Attualità

Alla scoperta dei rimedi “antichi”, la Liquirizia

Il nostro appuntamento di oggi con la Naturopatia e i rimedi “antichi” è dedicato ad una pianta che è assolutamente nota a tutti, sto parlando della Liquirizia.
La Glycirrhiza Glabra è un arbusto perenne, con un lungo fusto dotato di fiori azzurro-violetti, tipico della flora del centro-sud e delle isole. La sua storia è molto antica, si ritiene infatti che i primi utilizzi a scopo meducinale risalgano addirittura all’antico Egitto; i Greci poi la chiamavano “glukurrhidza”, ossia “radice dolce”, in virtù del suo sapore gradevole e delle sue proprietà calmanti per lo stomaco.
La liquirizia infatti, grazie ai principi attivi contenuti nella radice e nel rizoma, ha la capacità di lenire i fastidi provocati dalle difficoltà digestive e fu così che, intorno al 1950 essa divenne il rimedio di elezione contro le ulcere gastriche. I soggetti a cui veniva somministrata però, pur presentando notevoli miglioramenti a livello dello stomaco, iniziarono a manifestare importanti aumenti della pressione arteriosa, fino a sviluppare vere e proprie forme di ipertensione. Gli studi successivi dimostrarono chiaramente come gli indubbi benefici digestivi si accompagnassero ad una natura ipertensiva dei principi attivi contenuti nella pianta, portando ad un abbandono medicinale del rimedio; la liquirizia divenne una semplice “caramella” da consumare con moderazione per rinfrescare l’alito.
Oggi però esiste in commercio una interessante soluzione, la cosiddetta liquirizia deglicirrizzata: si tratta di compresse preparate a partire della radice della pianta ma trattata per privarla dell’acido glicirrizico, la sostanza principale responsabile dell’aumento della pressione. In questo modo anche i soggetti ipertensi possono usufruire delle validissime proprietà digestive della liquirizia senza correre il rischio di influire negativamente sulla pressione arteriosa.
È sempre interessante notare come la Natura fornisca gli elementi di cura e nel contempo l’uomo li riesca a sfruttare nel migliore dei modi, attenuando le eventuali controindicazioni che ogni rimedio porta con sé: come diceva il frate erborista della tragedia di Shakespeare “in ogni pianta è contenuto il veleno ed il suo rimedio” sta alla pratica farmacologica isolare i due principi!
Io anche per oggi vi saluto caramente e vi dó l’appuntamento al prossimo giovedì, al naturale.
Cristinacavallero.nat@gmail.com

Lascia un commento