Due Chiacchiere con l' Arte

La Teoria Degli Equilibri di Andrea Corcine

BIOGRAFIA DELL’AUTORE:
Sono nato a Napoli nel 1981 e dopo gli studi tecnici mi sono occupato di informatica e grafica digitale, ho tenuto corsi di formazione professionale sempre in ambito informatico. Attualmente lavoro in una azienda commerciale specializzata in elettronica di largo consumo. Questa esperienza, che dura ormai da oltre quindici anni, mi ha dato la possibilità di stare a contatto con il pubblico e di conoscere tante persone. Sono di origini napoletane ma la carriera professionale mi ha portato a sportarmi in un’altra regione. Sposato, una figlia di nove anni.

TRAMA:

Pietro è stato sempre una persona cinica e opportunista, scontrosa e irriverente. Pietro Santini è un uomo solo che non crede nell’amicizia, tantomeno nell’amore. Non ha amici, non ha parenti. Per una vita intera ha sognato di diventare vecchio per non avere responsabilità, per vivere felicemente solo, senza nessun obbligo. Per lui i vecchi sono come i bambini dai quali nessuno si aspetta nulla. Tuttavia qualcosa sta cambiando, da qualche anno non ha più voglia di lottare, di combattere per affermare la sua idea. La solitudine che ha costruito intorno a sé comincia ad essere un peso, un’oppressione. Dovrebbe essere finalmente arrivato al tanto ambito traguardo, ora è finalmente vecchio, ma qualcosa non torna. Da qualche tempo pensa al suicidio come unica via di uscita da una vita vuota e inutile. Quella condizione è il frutto della sua personale filosofia di vita. Negli anni ha elaborato una sua teoria, “La teoria degli equilibri”, un singolare punto di vista sullo scorrere inesorabile del tempo e sull’affannosa e superflua corsa del genere umano, alla ricerca della realizzazione personale ad ogni costo. Tutto questo non fa per lui, ha corso la metà degli altri ed è comunque arrivato al traguardo. Sempre pronto a giudicare chi nella vita non ha saputo dire di no e si trova intrappolato in una vita che non gli appartiene. Lui non è mai sceso a compromessi e ha detto pochi si. Tutto questo lo ha reso un uomo arido che spesso si comporta come un adolescente. La sua misera esistenza verrà stravolta da un incontro, un fugace incontro carnale con una corpulenta badante Rumena, che sarà il fulcro, il punto di rottura, di un consolidato equilibrio che sembrava ormai infrangibile. A distanza di otto anni da quell’incontro, in una sola settimana, sarà costretto a cambiare ogni abitudine, a sconvolgere la sua vita per amore. Imparerà con fatica ad amare, imparerà ad ascoltare gli altri e aprirsi al mondo. Tutto questo lo farà a modo suo, senza mai perdere il suo sguardo indifferente, il suo modo di essere ruvido quando serve. L’opera è un susseguirsi di eventi tragicomici, un alternarsi di flashback che descrivono la curiosa vita di Pietro Santini dalla nascita fino all’età adulta. Si ride, si piange, ci si affeziona ai protagonisti. In maniera apparentemente leggera si affrontano argomenti importanti come la solitudine degli anziani, la violenza sulle donne e l’omosessualità. Il tuttoanziani, la violenza sulle donne e l’omosessualità. Il tutto utilizzando sempre una chiave di lettura ironica e irriverente. Ci si può mai affezionare ad un vecchio bastardo con la parrucca? Pare di si. Alla fine del romanzo il lettore ripenserà agli equilibri della propria vita, a quanto avrebbero voluto essere, almeno una volta nella vita, come il vecchio Pietro Santini.

DOMANDE ALLO SCRITTORE:

1 dopo aver scritto questo libro come ti sei sentito?

Il termine più adatto è “incredibilmente soddisfatto” Creare un racconto, scegliendo le parole adatte ogni volta, è come lavorare la creta. Spesso mi sento un artigiano della parola, mi piace sporcarmi le mani impastando i termini amalgamandoli tra loro. Si tratta di una strana sensazione, un qualcosa che mi riporta alle origini. Ricordo quando da bambino correvo da mio padre e mostravo il mio piccolo capolavoro, un disegnino fatto con tanto amore, quella sensazione di puro orgoglio, senza filtri e preconcetti, che solo un bambino può provare. Dopo tanti anni, quando ho scritto la parola fine al mio romanzo, ho riprovato la stessa emozione. Ho creato dal nulla un qualcosa che io definirei vivo. I libri sono come creature con gambe e braccia, vivono e respirano come noi. Quando uno scrittore li mette al mondo essi cominciano a camminare, a percorrere la propria strada, nessuno saprà mai dove può arrivare un libro, io dico spesso che alcuni dei libri che ho letto non hanno gambe, hanno addirittura ali. Per quanto riguarda La Teoria Degli Equilibri, siamo ancora ai primi passi, si intravede già una lunga strada che spero mi porti ad un numero sempre crescente di lettori.

