Due Chiacchiere con l' Arte

Marcello Sgarbi , SCRITTORE

Sinossi Scarti di potere

Mipiano è sfibrata da un’afa insostenibile.

Un agosto torrido, senza precedenti in fatto di temperature e di tasso di umidità,

stringe la città in una morsa soffocante.

Attanagliato dalla canicola, il commissario Achille Faini è alla caccia dell’efferato autore di una serie di omicidi, il primo dei quali è legato alla discarica cittadina

e a una famosa casa editrice.

Le indagini si susseguono a ritmo serrato, portando alla luce l’humus di un sistema

di corruzione che affonda le sue radici in una profonda connivenza tra istituzioni

e criminalità. E proprio chi dovrebbe debellare quel sistema è il primo a esserne partecipe.

L’investigazione procede di pari passo con l’intrecciarsi di vicende torbide

nel sottobosco della droga e della prostituzione, in cui sono coinvolti personaggi

in apparenza irreprensibili alcuni dei quali custodiscono segreti inconfessabili.

In un continuo alternarsi fra presente e flashback, scandito come un calendario

e preciso come un metronomo, viene allo scoperto un’altra inquietante verità: molti dei fatti avvenuti hanno agganci con il passato di Mipiano. E più in particolare con la casa editrice

e con la discarica.

In questa specie di suburra lombarda la giustizia non è uguale per tutti, in assoluto. Non c’è possibilità di redenzione, per nessuno. Solo la collaborazione di Elettra Silveri, sua compagna anche nella vita, permetterà al commissario Faini di giungere alla soluzione

del caso.

Ho pensato di proporre Scarti di potere alla vostra casa editrice perché lo ritengo adeguato alle altre proposte presenti nella vostra collana “Gialli e noir”.

 

 

Sinossi Il pelato

Sempronio è un tipo in apparenza banale, a cominciare dal nome che lo accomuna
a un qualunque signor Rossi. Timido, suscettibile, narcisista, esteta, fa il pubblicitario. O per meglio dire il copywriter. Scrive testi per la pubblicità e nella testa ha tante idee ma anche un pensiero fisso: diventare calvo. Dopo una prima serie di esperienze lavorative in agenzie locali, mentre
nel corso della sua vita professionale ha l’occasione di incontrare pubblicitari famosi e di esercitare
il suo mestiere all’interno della storica agenzia fondata da Armando Testa – creatore di personaggi memorabili dell’epoca di Carosello come Caballero e Carmencita, Pippopotamo o gli abitanti
del pianeta Papalla – nella vita privata Sempronio stenta a trovare un suo equilibrio, in parte
per l’atavica timidezza che lo rende spesso goffo e impacciato, in parte per un senso
di inadeguatezza che lo accompagna fin da quando era piccolo. Sarà l’incontro con Monica,
ma soprattutto la nascita del figlio Angelo, downiano, a staccarlo dalle sue masochistiche paturnie
di aspirante pelato e a fargli apprezzare di nuovo le cose davvero importanti della vita.
Il ritrovato rapporto famigliare darà a Sempronio nuovi stimoli, fino a realizzare proprio con suo figlio un importante progetto.

BIOGRAFIA 

Ho sessantasei anni suonati e un leitmotiv: la comunicazione. Disegno, suono, canto, recito. E scrivo, da sempre. Di tutto. Per mestiere e per piacere, perché ho delle cose da dire e da raccontare.
Dopo un trascorso professionale come illustratore – in seguito art director
e copywriter – oggi alterno la consulenza pubblicitaria alla scrittura e all’attività
di intrattenitore musicale.
Nel 2020 ho pubblicato un libro dedicato a mio figlio Umberto, ventottenne autistico (Il bambino dell’aceto – bookabook). L’anno seguente il libro si è aggiudicato il secondo premio ex-aequo al Festival Letterario “Europa in versi” e un piazzamento d’onore
al concorso “BestSeller Condiviso”.
Sono del 2020 anche due miei libri-intervista sul fumetto e sul jazz, che hanno come protagonisti noti personaggi dei due rispettivi generi
(Dr. Ostani & Mr. Kramsky e Degno di nota – Booksprint Edizioni).
Nel 2022 il mio racconto “Oltre ogni limite” è entrato a far parte dell’antologia
di prosa e poesia Come fiori sul ciglio della strada, curata dalla scrittrice e poetessa
Miriam Ballerini ed edita da Tomarchio Editore. Nello stesso anno “Oro blu”, un horror, è stato pubblicato nella raccolta Horror vacui edita da SensoInverso.
La casa editrice Draw Up ha incluso nell’antologia Versi e racconti
di Lombardia due miei racconti ambientati a Milano, “Segnalibri” e “Translation”,
il secondo dei quali si può definire un giallo “bonsai”.
Sempre per i tipi di Tomarchio nell’antologia intitolata Poeti e scrittori d’Italia
sono stati inseriti il mio racconto “Scighéra” che ha ancora come scenario Milano
e la mia favola “Falasolfa”.
I miei due ultimi libri sono Il pelato, un romanzo a sfondo autobiografico pubblicato da Fox&Sparrows Edizioni e Scarti di potere, un noir edito per i tipi di Incipit23.
A volte utilizzo il nickname sgamarillo: specie rara di natura rettile-umanoide
che divora stampati e spartiti, rielabora la materia e la espelle in forma di inchiostro,
che sulla carta si trasforma in favola, racconto, canzone, parodia o altro.

