Mino Milani, conosciuto anche con pseudonimi quali Stelio Martelli, Eugenio Ventura, Piero Selva, Mungo Graham Alcesti e T. Maggio, è stato una figura poliedrica nel panorama culturale italiano. Nato a Pavia il 3 febbraio 1928 e scomparso nella stessa città il 10 febbraio 2022, Milani ha saputo unire con originalità il giornalismo, la narrativa, il fumetto e lo studio storico, lasciando un’eredità indelebile che oggi richiede maggiore attenzione e valorizzazione da parte delle istituzioni pavesi.
Dalle Origini alla Scoperta della Passione per le Parole
Cresciuto in una famiglia benestante, Milani iniziò il suo percorso al Liceo Classico Ugo Foscolo di Pavia. In un primo tempo orientato verso la medicina – scelta dettata anche dalle aspirazioni di familiari affermati nel settore – la sua vita prese una svolta decisiva quando, affascinato da una lezione sul Medioevo, decise di iscriversi alla Facoltà di Lettere. Laureatosi in Lettere Moderne nel 1950 con una tesi sul brigantaggio nelle Calabrie, Milani mise le basi per una carriera che lo avrebbe visto trasformarsi in uno dei più prolifici narratori della storia italiana.
Il Pioniere del Giornalismo e della Letteratura per Ragazzi
Già nel 1953, Milani cominciò a farsi notare con collaborazioni al Corriere dei Piccoli, poi evolutosi nel Corriere dei Ragazzi. Adottando diversi pseudonimi per diversificare la sua produzione, dimostrò una straordinaria capacità di reinventarsi e di adattarsi a linguaggi e generi differenti. Le avventure di personaggi come Tommy River, Martin Cooper e il commissario Melchiorre Ferrari, ambientate in una Pavia storica e ricca di contrasti, hanno incantato generazioni di lettori, grazie anche alla collaborazione con alcuni dei più grandi disegnatori italiani, tra cui Hugo Pratt, Milo Manara e Grazia Nidasio.
Dalla Fantasia alla Storia – Un Racconto Senza Confini
Milani ha saputo spaziare con disinvoltura tra generi differenti. Il suo contributo al fantasy per adulti – con opere come Fantasma d’amore, trasposto in cinema da Dino Risi, e Selina, da cui Carlo Lizzani tratto il celebre sceneggiato televisivo La trappola – si affianca a una produzione di gialli storici e romanzi avventurosi che fondono tradizione e modernità. La sua capacità di intrecciare fatti storici, spesso legati alla città di Pavia, con una narrazione innovativa è stata esaltata da personalità come Gianni Rodari, che lo definì “uno scrittore d’oggi, contemporaneo del cinematografo e della TV”, capace di narrare per immagini e di ritmare l’azione con vivacità.
L’Impegno nella Valorizzazione della Storia Pavese
Uno degli aspetti più significativi dell’opera di Mino Milani è il profondo legame con la sua terra. Attraverso saggi, biografie e opere di narrativa storica – che vanno dalla ricostruzione della Battaglia di Solferino e San Martino alle biografie di Giuseppe e Anita Garibaldi – Milani ha dato voce alla storia di Pavia, rendendo accessibile un patrimonio spesso trascurato. L’archivio, custodito presso il Centro per gli studi sulla tradizione manoscritta dell’Università di Pavia, testimonia l’importanza culturale di un autore che ha saputo raccontare il passato con occhi contemporanei.
Riconoscimenti e Lascito Culturale
Nel corso della sua lunga carriera, Mino Milani ha collezionato numerosi premi e onorificenze: dal titolo di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana al Premio Yellow Kid al Salone Internazionale dei Comics, fino alla cittadinanza onoraria conferitagli dal Comune di Medole nel 2011. Mostre dedicate, come “Le mani di Mino” curata da Grazia Nidasio, e l’intera edizione del Festival di letteratura per ragazzi “La vallata dei libri bambini” nel 2019, ne testimoniano il valore e l’impatto nel panorama culturale.
Una Chiamata alle Istituzioni Pavesi
Alla luce di un percorso così ricco e variegato, è indispensabile che le istituzioni pavesi – sindaco, assessori alla cultura e enti locali – riconoscano e diano maggiore lustro a una personalità che ha saputo raccontare la storia e l’identità della città. Milani ha dedicato la sua vita alla narrazione e alla riscoperta del patrimonio locale; ora tocca a chi rappresenta la comunità investire in iniziative che valorizzino storie come la sua, promuovendo mostre, eventi culturali e pubblicazioni. È un invito a non lasciare che la memoria di una figura così determinante sbiadisca, ma a farla rivivere per le nuove generazioni, rafforzando il senso di appartenenza e l’orgoglio per una città ricca di storia e cultura.
Per un Pavia che non dimentica le proprie radici e guarda con fiducia al futuro,
MARCO PILLA.