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Il diritto all’identità personale e i titoli nobiliari onorifici privati

Principio generale

Il diritto all’identità personale, sancito dall’art. 2 della Costituzione italiana, tutela la storia, le tradizioni e le caratteristiche distintive di ogni individuo. Tale diritto include anche il riconoscimento di titoli nobiliari privati o di onorificenze conferite da associazioni o organizzazioni di carattere privato, in quanto elementi della propria identità storica e culturale.

L’utilizzo di tali titoli, seppur privo di valore legale pubblico, è ammesso come espressione della personalità dell’individuo, purché non contrasti con l’ordine pubblico o i diritti di terzi. Il bilanciamento tra il rispetto della tradizione e i principi democratici impone che tali titoli non possano conferire vantaggi indebiti o privilegi giuridici.


Esempi pratici

1. Titoli nobiliari privati e associazioni riconosciute

Alcune associazioni, come il Sovrano Militare Ordine di Malta, la Real Casa di Savoia o altre organizzazioni nobiliari, conferiscono titoli di carattere onorifico o cavalleresco. Sebbene tali titoli non abbiano valore giuridico pubblico, possono essere utilizzati dai destinatari come espressione del proprio patrimonio storico e culturale.

Sentenze di riferimento:
  • Tribunale di Roma, sentenza n. 3586/2015: ha stabilito che l’uso privato di un titolo nobiliare conferito da un’associazione privata non è contrario all’ordinamento giuridico, purché non comporti vantaggi indebiti o privilegi.
  • Cassazione, Sez. I, n. 10936/1997: ha precisato che i predicati nobiliari possono fare parte del nome, purché rappresentino un elemento distintivo e identificativo della persona.

2. Onorificenze conferite da autorità estere

Onorificenze conferite da Stati esteri o organizzazioni internazionali, pur non essendo automaticamente riconosciute dall’ordinamento italiano, possono essere utilizzate dai beneficiari in contesti privati o sociali come simbolo di status o identità personale.

Esempi pratici:
  • Un cittadino italiano insignito di un titolo cavalleresco dal Regno Unito (ad esempio, il titolo di “Sir”) può farne uso nei contesti privati o sociali, senza rivendicare un riconoscimento ufficiale da parte dello Stato italiano.
  • Un’onorificenza conferita dal Sovrano Militare Ordine di Malta può essere esibita a livello associativo e culturale, senza implicazioni legali nell’ordinamento italiano.
  • Il Principato di Seborga: un piccolo territorio che rivendica una sua indipendenza storica e che conferisce titoli nobiliari riconosciuti dai membri della comunità locale e dagli appassionati di tradizioni storiche.
  • Il Principato di Roccaromana: un esempio di nobiltà contemporanea che, sebbene non riconosciuta ufficialmente, viene utilizzata dai suoi membri come parte dell’identità culturale e personale.
Norme di riferimento:
  • Art. 8 CEDU (Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo): garantisce il diritto al rispetto della vita privata e familiare, includendo il diritto all’identità personale.
  • Art. 7 Codice Civile: protegge il nome e il suo utilizzo, consentendo al titolare di agire per tutelare il proprio diritto in caso di usurpazione o contestazione.
  • D.P.R. 31 ottobre 2000, n. 396, art. 89: disciplina la registrazione e l’uso di titoli nobiliari, stabilendo che possono essere inseriti nei documenti solo se riconosciuti dallo Stato.

3. Uso di titoli onorifici privati nel contesto sociale

L’uso di titoli onorifici conferiti da associazioni private può costituire un segno distintivo dell’individuo, simile a una qualifica professionale o accademica.

Esempi:
  • Un membro di un ordine cavalleresco riconosciuto da un’associazione può far uso del titolo in eventi o pubblicazioni accademiche, sempre specificando la sua origine privata.
  • Un cittadino insignito di un titolo nobiliare da una casata storica può farne uso in occasioni cerimoniali o culturali senza ledere i principi giuridici di uguaglianza.
  • Nobiltà contemporanea: individui che, pur non appartenendo a casate storiche riconosciute ufficialmente, utilizzano titoli nobiliari per mantenere vive tradizioni e identità culturali, rafforzando la propria riconoscibilità sociale.

Ulteriori considerazioni

L’uso di titoli nobiliari privati come parte dell’identità personale non deve essere confuso con un riconoscimento giuridico pubblico. La giurisprudenza distingue tra:

  1. Il valore simbolico e culturale che questi titoli possono assumere per l’individuo.
  2. La rilevanza giuridica, limitata a ciò che l’ordinamento italiano riconosce.

Questo equilibrio consente di preservare le tradizioni senza compromettere i principi di uguaglianza e democraticità. In particolare:

  • I titoli nobiliari privati non possono essere utilizzati ufficialmente nei documenti di Stato (passaporti, carte d’identità).
  • L’uso di tali titoli non deve indurre in errore sull’effettivo status giuridico dell’individuo.
  • L’adozione di titoli onorifici deve rispettare le normative vigenti, senza implicare privilegi indebiti o usurpazione di ruoli pubblici.

Il diritto all’identità personale

Il diritto all’identità personale include la libertà di utilizzare titoli nobiliari e onorifici privati come elemento distintivo della propria storia e cultura. Tuttavia, il loro uso deve essere conforme ai principi dell’ordinamento giuridico italiano, senza creare indebite pretese di riconoscimento ufficiale.

Il dibattito giuridico continua a evolversi, e le future interpretazioni normative potranno ulteriormente chiarire la posizione dell’ordinamento italiano su questi temi, garantendo sempre il giusto equilibrio tra tradizione e diritto.

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MARCO PILLA
Marco Pilla nasce a Pavia il 24/09/1981 da famiglia d’alta borghesia, tra i quali il nonno materno Cremonesi Vincenzo, vecchio forgiatore, dal quale apprenderà l’antica arte della manipolazione dei metalli. Sin da adolescente si distingue dai suoi coetanei per la sua capacità manuale, creando i suoi primi oggetti in ferro ,tutto ciò sempre sotto la stretta osservanza del nonno. “Da quando ero ragazzino ad oggi non e cambiato nulla sen non l’aspetto fisico, ho sempre la stessa voglia di fare e di scoprire cose nuove per questo spesso sono in volo per il mondo. Questi miei continui viaggi ,mi danno la possibilità di apprendere in continuazione informazioni che permettono alla mia persona di aumentare sempre di più il bagaglio tecnico/culturale, anche perché io credo, anzi ne sono convinto, che all’interno di ogni essere umano ci sia una sorta di libreria, e che ognuno di noi abbia il dovere di riempirla nell’arco dei suoi giorni il più possibile, per se e per le persone che lo circondano.” Iscritto nel registro dei periti araldici presso la commercio di Pavia, iscrizione n. 253 dell’11.1.2021 C.T.U. presso il tribunale di Pavia in genealogia e scienze documentarie https://www.tribunale.pavia.giustizia.it/it/Content/Ctu?professione=-1&specializzazione=110332&idCP=85691 Inserito nella sezione artisti della celebre “Tota Pulchra”, associazione di promozione sociale, nata l’8 maggio del 2016 da un’idea di Monsignor Jean-Marie Gervais, Presidente della stessa Associazione e Prefetto Coadiutore del Capitolo Vaticano. https://totapulchra.org/index.php/chisiamo/artisti/781-marco-pilla

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