🔥 “Antifascisti col Rolex

I nuovi fascisti in camicia rossa”

 

📜 Lettera aperta agli antifascisti di oggi

Cari “antifascisti” moderni,
quelli con il SUV parcheggiato davanti al centro sociale, quelli col Rolex che gridano “proletari di tutto il mondo unitevi”, quelli che predicano uguaglianza mentre cenano a tre stelle Michelin,
vorrei dirvi qualcosa che nessuno ha il coraggio di dirvi in faccia.

Non siete i degni eredi della libertà, non siete i paladini della giustizia,
non siete nemmeno lontanamente ciò che pretendete di essere.

Siete solamente i nuovi Fascisti, travestiti da liberatori.

Perché il fascismo non si misura dal colore della camicia, ma dall’arroganza di chi vuole zittire chi dissente, di chi usa la violenza per imporre la propria visione, di chi marchia l’avversario come nemico da annientare.

Voi parlate di Resistenza, ma non avete resistito a nulla, se non alla tentazione di pensare con la vostra testa,
siete solamente dei viziati, cresciuti nell’ignoranza consapevole di chi sa, ma fa finta di non sapere.

Siete quelli che piangono i morti del fascismo, ma tacciono davanti ai 100 milioni di vittime del comunismo.
Siete quelli che difendono la memoria a senso unico, dimenticando che

il vero antifascismo combatte contro tutte le dittature, non solo contro quelle scomode ai vostri padroni ideologici.

Siete quelli che credono che la libertà di parola esista solo per chi la pensa come voi, a quelli che aggrediscono poliziotti, giornalisti, studenti, e poi si vantano di “combattere l’oppressione”.

In realtà non combattete proprio nulla non siete rivoluzionari ,non siete ribelli.
Siete servi del pensiero unico, servi di un sistema che vi paga per fingere di essere “contro”.

La Resistenza, quella vera, era una cosa seria, Voi siete solo il suo triste, patetico fantasma.

Vi auguro di studiare un giorno davvero la storia, tutta la storia, anche quella che vi fa paura.
Vi auguro di conoscere il peso della libertà vera, quella che si difende anche quando è scomoda.
Vi auguro di smettere di essere burattini travestiti da eroi.

Perché il vero antifascismo non ha colori, ha solo un nemico

“La menzogna”.
M.P.

La Storia che Nessuno Racconta

In Italia ci raccontano da ottant’anni una favola comoda, ci raccontano i partigiani come eroi puri, l’antifascismo come un ideale immacolato.
Ma la verità, quella che fa paura agli intellettuali di sinistra, è un’altra. La Resistenza fu sporca, sanguinosa, a tratti criminale.
E l’antifascismo moderno non è altro che una nuova forma di Fascismo, Sporco, Crudele, Oppressivo.

La Resistenza Comunista è stato una guerra civile sporca

La Resistenza italiana non fu una semplice “lotta di liberazione” dal fascismo.
Fu una guerra civile, come confermato anche dallo storico Claudio Pavone (Una guerra civile, 1991).
Una guerra civile combattuta non solo contro i fascisti, ma anche contro chiunque non fosse disposto a piegarsi al progetto di instaurare in Italia una dittatura comunista.

Lo disse chiaramente Indro Montanelli:

“I partigiani comunisti non volevano la libertà. Volevano sostituire una dittatura con un’altra, la loro.”

Le Brigate Garibaldi, legate direttamente al PCI di Palmiro Togliatti, non combattevano per una democrazia parlamentare, ma combattevano per l’Italia sovietica.

E per realizzare questo sogno, non si fecero scrupoli, provocando una quantità di morti senza precedetni.

Oltre 12.000 italiani massacrati senza processo tra il 1945 e il 1946 (Gianpaolo Pansa).

I famigerate “Triangoli della Morte” in Emilia Romagna (Reggio Emilia, Modena, Bologna), oggi capoluoghi dei finti antifascisti, dove si svolsero vere e proprie campagne di sterminio.
 Fascisti, ex fascisti, “sospetti”, preti, insegnanti, contadini, chiunque non si dichiarasse apertamente comunista diventava una VITTIMA!

Le testimonianze sono raccapriccianti:

  • Preti fucilati nei cimiteri, bambini sparati davanti alle madri.

  • Donne incinte sventrate per il sospetto di simpatizzare con la “parte sbagliata”.

E tutto questo a guerra finita, quando la “liberazione” era già stata dichiarata.
Questa non è libertà, questa è pura barbarie.

L’ANPI: “da memoria storica a partito politico mascherato”

L’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia nasceva nel 1944 con il nobile scopo di preservare la memoria della Resistenza.
Oggi è diventata una costola della sinistra radicale, un organismo politicizzato, interessato più a gestire potere e denaro che a raccontare la verità storica.

L’ANPI:

  • Non denuncia mai i crimini commessi dai partigiani.

  • Non condanna mai apertamente il comunismo, il peggior flagello del Novecento.

  • Non si schiera mai contro le dittature di sinistra, infatti basti pensare al loro silenzio complice su Cuba, Venezuela, Corea del Nord.

Nel 2016, durante il referendum costituzionale, l’ANPI si schierò ufficialmente contro la riforma, dimostrando di essere uno strumento di battaglia politica, non un’associazione storica imparziale.

