Nelle ultime settimane abbiamo ascoltato con attenzione le voci che animano la comunità accademica e studentesca, ma anche quelle provenienti dal tessuto imprenditoriale, culturale e sociale di un territorio che va ben oltre i confini della città di Pavia. È un territorio che guarda all’Università con interesse, aspettativa, e consapevolezza del ruolo strategico che un grande Ateneo è chiamato a esercitare: non solo centro di sapere, ma anche motore di visione, progettualità e indirizzo.
Abbiamo seguito con cura il confronto tra i candidati, osservandone presenza, linguaggio, attitudine al dialogo, trasparenza e capacità di ascolto. Non ci siamo fermati alle appartenenze o alle etichette. Abbiamo cercato la sostanza: quella umana, culturale e istituzionale. Abbiamo valutato il messaggio – esplicito o implicito – che ciascun candidato ha voluto trasmettere alla comunità universitaria e al Paese.
A pochi giorni dal voto del 12 giugno, questa riflessione ci porta a una convinzione netta e a un invito chiaro;
Sosteniamo la candidatura di Silvia Figini.
Rivolgiamo il nostro appello a chi ha diritto di voto, agli indecisi, a chi non ha partecipato alla prima tornata, a chi sente l’esigenza di riconsiderare la propria scelta. Invitiamo a dare fiducia a una candidata che ha mostrato equilibrio, competenza e capacità di dialogo autentico. A una donna che ha affrontato un contesto spesso attraversato da tensioni e dinamiche opache con fermezza, rispetto e lucidità. A una figura che ha scelto la via del confronto argomentato, dell’ascolto sincero, senza mai cedere a tatticismi o giochi di forza.
Silvia Figini rappresenta un’idea di Università fondata sul dialogo, sull’inclusione, sulla collaborazione tra Ateneo e territorio. Non si tratta soltanto di programmi: si tratta di visione, di metodo, di senso profondo del ruolo pubblico che un’istituzione universitaria deve avere oggi.
Abbiamo bisogno di un’Università di Pavia che non si chiuda in sé stessa, che rifiuti logiche autoreferenziali, appartenenze ideologiche o interessi di corto respiro. Perché il piccolo, talvolta, sconfina nel meschino.
Serve un Ateneo che si apra con intelligenza e umiltà a chi lo vive ogni giorno – studenti, docenti, personale – e a chi, da fuori, guarda all’Università come a un luogo generativo di idee, confronto e futuro.
Per tutto questo, il nostro sostegno va con convinzione a Silvia Figini.
Per un’Università di Pavia più aperta, più coraggiosa, più capace di guardare lontano.
Tratto da Rinascimento di Luca Sforzini che ringraziamo.