Con impegno e dedizione è stato per sedici anni il cantore delle gesta della Nazionale e la sua inconfondibile voce ha accompagnato generazioni di tifosi. È morto tre giorni prima del suo 87° compleanno Bruno Pizzul, figura di spicco del giornalismo sportivo italiano e dal 1986 al 2002 telecronista delle gare degli Azzurri. In sua memoria la FIGC esporrà a mezz’asta le proprie bandiere nella sede di via Allegri e presso il Centro Tecnico Federale di Coverciano. “Il mondo del calcio e la Nazionale italiana – ha dichiarato il presidente Gabriele Gravina – piangono la scomparsa di Bruno Pizzul. Grazie alla sua straordinaria professionalità e alla sua umanità è stato molto più di un giornalista, diventando un punto di riferimento per milioni di appassionati, che hanno identificato la sua voce con il profondo amore per la maglia Azzurra”. Nato a Udine l’8 marzo del 1938, dopo una breve carriera calcistica interrotta prematuramente per un infortunio al ginocchio, Pizzul si è laureato in Giurisprudenza ed è entrato in Rai nel 1969 vincendo il concorso nazionale per radio-telecronisti. Dall’aprile del 1970, giorno della sua prima telecronaca, lo spareggio di Coppa Italia tra Juventus e Bologna, ha commentato per la Tv di Stato centinaia di partite, comprese le più importanti gare europee dei club italiani, conducendo anche programmi storici come ‘La Domenica Sportiva’, ‘Domenica Sprint’ e ‘Sport Sera’. Dal Mondiale del 1986 è diventato il telecronista principe delle partite della Nazionale succedendo a Nando Martellini: ha commentato cinque Campionati del Mondo e quattro Campionati Europei, portando gli Azzurri nelle case degli italiani e raccontando con classe e maestria alcune delle pagine più importanti della storia del calcio italiano.
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Ricordo di Bruno Pizzul, la voce storica degli Azzurri che ha attraversato gli anni con la stoffa del campione di razza
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