 

2 questo libro è autobiografico ?

Il libro non è autobiografico, tuttavia nel protagonista, Pietro Santini, ci sono frammenti di me. Pietro è un insieme di tanti personaggi che ho incontrato nella mia vita. Si tratta di un misogino, cinico e bastardo, come tanti. Malgrado tutto è un uomo con dei valori e con un suo modo di vedere la vita, una sua particolare filosofia, che ha una certa logica. Io non sono Pietro Santini ma Pietro è parte di me.

 

3 cosa ne pensi del cyber bullismo ?

Io ho conosciuto il bullismo, quello di una trentina di anni fa. Non c’era internet, nemmeno i social, eppure c’erano i bulli. Ci sono sempre stati, dall’alba dei tempi la prepotenza è sempre esistita. Non ne sono mai stato veramente vittima, tuttavia ho visto i danni che un bullo, uno spavaldo prepotente, può arrecare ad una persona più sensibile o semplicemente più vulnerabile. I tempi sono cambiati ma i bulli hanno la stessa faccia, sono dei deboli che sfogano le proprie frustrazioni sul malcapitato di turno. Ma cosa è veramente cambiato? Cosa ha reso i bulli più potenti. In parte è stata proprio la tecnologia, un prepotente per riuscire nel suo intento ha bisogno principalmente di consenso, un bullo senza un seguito, un codazzo di decerebrati che lo emulano, è niente. L’avvento dei social ha dato una grossa mano, è stato un feroce amplificatore. Oggi le gesta del bullo si filmano e si mandano in rete, questo espone la povera vittima al giudizio cattivo e impietoso di migliaia e migliaia di persone. Potenzialmente quel video potrebbe fare il giro del mondo, questo è sicuramente un elemento nuovo, un qualcosa con cui le future generazioni dovranno fare i conti.

 

4 come la vedi la scuola in questi tempi, sempre rispetto alle tue esperienze di vita raccontate nel libro.

Pietro Santini de La Teoria Degli Equilibri, non parla facilmente dei sui trascorsi scolastici, si limita soltanto ad affermare di essere stato un pessimo studente. Nel secondo libro, attualmente in fase di scrittura, c’è un lungo capitolo dedicato alla scuola, ci saranno numerosi flashback nel passato del protagonista. Quella di Pietro è una scuola molto diversa, di tanti anni fa. Ora la scuola è cambiata, non in meglio non in peggio. La scuola di oggi è semplicemente diversa, tutti i cambiamenti sono frutto dei tempi. Ogni epoca ha avuto un tipo di scuola. Tuttavia quello che è veramente cambiato nel sistema scolastico odierno è il rapporto, la gerarchia alunno-insegnante, il modo di rapportarsi nei confronti dei docenti. La scuola di mezzo secolo fa imponeva un rapporto di sudditanza, gli alunni dovevano avere anche soggezione nei confronti dei professori, questo poneva un muro insormontabile, una divisione netta dei ruoli. Oggi la situazione si sta fin troppo ribaltando, siamo passati da un eccesso all’altro. Ci vuole rispetto nei confronti di un insegnante a cui è stato assegnato un compito ingrato e difficilissimo. Purtroppo, avvicinando troppo l’alunno al suo docente, si è creato un equilibrio precario, molto difficile da mantenere. Negli ultimi tempi l’insegnante è sempre più pressato, è tra l’incudine e il martello. Ultimamente ha sempre meno voce in capitolo, a forza di giustificare alcuni atteggiamenti, a forza di dire: Tanto sono ragazzi… Il povero insegnante, specie se privo del carisma necessario, è costretto a subire ingiustamente. Nella scuola moderna ci sono maggiori stimoli, le lezioni sono meno noiose e si interagisce di più. Questo è l’altro lato della medaglia, una scuola più partecipativa rende gli alunni più liberi, meno sudditi. Non tutto è da buttare, si dovrebbe ripartire dalle cose positive, riformulare una scuola che dia spazio agli alunni permettendo ai docenti di mantenere il proprio ruolo.

Di Manuela Montemezzani

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