Politica

La resa dei “Conte”, misure a rischio di inefficacia

Il pensiero dello scrittore Fabrizio Uberto

In un paese normale le misure annunciate ieri dal Premier e adottate con decreto legge, potrebbero definirsi come ” equilibrate”. Ma purtroppo, considerato l’alto livello di ” sconsideratezza” dimostrato da una minoranza di connazionali, lo stesso provvedimento temo ( ma spero di no), potrebbe rivelarsi inefficace. A fronte di migliaia di morti e con una curva del virus che gli esperti definiscono come ” stabilizzata”, ma non assolutamente in calo, il presidente del consiglio, a mio parere, avrebbe dovuto seguire una linea ancor più rigoristica. Perché se è vero che dal 24 dicembre e nei giorni festivi e pre-festivi, l’intero Paese dovrà considerarsi come “zona rossa”, è altrettanto vero che in quelle stesse giornate sarà comunque consentito festeggiare il Natale e il Capodanno, ” purché, recita il decreto, ” ci si muova solo in due persone”. Dunque stando a questa previsione, chi può escludere che in una stessa abitazione si riversino a due a due diversi soggetti ( per non parlare di coloro che sfuggono ai controlli), raggiungendo il numero di dieci o più ospiti, tale da creare quella situazione ad alto rischio in ambiente chiuso, che, come sappiamo, favorisce maggiormente la circolazione del virus? Inoltre il decreto consente gli spostamenti nei giorni feriali, dunque potremmo riassistere a quei deprecabili assembramenti che hanno ” allietato” la nostra vista negli ultimi giorni. Dunque la mia impressione è che il Governo, per mancanza di determinazione ad andare sino in fondo, abbia creato le premesse per eventuali nuove sconsideratezze e imprudenze, le quali ( facendo il paio con i consistenti movimenti ferroviari di questi ultimi giorni), potrebbero provocare la famigerata ” terza ondata” a metà Gennaio. In altre parole si continua a non voler capire o a fingere di non voler capire la gravità della situazione, regalando il contentino di turno alle lamentele che provengono dalla parte più viziata e fragile della popolazione. Viviamo in un momento nevralgico, e sappiamo che per arrivare sereni alla fase della vaccinazione, sarebbe necessario registrare un forte calo dei contagi. E dunque? Sarebbe caduto il mondo se il governo avesse imposto un lock down totale ( magari con la sola eccezione di poter consentire a singoli cittadini di poter far visita, con tutte le precauzioni del caso, a un parente solo e bisognoso ), per una quindicina di giorni senza alcuna eccezione? Sono così psicologicamente deboli gli italiani ( e mi riferisco a quelli non marcatamente anziani), da non tollerare di contenersi per altre due settimane, per poi giovarsi della fine dell’emergenza e di una recuperata libertà di movimento a Febbraio? Sia chiaro, lo scrivente comprende benissimo le esigenze e le difficoltà di negozianti e imprenditori, per cui è sacrosanto che a fronte di queste restrizioni, vengano erogati e direttamente, nei rispettivi conti correnti, cospicui ristori corrispondenti al fatturato perso. Ma per il resto, torniamo al discorso di sempre: pur di non rinunciare ai propri sfizi mondani e consumistici, i soliti pochi potrebbero mettere nuovamente a rischio la salute e la vita di noi tutti, all’insegna di una totale mancanza di rispetto per le sofferenze, le tante morti e i traumi, che hanno funestato questo anno horribilis.

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