INTERVISTA ALL’ AUTORE

 

 

Ci parli di com’è nata la sua passione per la scrittura

Scrivo da sempre, a prescindere dal mestiere di copywriter che ho svolto. Leggo molto e scrivo in misura direttamente proporzionale. Per passione, perché ho delle cose da dire e da raccontare. Oltre a quanto ho già scritto, ho già in programma di ultimare un graphic novel con la collaborazione di mia figlia Valentina – characterist, fumettista, illustratrice, insegnante di teoria e pratica del fumetto – autrice delle illustrazioni di copertina sia del romanzo “Il pelato” sia del noir “Scarti di potere”.

Com’è nascono le storie dei suoi libri?

I soggetti e le storie alla base dei miei libri nascono spesso da situazioni in apparenza banali. Ho da parte una lista di soggetti – una ventina – a cui lavorare, nati dall’osservazione di fatti o persone. Per esempio un romanzo che ho iniziato a stendere da qualche mese, incentrato sulla figura di un homeless che ho visto anni fa nel mezzanino della MM di piazza Wagner, a Milano, e che ha il titolo provvisorio di “Il dugongo dei tabernacoli”. Il tema del romanzo è il contrasto fra l’apparenza e la sostanza delle persone.

Che tipo di ricerche vanno fatte per scrivere un libro giallo?

Per quanto mi riguarda, le ricerche che ho condotto per scrivere “Scarti di potere” vanno dalla documentazione sull’abusivismo edilizio – più in particolare quello delle discariche, un vero business – alla raccolta di elementi utili per descrivere in modo corretto un’indagine (della serie “chi fa cosa”), all’informazione in campo medico sull’anestesia o in campo informatico sulle violazioni del web nel mondo della pedofilia.

Ho letto poi molto soprattutto per scrivere dialoghi e descrivere ambienti e situazioni con uno stile asciutto, denotativo ma scorrevole. Così come riporto nella pagina dei ringraziamenti. In coda al noir, dopo l’epilogo . per i dialoghi, per esempio, per me è stato fondamentale leggere i libri di Daniel Pennac, soprattutto quelli dedicati alla saga di Benjamin Malaussène.

Cosa secondo lei affascina molto il lettore quando legge un genere come il suo?

Amando il genere del giallo e del noir, penso che ad affascinare e coinvolgere il lettore debba essere un racconto che avvince fin dall’inizio, senza troppe concessioni a orpelli accessori. In questo senso trovo autentici maestri in James Ellroy o in Thomas Harris, scrittori che vanno all’osso, spesso crudissimi, addirittura impietosi (come in “Dalia nera” per il primo o in “Drago rosso” per il secondo), però proprio per questo capaci di creare un altissimo livello di attenzionalità e coinvolgimento del lettore.

Che tipo di lettore lei ricerca?

Il mio lettore tipo è una persona che gode del piacere di sapere, una persona curiosa in cerca di una storia non banale, che sia costruita a partire da un’idea originale.

Autori che ha amato leggere?

Riguardo agli autori che amo e ho amato leggere l’elenco rischierebbe di essere troppo lungo. Mi limito a indicare, nella mia ideale top 10 libraria, le opere e gli scrittori che mi hanno coinvolto di più.

“Il profumo” – Patrick Süskind. Geniale, a partire dall’idea e dal personaggio sui quali è costruita tutta la narrazione: lo scellerato Grenouille, dotato dell’olfatto più percettivo del mondo ma incapace di percepire il suo odore. Formidabile, anche per le descrizioni d’ambiente della Parigi del Settecento, periodo storico in cui si colloca il romanzo, Che a suo modo finisce poi per essere un giallo.

