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Minerale naturale, il Selenio!

Il nostro appuntamento settimanale con la natura oggi è dedicato ad uno dei minerale antiossidanti per eccellenza, il selenio. Stiamo parlando di un elemento fondamentale per il nostro organismo ma di cui sono necessari quantità davvero minime in quanto, a differenza di altri che risultano essere totalmente innocui, il selenio assunto in dosi eccessive può causare segni di tossicità.
Un corretto apporto del minerale svolge un’importante azione antiossidante in quanto contribuisce a preservare i tessuti dall’invecchiamento, anche attraverso la stimolazione dell’attività del collagene.
Il selenio svolge inoltre attività di protezione sul muscolo cardiaco, regolando nel contempo l’ipertensione arteriosa. L’attività antiossidante si esplica anche sul fronte della prevenzione del cancro e nel contribuire a metabolizzare ed eliminare metalli pesanti, come piombo, cadmio, mercurio, arsenico che possono essere presenti nell’organismo. Il selenio ha inoltre un interessante tropismo nei confronti della tiroide, in quanto stimola l’assimilazione dello iodio, indispensabile per il buon funzionamento della ghiandola.
Il selenio sembrerebbe essere responsabile dell’attivazione di alcuni processi di stimolazione metabolica, in grado cioè di innescare una vera e propria azione “brucia grassi” naturale.
È interessante sottolineare come recenti studi abbiano evidenziato una correlazione tra i livelli di selenio presenti nell’organismo e l’infertilità maschile: la carenza di tale minerale sembrerebbe infatti essere correlata al rallentamento della mobilità degli spermatozoi, causa appunto di alcuni fenomeni di infertilità maschile.
Come abbiamo visto per altri minerali, anche per il selenio l’interazione con le vitamine è fondamentale per una corretta assimilazione: la quantità di vitamina C ed E presenti nell’organismo è infatti fondamentale per stimolarne l’assorbimento.
Una curiosità interessante è legata al fatto che la quantità di selenio presente nei vegetali è strettamente connessa alle caratteristiche del terreno in cui vengono coltivati; questo perché il minerale viene annoveratotra le componenti del suolo e di conseguenza i vegetali che crescono in terreni idonei ne presentano buone quantità. Per contro, nelle coltivazioni intensive vengono spesso utilizzati prodotti chimici finalizzati ad aumentare il quantitativo minerale presente nel terreno, ad ovvio discapito della naturalità dei vegetali che ne derivano; da questo processo di “integrazione” del suolo è però esclusa l’agricoltura biologica, in quanto i protocolli che la disciplinano sono molto severi in materia di additivi vari.
A livello di fonti alimentari il selenio è maggiormente presente nei cereali, meglio se in forma integrale, nel germe di grano e nell’avena. Lo si trova inoltre nelle noci brasiliane, nei semi oleosi in generale, ed in quelli di senape.
Tra le fonti non vegetali troviamo poi i molluschi, il pesce in genere, la carne rossa e le uova.
Non dimentichiamo che la cottura ed alcuni processi di raffinazione dei cibi riducono drasticamente la percentuale di selenio presente negli alimenti, quindi cerchiamo di alimentarci nel modo più naturale possibile, privilegiando nel contempo modalità di cottura poco invasive, come quella al vapore e tempi di manipolazione dei cibi il più possibile ridotti.
Un’alimentazione bilanciata, che prevede quindi anche un corretto apporto di selenio, deve essere il più possibile varia, e deve includere i cereali e semi oleosi, oltre che, ovviamente, importanti quantitativi di frutta e verdura fresche e di stagione, senza trascurare un corretto apporto proteico sotto forma di alimenti di origine animale o vegetale. Non entro nel merito di considerazioni sui regimi alimentari vegetariani e vegani ma è sempre importante ricordare che gli alimenti di origine vegetale rappresentano una fonte di proteine al pari di quelli animali e che, come sempre, è la quantità assunta a fare la differenza.
Concludo l’appuntamento di questa settimana salutandovi caramente ed invitandovi al prossimo giovedì, in ‘compagnia’ dello zinco.
Cristinacavallero.nat@gmail.com

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