Quando le parole tradiscono i fatti
PAVIA – Il Consiglio Comunale di ieri sera si è aperto con un momento di solennità. La maggioranza ha commemorato il 25 Aprile, celebrando la Resistenza, la libertà, la Costituzione e condannando, a parole, ogni forma di odio politico. Un atto dovuto, certo, ma anche un banco di prova che, di lì a poco, avrebbe svelato tutta l’ipocrisia di chi governa questa città.
Infatti pochi minuti dopo, la scena ha preso una piega surreale, una mozione semplice e trasversale, che chiedeva di condannare ogni forma di violenza politica, senza distinzioni ideologiche, che è stata improvvisamente affossata nel modo più codardo, quale l’abbandono dell’aula da parte dei consiglieri della maggioranza.
“Un gesto che ha fatto venire meno il numero legale, impedendo la votazione2.
Una fuga imbarazzante, che smentisce clamorosamente le parole appena pronunciate, perché non si può condannare l’odio solo quando fa comodo, né celebrare la democrazia solo nei discorsi cerimoniali. La coerenza, quella vera, si misura quando le idee diverse dalla propria vanno difese anche – e soprattutto – nei momenti difficili.
La giunta Lissia, con in testa l’assessore Alice Moggi, ha scelto di voltare le spalle al senso delle istituzioni.
Non si è trattato di una dimenticanza o di un’assenza tecnica, ma di fatto è stata una decisione politica, una scelta chiara, quelladi non affrontare una verità scomoda per cui la violenza politica va condannata sempre, anche quando colpisce gli “avversari”.
Così facendo, la maggioranza ha lanciato un messaggio inquietante, che evidenzia le vittime di serie A e quelle di serie B. Eppure la storia, quella che tutti dicono di voler onorare, ci insegna che la libertà si difende solo quando si ha il coraggio di tutelarla anche per chi la pensa diversamente.
Noi non dimentichiamo i volti di chi ieri ha preferito il silenzio alla responsabilità, non dimentichiamo chi ha lasciato l’aula nel momento in cui serviva restare, e soprattutto non dimentichiamo chi continua a usare le celebrazioni per nascondere la propria incapacità di governare con onestà e coerenza.
Pavia merita di più, merita una politica che non abbia paura della verità, che sia capace di dire “no” all’odio sempre, ovunque, e contro chiunque. Le parole di ieri sera resteranno vuote, finché non saranno seguite dai fatti. E i fatti, stavolta, parlano chiaro, la coerenza, la vera coerenza, ieri è rimasta fuori dall’aula.