Due Chiacchiere con l' Arte

Annamaria Tagliaretti , SCRITTRICE

 

NOTE BIOGRAFICHE 

Nata in provincia di Pavia, vivo dal 1964 a Busto Arsizio. Laureata in Servizio Sociale e successivamente insegnante di scuola primaria, dopo il pensionamento mi sono dedicata quasi a tempo pieno ad attività di volontariato, occupandomi di progetti di solidarietà internazionale in collaborazione con varie ONG. Fondatrice del Centro Antiviolenza “Filo Rosa Auser”, oggi punto di riferimento per il territorio della provincia di Varese e dell’area sud della provincia di Milano.
Il romanzo “VOLEVO ESSERE TE” che propongo è una storia di formazione, di affetti perduti e infine ritrovati attraverso un evento traumatico. Il romanzo è inserito nel costume e nelle vicende italiane dal 1947 al 1982.
Precedenti pubblicazioni e riconoscimenti
Nel 2002 ho pubblicato “A piedi scalzi, sambando la vita”, diario di viaggio alla scoperta del Brasile, pag. 206, stampato presso La Tecnografica, Varese.
Nel 2015 ho pubblicato il romanzo breve “Il treno sta per arrivare”, una storia di violenza domestica tratta da una testimonianza di vita vissuta, pag. 130, Freeman editrice, Busto Arsizio.
Ho scritto numerosi racconti, alcuni pubblicati in antologia da “Arte del narrare”, quattro qualificatisi ad un concorso organizzato dal Sindacato SPI-CGIL (due al primo posto, due al secondo posto).
Aprile 2024 – Con il romanzo “Volevo essere te” ho ricevuto una Segnalazione Speciale nell’ambito del Premio letterario Victoria 3.0 indetto da ANAGTIA A.p.s.
Maggio 2024 – Nell’ambito di un concorso nazionale di narrativa promosso da varie associazioni di Ferrara (consorzio di bonifica Pianura di Ferrara, Gruppo Scrittori Ferraresi, Comune di Ferrara) e denominato “Storie di pianura” ho ricevuto la Menzione d’Onore per il racconto “Quaranta giorni” essendomi classificata al quinto posto.
Luglio 2024_ Finalista al Premio Letterario “Una storia per il cinema” indetto da Cineheart Associazione Culturale con il romanzo “Volevo essere te”.

 

INTERVISTA ALL’ AUTRICE

Ci parli di come è nata la storia di questo libro

Ho sempre subito il fascino del “doppio” , cioè l’idea di una dualità intrinseca nell’essere umano, spesso manifestata attraverso la presenza di un alter ego, sia reale sia immaginario. Il “doppio” può rappresentare il conflitto interiore tra il bene e il male o la lotta tra desiderio e dovere. Sono numerosi gli esempi in letteratura, dove il doppio si manifesta come un personaggio distinto, ma profondamente legato al protagonista, riflettendo lati nascosti o repressi della sua personalità, dalle commedie di Plauto a Shakespeare, da Stevenson a Oscar Wilde a Calvino e Pirandello. Anche il cinema se ne è occupato, come in alcuni celeberrimi film di Hitchcock . Nel mio piccolo ci ho provato anch’io, ma volevo affrontare anche altri temi (la perdita, l’amicizia, la violenza di genere, le istanze freudiane), inseriti nella realtà sociale e culturale del periodo considerato.

Come sono nate le due protagoniste?

Le ho costruite poco a poco, via via immaginandole nei loro tratti fisici intanto che costruivo il loro carattere e la loro personalità: volevo che ne risultassero due figure opposte, ma complementari: Letizia, riflessiva e determinata, oppressa dal senso del dovere e dai sensi di colpa, dagli obblighi morali e di condotta, dal bisogno di perfezione, sempre tesa verso traguardi attraverso i quali rafforzare fiducia e autostima, sacrificando i propri desideri più istintivi, rappresenta il Super Io freudiano; Gioia, generosa e superficiale, preda di pulsioni istintive come la rabbia, l’ allegria sfrenata, la ricerca di soddisfazioni immediate, rappresenta l’Es, che ubbidisce al principio del piacere e non valuta le conseguenze dei propri atti.