“Le botteghe color cannella” – Bruno Schulz. Caleidoscopico, Non a caso Schulz, morto per quelle strane circostanze della vita che ci paiono a volte incomprensibili, per la ripicca di un gerarca nazista verso un suo pari, nella Drohobycz galiziana dove lo scrittore polacco era nato, oltre che un eccellente scrittore è stato un ottimo disegnatore e insegnante di disegno. Kafkiano, per il suo stile introspettivo, è apprezzabile anche dal punto di vista visivo nell’edizione Einaudi di “Le botteghe color cannella”, corredata dalle riproduzioni di alcune sue illustrazioni. Aprire le pagine di quel romanzo “a quadri” è come scrollare una tavolozza di colori.

“Croci sul muro” – Marcel Montecino. Oltre ad avermi ispirato in parte il personaggio del commissario Faini, lo scenario e la titolazione dei capitoli di “Scarti di potere” è un noir – purtroppo ormai fuori catalogo, a suo tempo pubblicato nella collana Interno Giallo di Mondadori – raveliano, con un costante crescendo e un ritmo che non cede mai. La tensione è costante, i personaggi – sia quelli principali, sia i secondari – sono tutti ben delineati. Il narrato avvince, fino a quando per un fatto anche in questo caso solo in apparenza fortuito Jack Gold – l’investigatore – e il serial killer a cui dà la caccia per un istante si incrociano. Anche in questo caso lo stile narrativo ha delle radici significative. Montecino è un jazzista e le sue pagine “suonano” oltre che “far vedere” al lettore con lucidità a volte spietata quello che accade.

“Follia” – Patrick McGrath. Ho letto anche altro di suo, per esempio “Il morbo di Haggard” o “Martha Peaks”, ma trovo che non si sia più prodotto a livelli così alti come quelli raggiunti dal romanzo gotico che gli ha accreditato la fama. Geniale anche questo, secondo me. A partire dall’idea di un epilogo che si svolge nello stesso luogo del prologo, come a chiudere un cerchio in modo inesorabile. Un romanzo gotico che avrebbe potuto essere stato scritto da Edgar Allan Poe, incentrato sul triangolo Stella Raphael, il marito di lei ed Edgar Stark. McGrath li tratteggia in modo straordinario, con un fine scavo psicologico.

“La famiglia Winshaw” – Jonathan McCoe. Dello stesso autore ho trovato interessante anche “La casa del sonno”, questo romanzo però è per me insuperabile. Una saga con intrecci accattivanti e una narrazione sciolta sullo sfondo dell’Inghilterra tatcheriana. Una galleria di personaggi uno più centrato dell’altro e due protagonisti memorabili.

“Come un romanzo” – Daniel Pennac. Di lui ho già detto, però qui secondo me è condensato il piacere di leggere in un un saggio che è, per l’appunto, come un romanzo. Se già mi piaceva la lettura, questo libro di Pennac ne ha aumentato in modo esponenziale l’intensità.

“Quer pasticciaccio brutto de via Merulana” – Carlo Emilio Gadda. A suo modo anche questo si può considerare un giallo sui generis. Mirabile è lo stile quasi barocco dell'”ingegnere”, capace di mischiare con estrema abilità la cultura alta e la cultura bassa, il dialetto e la forma aulica, tanto che in più di una pagina ho dovuto accompagnare la lettura alla consultazione del vocabolario. E sulle pagine fermarmi parecchio, per assimilarne bene il contenuto.

“Novella degli scacchi” – Stephan Zweig. Un autore conosciuto per curiosità perché, così come altri autori, lo suggeriva Pennac proprio in “Come un romanzo”. Romanzo breve ma intenso, basato anche in questo caso su un’idea semplice quanto geniale. Il protagonista, durante la Seconda guerra mondiale – periodo nel quale è ambientata la storia – si salva la vita dalle angherie naziste grazie a un manuale di scacchistica sottratto dalle tasche del cappotto di un gerarca.

“I satelliti di Saturno” – Franco Ferrucci. Alle volte sono i libri che cercano noi, non il contrario. A me è capitato, nella biblioteca di Como – che ho frequentato per poco meno di vent’anni – di vedere esposto nella vetrina delle proposte questo romanzo. Un’altra splendida saga famigliare, molto diversa però sia da quella “pennacchiana” di Benjamin Malaussène sia da quella raccontata da Coe in “La famiglia Winshaw”. Qui il teatro delle vicende ha a che fare anche con il lago di Como, un po’ come capita nei libri del bellanese ex medico Andrea Vitali. In “I satelliti di Saturno”, però, emerge anche la dialettica su un tema pregnante della vita: il caso e il destino.

