Dal Pensiero alla Penna

L’ANIMA FA RUMORE

La leggenda cherokee dei due lupi.

Un vecchio capo tribù dovette spiegare a suo nipote cos’è la vita.

Cominciò con il narrare della lotta continua che avviene nella mente e nel cuore di ogni individuo, il confronto continuo tra vero e falso, bene e male, come se a confrontarsi fossero due lupi: uno bianco e l’altro nero.

Il primo buono, gentile, inoffensivo, che vive in sintonia con l’ambiente che lo circonda ed in armonia con se stesso. Cerca di non arrecare nessun danno e protegge il suo nucleo familiare in modo leale e responsabile. Il lupo nero che coesiste con il bianco è infelice, invidioso, collerico e pauroso. Sempre pronto alla lite, si alimenta sulla base di valori negativi e mancanze.

La capacità di equilibrare i due poli opposti, impegnandosi a riconoscerne i rispettivi punti di forza, è alla base dell’armonia interna: la consapevolezza che il negativo possa avere anche aspetti con qualità necessarie in circostanze particolari diventa basilare per la ricerca  della stabilità. Quindi peculiarità proprie del lupo nero quali la temerarietà, l’astuzia, la strategia risultano armoniche ed il lupo bianco essendo un generoso sarà lieto del sodalizio creatosi. E così che si manifesta e regna la pace interiore, quando vige il rispetto e la vittoria viene spartita.

La vittoria è data dalla quiete e non dalla guerra che lacera l’animo.

Capita di credere, erroneamente, che la solitudine possa essere interpretata come segno di pace interiore e spesso non è la soluzione,  ma solo un punto di partenza dal quale l’essere umano non si muove , convinto che il silenzio fuori significhi armonia dentro.

La leggenda mostra la saggezza data dalla natura insita in ognuno di noi: colui che è incapace di azioni aggressive è anche completamente incapace di difendersi e di agire mostrando il muso all’occorrenza. Le qualità e le forza vanno misurate ed usate nella loro forma migliore, sfruttando le potenzialità al meglio perché se il lupo bianco continua a vivere è grazie, anche, al lupo nero che gli permette di farlo.

E così il nero ed il bianco affiancati non offuscano e confondono lo sguardo, ma anzi lo rapiscono ed insieme diventano un’unica potenza ed acquistano nuova energia: la loro maggior forza è data proprio dall’unione dei due emisferi così diversi e così uguali nelle loro differenze.

La parabola parla delle scelte, della ricerca sull’essere veri, originali, sperando che i ritratti di noi stessi siano in qualche modo autenticati da chi osserva. Subentra così la consapevolezza che il mosaico di sentimenti che contrappone gli uni agli altri, incompleto nella sua incompletezza, è assoluto protagonista delle nostre vite e delle nostre storie.

Esso compie giri inspiegabili che portano lì, esattamente lì dove era scritto che si dovesse arrivare.

 

 

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