico di formazione intitolato ‘E intanto il Dodo è già scomparso’. Nel 2014 realizza un libro di foto e temi di viaggi pubblicato dalle Edizioni ‘Antiche Porte’ di Reggio Emilia. Nel 2022 vince il Premio GialloFestival di Bologna col romanzo giallo ‘Quando Pattumiera s’incazza’. Nel Dicembre del 2024 pubblica il secondo episodio della serie intitolato ‘Il Giustiziere – il secondo tragico Pattumiera’.

Domande:

Com’è nata la sua passione per la scrittura?

La mia passione per la scrittura è nata dalla lettura di Martin Eden di Jack London; celebre romanzo in cui il protagonista ha l’ambizione, anche al di là dall’avere una compiuta formazione umanistica, di diventare scrittore. Più in generale, nasce dall’amore e dal rispetto verso la letteratura e dal conseguente, modesto tentativo di emulazione. Inoltre, dall’apprezzamento delle dinamiche con le quali ci si rapporta mentre si scrive: solitudine, silenzio, confronto con se stessi, curiosità di come (e se) evolverà il romanzo e di come andrà a finire. Essere (rac)chiusi nella propria stanza o nel proprio studio, munito dei propri strumenti di lavoro, acquisiti anche nella frequentazione di corsi di scrittura creativa. Ho un concetto molto artigianale del lavoro dello scrittore.

Un romanzo con un protagonista molto contraddittorio, un po’ film anni 80, così mi verrebbe da dire, anche dal soprannome molto ironico. Come nasce il protagonista?

Il protagonista, detective Orazio Fulgenzi detto Pattumiera, ‘oriundo’ siculo-napoletano che agisce nel capoluogo ligure ai giorni nostri, nasce dalla volontà di costruire un detective sopra le righe, trascurato e vizioso, nel quale fosse tuttavia possibile rinvenire una spina dorsale. Così scaturisce il detective Pattumiera, una sorta di Pietro Gambadilegno, un cattivo – buono (vista la posizione di detective, è meglio invertire i termini in buono – cattivo). Questa la teoria. Nella pratica, una volta ideato il Pattumiera, lui si prende tutta la scena e al (povero) scrittore non resta che rincorrerlo nelle sue (autonome) scorribande a Genova e tradurre in romanzo ciò che il personaggio mi detta, o fa, avocando a sé una infallibilità di giudizio – che varia da caso a caso – infischiandosene se ciò lo possa far apparire contraddittorio o meno. Nelle storie del Pattumiera il dramma si alterna alla commedia, o allo spunto umoristico…mi piace pensare che in quest’ultima il lettore possa ravvisare tracce della comicità surreale degli anni ’70 e ’80 del grandissimo Paolo Villaggio. Credo semplicemente che alternare umorismo e dramma, contribuisca a rendere il dramma più drammatico e l’umorismo più efficace, un po’ come il dolce e il salato. Pattumiera esordisce nel mondo della narrativa con ‘Quando Pattumiera s’incazza’, romanzo che nel 2022 si aggiudica il Premio Giallo Festival di Bologna.

Un amore per i gialli e per la letturatura, quanto è importante leggere per scrivere bene?

Il mio amore per la letteratura – direi in particolare la narrativa – comprende e supera l’amore per i gialli, ai quali arrivo in un secondo tempo (e di sponda). Il genere giallo ormai – da tempo immemore? – comprende un po’ di tutto… anche i romanzi di Sciascia erano tecnicamente dei gialli; chissà che non lo fosse anche Delitto e Castigo. Credo che all’interno del genere giallo – tutto sommato – sia ricompresa anche molta narrativa generale. Infinite volte, infatti, si usa la tecnica del giallo per scrivere romanzi sociali od esistenziali. Per scrivere al meglio delle mie capacità è stato ed è certo utile leggere molto; tuttavia occorre anche concedere credito al seguente assioma: leggere ho già letto, adesso è l’ora di scrivere.

Un genere – il giallo – sempre in voga, mai tramontato, secondo lei come mai?

Proprio a causa di quanto scrivevo prima; il giallo è un contenitore nel quale possiamo anche esprimere concetti generalmente attribuiti alla narrativa generale, riguardanti la società o l’esistenzialismo, oppure umoristici…innestati nell’impalcatura del romanzo giallo. Apprendere concetti sociali od esistenziali leggendo un giallo, può risultare più godibile e ‘riposante’. Ci sono ottimi esempi di questo. Inoltra appassionarsi a un mistero da risolvere è parte della natura umana, da sempre. Consideriamo anche che i lettori di gialli si possono dividere in diverse categorie: non a tutti piacciono gli stessi gialli. Se in una qualsiasi libreria togliessimo tutti i romanzi che tecnicamente sono dei gialli, ne toglieremmo una parte rilevante.

Che ricerche vanno fatte sul campo per scrivere un libro così?

Nel mio caso poche, anche perché considero qualsiasi romanzo essere fiction, finzione, dove il plausibile funziona meglio del reale, ed il verosimile meglio del vero…ogni romanzo in fondo è un po’ magico. Nelle parti in cui c’è un riferimento forte col dato reale, o ‘sociale’, tuttavia, mi documento a dovere sul web…questo non supera il dieci per cento dell’impegno che devo mettere per scrivere il romanzo. Credo comunque che il detto ‘scrivere di ciò che si conosce’, sia più vero che no.

Quali sono i suoi progetti futuri?

Di base, di progetti ne coltivo uno per volta…progetto del quale dubito almeno finché non l’ho realizzato…non sopporterei, per tutto ciò che leggere narrativa mi ha dato nel corso degli anni, di mettere al mondo romanzi dei quali non fossi soddisfatto…occorre tempo. Non mi resta dunque che giocare facile: il futuro potrebbe riservarmi il terzo episodio del detective Pattumiera.

Secondo lei c’è un genere che piace più ai giovani? Questo libro può essere indicato per quale pubblico?

Onestamente di ciò che piace ai giovani, non ne ho idea. Immagino comunque un genere che possa avvicinarsi alla lettura dei Manga, che i giovani prediligono, e al mondo fantastico in generale…opterei dunque per la fantasy. Il mio libro credo possa piacere dai trent’anni in avanti, ad una platea abbastanza ‘trasversale’…pur saldamente ancorato alla dimensione del giallo, contiene commedia, umorismo e…forse qualcos’altro.

Dove troviamo il libro?

A Genova il romanzo è attualmente a disposizione presso la Libreria Coop del Porto Antico di Genova, nell’attesa che possa arrivare anche altrove in città. L’elenco delle librerie che lo hanno a disposizione è pubblicato sul sito della casa editrice Damster Edizioni di Modena e Bologna; è acquistabile sul sito della stessa www.librisumisura.com, su Amazon e Ibs.

Di Manuela Montemezzani 

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