Cultura e Musica

Un Cammino come rilettura interiore

Francesco Tessarolo è un giovane, che, come molti, ha dovuto affrontare, in un anno per cui aveva investito numerosi progetti, la pandemia da COVID-19. L’ho conosciuto in una serata, a Pavia, dedicata a un altro evento, in cui egli ha presentato il suo primo libro, prodotto dall’esperienza di un Cammino. La lettera iniziale è maiuscola non a caso, poiché questa esperienza non è solamente a livello fisico, ma soprattutto a livello spirituale e, di conseguenza, le va data l’importanza dovuta. Non era nuovo a viaggi impegnativi e, soprattutto, che lo tenessero lontano da casa, per diversi mesi. In questo caso, però, egli era completamente solo, in un momento difficile e a piedi, quindi conscio di utilizzare molta energia, concedendosi, quando la esauriva, momenti di riposo.

Ognuno di noi, sia con bagaglio sia senza, è in viaggio e questi, ormai quasi due, anni ci stanno insegnando a goderci meglio quello che abbiamo attorno e a cogliere l’attimo.

Francesco, dopo i primi due mesi di isolamento, sentiva una voce da dentro che gli sussurrava di non potersi perdere l’occasione della propria vita: egli si è trovato davanti a un muro e dall’entusiasmo che aveva, nei suoi piani a breve termine, le forze psicologiche gli si sono azzerate. Egli, non abituato a fermarsi negli ostacoli, sapeva che per andare avanti occorreva una via d’uscita e l’unica prevedeva uno spostamento in solitudine. Il suo nuovo obiettivo era rileggersi dentro e riscoprire nuove motivazioni, per quando sarebbe stato possibile ricominciare una vita che, ancora oggi, “stabile” non è.

Sto leggendo il suo libro, affascinata da come egli coinvolge, anche con semplici espressioni, le sensazioni provate, lungo il viaggio. Un complimento glielo dedico per la determinazione che possiede a soli 27 anni e mi concedo di definirli “soli”, poiché la differenza dalle precedenti generazioni è notevole. Avere 27 anni, oggi, spesso, significa avere appena terminato o quasi la carriera universitaria, se la si è iniziata, e non avere ancora un lavoro, soprattutto se “fisso”. I politici che insultano i giovani dovrebbero prima farsi un esame di coscienza: in molti casi, è a causa di una pessima gestione del sistema che i ragazzi sono sempre più deconcentrati nei loro ideali.

Francesco ha visitato per la prima volta numerose città italiane, più o meno famose, tra cui la capitale, Roma. Prima, anche per la sua vocazione al volontariato più impegnativo, che ti vede protagonista in Paesi molto meno fortunati del nostro, non aveva ancora avuto l’interesse di raggiungere il Sud Italia, che potrebbe godere di un’economia, fondata solo sul turismo. Come già accennato, egli era abituato ad adattarsi, tuttavia non vi era l’oscurità di un virus indomabile. Sin dalla prima pagina di Vada come vada, è notevole quanto il desiderio di fuga dalla realtà opprimente era elevato. Il ragazzo non si era nemmeno più di tanto preoccupato dei sacrifici, forse, proprio perché quelli sarebbero stati un espediente, che lo avrebbe fatto concentrare su altro.

Essere giovani e fermati da un sistema politico e sanitario, che te lo obbliga, rischi di sviluppare disturbi psicologici, anche gravi, come è accaduto a molti esseri umani. Inoltre, alla sua età, hai l’istinto di combattere: metaforicamente parlando, disponi delle armi per conquistare il mondo e, forse, è in parte vero. Il libro è disponibile su Amazon e in alcune librerie di Pavia.

Il consiglio su cui ci siamo trovati d’accordo, nell’immediato, è quello di praticare il cosiddetto Slow Tourism e di apprezzare molti luoghi, addirittura negli angoli più vicino della Provincia di Pavia, poiché è possibile riscoprire aspetti che non avremmo mai immaginato. Non credo sia ancora il momento, a prescindere dalla vaccinazione, di esagerare con le folle, soprattutto se senza precauzioni: rallentiamo il passo e scopriamo, anche nel silenzio, quella musica che è in grado di farci scatenare.

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