Da “qualche settimana” a “non so quando”: il grande crollo del ponte (e della credibilità) di Alice Moggi
PAVIA – Ricordate Alice Moggi in campagna elettorale? Tonica, sicura, sorridente, prometteva ai cittadini che il ponte di viale Ludovico il Moro sarebbe stato sistemato in poche settimane. Una promessa da spot pubblicitario, confezionata per raccogliere voti facili. Una di quelle frasi che suonano bene, ma che oggi pesano come macigni.
Ora, a distanza di quasi un anno, la realtà è ben diversa: il ponte è ancora un cantiere fermo, la viabilità un incubo quotidiano e la pazienza dei cittadini ormai ridotta a brandelli.
E la ciliegina? Nell’ultima assemblea comunale, davanti a consiglieri, cittadini e opposizione, Alice Moggi ha finalmente gettato la maschera:
“Non sono in grado di dire quando i lavori saranno conclusi.”
Boom. Applausi (amari). Il ponte, ma soprattutto la credibilità politica del vice sindaco, sono ufficialmente crollati sotto il peso delle promesse non mantenute.
🛑 Dal “fare subito” al “non so”: cronaca di un fallimento annunciato
Lo aveva detto chiaro: “ci vorranno poche settimane”. Poi “i lavori iniziano a gennaio 2025, massimo tre-quattro mesi”.
Ora siamo ad aprile, e l’unica cosa che avanza è la confusione.
Il ponte, snodo vitale per la città, è chiuso dal luglio 2024, e Pavia vive ogni giorno il caos: code, quartieri isolati, negozi che perdono clienti. E mentre i cittadini si arrangiano, la vice sindaco balbetta giustificazioni tecniche e non è nemmeno in grado di dare una nuova data.
🔥 Una figuraccia pubblica. Davanti a tutti.
Durante l’assemblea, incalzata dalle opposizioni, Moggi ha ammesso candidamente — e pubblicamente — di non sapere nemmeno quando il ponte sarà ricostruito. Nessuna scadenza. Nessun orizzonte. Solo il vuoto.
Quella che doveva essere la regina dell’efficienza si ritrova ora senza risposte, senza cronoprogrammi e con un’intera città a chiederle conto.
“Quando si promette qualcosa alla città, si mantiene. Oppure si ha il coraggio di farsi da parte” ha dichiarato un consigliere di minoranza.
“In qualunque azienda privata, chi non rispetta i tempi viene licenziato. A Pavia, invece, si resta in carica.”
Promesse elettorali come coriandoli
Il ponte non c’è. Le risposte nemmeno. Ma intanto, dai social istituzionali, piovono selfie, dichiarazioni fumose e sorrisi di circostanza.
Moggi ha forse dimenticato che Pavia non è una campagna elettorale permanente, ma una città vera, con problemi reali. E con cittadini che non sono stupidi.
📣 Ora basta.
I cittadini meritano rispetto, non favole. Meritiamo una città che funziona, non politici che si arrampicano sugli specchi.
E se chi ha fatto promesse non è in grado di mantenerle, allora è il momento di farsi da parte. Per il bene di Pavia.