Perché voler scrivere un libro con un’ ambientazione così rurale e storica?

Negli anni ’50 e ’60 l’Italia stava ancora rimarginando le ferite e le cicatrici lasciate dalla guerra: molte famiglie vivevano in case popolari, in ambienti rurali, privi di servizi adeguati. Posso parlare di quegli anni, perché li ho vissuti, perché fanno parte di esperienze personali. Il boom economico, presente anche nel racconto, ha cambiato molte abitudini di vita e di pensiero. Del resto, nel romanzo sono presenti anche realtà urbane (Torino, Milano, Viareggio…) e, infine, molte opere di narrativa di scrittori contemporanei sono ambientate nel secolo scorso che è stato così ricco e mutevole di eventi.

Quanto di lei ci sono nelle due bambine?

Sono una Letizia che a volte desidera diventare Gioia, che è rassicurata dai valori che ha introiettato e nei quali crede, ma che, di tanto in tanto, vorrebbe lasciar andare le briglie e abbandonarsi al piacere immediato, alla leggerezza e all’incoscienza e smetterla di programmare il proprio futuro.

Ci parli della sua passione per la scrittura

Ho iniziato a scrivere a sei anni, in prima elementare. Alla fine del primo anno di scuola, durante le vacanze, scrivevo piccoli raccontini sulle mie esperienze scolastiche e familiari. In seguito ho scritto poesie, novelle e ben tre romanzi, iniziati e mai conclusi per l’incalzare degli impegni scolastici. Scrivere significava entrare in un altro mondo, in una dimensione in cui trovavano posto solo i miei personaggi, con cui continuavo a dialogare anche al di fuori della scrittura. Vivevo momenti di grande pienezza emotiva e mentale, che appartenevano soltanto a me. La mia insegnante di Lettere della scuola Media mi chiamava “la nostra piccola Ada Negri”, e di ciò ero orgogliosa e commossa. Le circostanze della vita, le scelte fatte a suo tempo sia professionali che personali, non mi hanno permesso di coltivare questo piccolo talento, che ho ripreso da pensionata, pubblicando altri libri e dedicandomi anche ai racconti. La scrittura è passione, certo, ma, come ogni passione, è fatta di momenti di gioia esaltante, ma anche di dubbi, di incertezze, di ripensamenti e di tormenti.

Progetti futuri

Penso e spero di poter continuare a scrivere, finché la salute e le circostanze della vita me lo consentiranno. Ma, poiché sono una persona anziana, finché potrò mantenere la freschezza cognitiva e la memoria, l’entusiasmo e la curiosità per le cose del mondo, il bisogno di mantenere una progettualità costante, che sono linfa vitale.

Perché pubblicare un libro, come si arriva alla concezione che la storia può piacere e va pubblicata?

Non so…ho sentito il bisogno di condividere la mia fatica, le mie emozioni, le mie riflessioni con altri; desideravo un confronto, l’opportunità di capire quanto valesse il mio lavoro, se vi potessi trovare spunti per migliorarmi. Ho sperato che questa storia potesse interessare persone di mezza età o anche giovani, di media cultura, forse soprattutto un pubblico femminile, ma non solo, interessato alla buona scrittura, alle storie di vita vissuta, agli approfondimenti psicologici, ai costumi della gente e alle vicende nazionali e private del periodo considerato.

Dove possiamo trovare il libro?

Il libro si può trovare presso tutte le librerie a livello nazionale ( su ordinazione), presso tutti gli stores on line (IBS; Feltrinelli, Mondadori, Hoepli, Libreria Universitaria, Amazon ecc.) o presso la casa Editrice SENSOINVERSO che l’ha pubblicato ( www.edizionisensoinverso.it)

 

Di Manuela Montemezzani

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