E così ci siamo…il Festival della Canzone Italiana è arrivato alla settantunesimo edizione, questo strano settantunesimo, appena iniziato e che lo scivente sta guardando in Televione, partecipando quindi a ciò che si sta svolgendo e quest’anno, assistere allo spettacolo in televisione, è un ruolo particolare, perchè a noi telespettatori spetta il ruolo di pubblico effettivo, il pubblico che manca in sala, in quella sala che, comunque, è stata allestita con una scenografia fantasmagorica, bellissima, splendida, dalle straordinarie luci cangianti, dagli effetti quasi psichedelici, con l’orchestra schierata e prontissima, come se il Teatro Ariston fosse affollato, come se la platea fosse al completo, come nelle edizioni precedenti. Quanto si è detto che il Festival di Sanremo rappresenta varie sfaccettature della Società italiana del secondo Dopoguerra, quanto sia modellato sul cambiamento del costume, come segni un modo di sentire di ormai tre generazioni e come sia evoluto nel suo apparire, dal “cafè-chantant” dei primi anni 1950, alle atmosfere minimaliste tra la fine degli anni 1960, e l’inizio dei ’70, al tempo delle crisi successivi agli anni del “boom”, al graduale ritorno in grande stile, alle scenografie imponenti e fantasiose firmate da architetti di fama, sempre trampolino di lancio o ambito punto di arrivo per i cantanti e per le canzoni, il lato veramente importante! Il Festival di Sanremo ne ha visto tante, sempre al centro di polemiche, spesso feroci, di detrazioni impietose, di avversioni implacabili, ma è andato affermandosi costantemente e chi lo avversa non si rende conto che Sanremo è una delle manifestazioni artistiche più longeve e prestigiose al mondo! Non solo, pare che sia, nel suo genere di rassegna della canzone, uno degli spettacoli più imitati al mondo! Ed Il Festival, immancabilmente, come ci ha accompagnato nel corso di tanti avvenimenti , è con noi anche nelle angustie del Covid, e continua a vivere, della propria immagine, del proprio svolgimento, pur senza pubblico, con un protocollo sanitario di 75 pagine, con un aggeggio incredibile per offrire i fiori, i bellissimi fiori di Sanremo, alle gentili ospiti…Ma si va avanti e “the show must go on”, nonostante tutto, nonostante le polemiche che , quest’anno, si sono accese ancora prima. E ci vuole del fegato, pre presentare un Festival così, con verve immutata, con gli applausi finti, contando davvero sullo sguardo invisibile e remoto del pubblico della Televisione e ciò vale per Amadeus e vale per Fiorello, l’insopportabile più bravo e più brillante dello spettacolo italiano, il gigione dalle doti infinite cui, specie nella edizione in corso del Festival, non si potrebbe davvero rinunciare, e noi, al di quà delle schermo televisivo che separa noi dal palco, sappiamo che c’è lui, con lo stesso entusiasmo, con la stessa voglia di protagonismo, di voler apparire, ma di voler farci partecipi, di coinvolgerci, di annullare lo schermo che ci divide…Grazie, viene da dire!
Lo speciale TG1 di domenica 28 febbraio scorso ha dedicato un servizio straordinario alla storia del Festival, accompagnato da un commentatore di eccezione, Vincenzo Mollica (Formigine,1953), che ha rievocato le tappe del Festival e da uno degli indiscussi protagonisti della Spettacolo italiano, Renzo Arbore (Foggia, 1937); sono stati messi in rilievo aspetti salienti della ormai lunga storia del Festival ed episodi inediti; come la “canzone umoristica” di cui ha parlato Arbore, le serate in casa del grande Luchino Visconti, dove erano ospiti per seguire il Festival personaggi indimenticabili come Anna Magnani, attrice immensa e Lello Bersani, giornalista cinematografico e conduttore tra i migliori, con qualche ruolo di attore, a lui toccò annunciare la morte di Luigi Tenco nel 1967,
I migliori auguri, a questa strana edizione, di resistenza e di resiliienza, ci siamo tutti…