Come può un’associazione che si definisce “antifascista” ignorare i milioni di vittime del comunismo?

Ricordiamo i dati ufficiali (Il libro nero del comunismo):

  • URSS: oltre 20 milioni di morti (purge staliniane, carestie, gulag).

  • Cina: circa 45 milioni di morti durante il “Grande Balzo in Avanti”.

  • Cambogia: 2 milioni di morti sotto i Khmer Rossi.

  • Corea del Nord: genocidi e deportazioni ancora in corso.

  • Venezuela: milioni di profughi fuggiti dal regime “socialista” di Maduro.

L’ANPI tace.
L’ANPI guarda altrove.
L’ANPI protegge i suoi padroni ideologici.

Non è antifascismo.
È complicità ideologica.

Rolex, Mercedes e finti compagni

Mentre insultano il “capitalismo”, questi nuovi antifascisti parcheggiano SUV da 80.000 euro davanti ai centri sociali, organizzano cene da 300 euro al tavolo, si indignano a pagamento sui social tra un cocktail a Ibiza e una consulenza da 5.000 euro al mese.

  • Leader di centri sociali fotografati con Rolex e Louis Vuitton.

  • Politici “compagni” beccati con conti milionari all’estero.

  • Influencer radical chic che predicano la povertà dagli hotel 5 stelle.

Questa non è lotta per i diritti.
È una farsa, una recita per mantenere privilegi e potere, mentre il popolo viene usato come carne da cannone ideologico.

Violenza “Antifascista”- I Fatti

Basta con le illusioni, chi si proclama antifascista oggi troppo spesso si comporta da fascista.

Ecco alcuni episodi:

  • Febbraio 2018, Piacenza: poliziotti massacrati a sprangate da cortei antifascisti.

  • Torino, novembre 2019: devastazione della città per impedire un convegno conservatore.

  • Bologna, 2023: studenti aggrediscono i loro stessi professori per “idee non conformi”.

E tutto questo sotto lo stendardo dell’“antifascismo”, senza nessuna vergogna.

La realtà è chiara:
non c’è più differenza tra antifascisti militanti e i picchiatori squadristi di un secolo fa.
Cambiano le bandiere, non cambiano i metodi.

La storia non vi assolverà

Quelli che oggi si riempiono la bocca di antifascismo sono gli stessi che odiano la libertà di pensiero, che vogliono censurare, silenziare, intimidire.

Il vero pericolo per la democrazia oggi non viene da nostalgici in camicia nera.
Viene da chi si proclama “compagno”, “partigiano”, “antifascista” e poi reprime tutto ciò che non si conforma.

Se oggi parlate liberamente, non lo dovete ai finti compagni con il Rolex, ma lo dovete a chi ha difeso la libertà anche contro di loro.

Finché non racconteremo tutta la verità, finché non denunceremo tutti i totalitarismi, l’Italia resterà prigioniera delle sue bugie.

E il rischio più grande sarà sempre lo stesso, quello di ritrovarsi schiavi di una nuova dittatura, questa volta colorata di rosso.

📌 FONTI

  • Gianpaolo Pansa, Il sangue dei vinti, 2003.

  • Stéphane Courtois (curatore), Il libro nero del comunismo, 1997.

  • Claudio Pavone, Una guerra civile, 1991.

  • Ministero dell’Interno, rapporti storici 1945-1946.

  • Interviste di Indro Montanelli (1990-2000).

 

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MARCO PILLA
Marco Pilla nasce a Pavia il 24/09/1981 da famiglia d’alta borghesia, tra i quali il nonno materno Cremonesi Vincenzo, vecchio forgiatore, dal quale apprenderà l’antica arte della manipolazione dei metalli. Sin da adolescente si distingue dai suoi coetanei per la sua capacità manuale, creando i suoi primi oggetti in ferro ,tutto ciò sempre sotto la stretta osservanza del nonno. “Da quando ero ragazzino ad oggi non e cambiato nulla sen non l’aspetto fisico, ho sempre la stessa voglia di fare e di scoprire cose nuove per questo spesso sono in volo per il mondo. Questi miei continui viaggi ,mi danno la possibilità di apprendere in continuazione informazioni che permettono alla mia persona di aumentare sempre di più il bagaglio tecnico/culturale, anche perché io credo, anzi ne sono convinto, che all’interno di ogni essere umano ci sia una sorta di libreria, e che ognuno di noi abbia il dovere di riempirla nell’arco dei suoi giorni il più possibile, per se e per le persone che lo circondano.” Iscritto nel registro dei periti araldici presso la commercio di Pavia, iscrizione n. 253 dell’11.1.2021 C.T.U. presso il tribunale di Pavia in genealogia e scienze documentarie https://www.tribunale.pavia.giustizia.it/it/Content/Ctu?professione=-1&specializzazione=110332&idCP=85691 Inserito nella sezione artisti della celebre “Tota Pulchra”, associazione di promozione sociale, nata l’8 maggio del 2016 da un’idea di Monsignor Jean-Marie Gervais, Presidente della stessa Associazione e Prefetto Coadiutore del Capitolo Vaticano. https://totapulchra.org/index.php/chisiamo/artisti/781-marco-pilla