“La prosivendola” – Daniel Pennac. Il fatto che due libri dello stesso autore facciano parte della mia personale classifica penso spieghi bene perché lo scrittore francese di origine italiana sia fra i miei autori preferiti. Anche “La prosivendola” (terzo volume della saga malaussèniana) è stata una mia preziosa fonte di ispirazione, in primo luogo perché nelle pagine di quel romanzo si respira ancora una volta il piacere di leggere, di toccare con mano le pagine, di respirare l’odore della carta. E in secondo luogo per l’impareggiabile maestria di Pennac nell’uso dei paragoni, delle metafore, ma ancora di più nel farci capire che nell’umanità non esistono il bianco e il nero, ma un’infinita gamma di grigi.

Quanto è importante leggere per un’ autore?

Rispetto all’importanza della lettura, io ritengo che sia fondamentale per chi scrive. Tanto quanto lo è ascoltare per chi canta e/o suona e osservare per chi disegna, dipinge o coltiva comunque l’arte visiva.

Come incentivare la lettura nei ragazzi?

Per i ragazzi credo che l’incentivo più forte sia la lettura ad alta voce. E per ribadire questo concetto mi rifaccio ancora a Pennac, che in “Come un romanzo” ama citare e ricordare la presenza fondamentale e la passione infusagli da un suo insegnante, Georges Perrot, scrittore e poeta, autore di “Sciancrature” (che peraltro io non sono riuscito a reperire). Prima o poi qualche editore dovrebbe preoccuparsi di scovare l’originale e di farne una traduzione in italiano. Perrot – racconta Pennac – entrava in classe con una borsa di pelle colma di libri. Ne toglieva uno e iniziava a leggere ad alta voce.

Ecco. Questa è per me la sintesi. Perché i ragazzi, credo oggi come sempre, tendono più a credere a quello che viene loro mostrato come esempio che non tanto a quello che si dice loro. Se si vuole, è lo stesso motivo per cui uno storico come Barbero, quando ci parla di Napoleone, ci fa sentire presenti a Waterloo. O, prendendo a prestito un nome celebre della letteratura, quando Michail Bulgakov, in un grande classico come “Il maestro e Margherita” ci fa sentire come se fossimo anche noi sul Golgota o nel sinedrio di Ponzio Pilato.

In definitiva, penso sia la passione autentica per le cose e la capacità di trasmetterla a fare la differenza. La stessa ragione per la quale, a spingermi verso la lettura di un libro, è sempre stato più il parere di un amico o di una persona cara capace di accendere la mia curiosità. Cosa accaduta, per esempio, con “Il profumo”.

Progetti futuri.

Passando ai progetti per il futuro, l’obiettivo più vicino è un graphic novel “a quattro mani” (mia figlia Valentina si occupa delle immagini, io dei testi) dedicato ad Agostino Castiglioni, un direttore della fotografia comasco che io conosco fin da quando da ragazzo abitavo a Como.

Dopo aver diretto la fotografia di più di 2000 spot con la regia di alcuni nomi celebri fra cui Daniele Luchetti, Massimo Magrì o Ermanno Olmi, ha curato le luci per il cinema affiancandosi a cineasti come Bruno Bozzetto per “Sotto il ristorante cinese”, Carlo Mazzacurati per “Notte italiana”, Gennaro Nunziante (“Sole a catinelle” con Checco Zalone), Marcello Cesena (“Il cosmo sul comò” con Aldo, Giovanni e Giacomo), Alessandro D’Alatri o Domenico Ciolfi (“Il caso Pantani” e fra poco “Oro”, interpretato anche da Francesco Pannofino). Castiglioni è interessante anche dal punto di vista umano. Dal 1992 al 2002, a bordo della sua barca Kyla, ha veleggiato per tutto il mondo, pur essendo raggiungibile in caso di lavoro su un set pubblicitario o cinematografico. Spero di riuscire a far pubblicare il graphic novel da una casa editrice di settore (o specializzata nel fumetto d’autore o nella pubblicità e nella comunicazione: penso a Becco Giallo, per esempio, o a Fausto Lupetti Editore).

Dove troviamo i suoi libri?

Chiudo scrivendo dove è possibile reperire ì miei libri. “Il pelato” si può ordinare allo shop del sito www.foxandsparrowsedizioni.it, qui: passerotti@foxandsparrowsedizioni.it, oppure qui: diomede@foxandsparrowsedizioni.it.

L’uscita ufficiale del romanzo sarà il 20 marzo p.v. “Scarti di potere” – come del resto anche “Il pelato” – verranno distribuiti dalle librerie e sulle piattaforme on line di Amazon e delle principali case editrici. L’uscita ufficiale del noir è prevista per il 27 marzo o al massimo per l’inizio di aprile. Credo però si possa ordinare anche su www.incipit23.it. Per sostenere le case editrici NoEAP (cioè non a pagamento) invito però ad acquistarli sui rispettivi siti o indirizzi di posta elettronica.

 

Di Manuela Montemezzani

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