Attualità

Quarant’ anni dall’attentato al cristianesimo

13 maggio 1981

Un giorno e quelli seguenti che nessuno si dimenticherà: sia coloro che hanno vissuto quella tragedia mancata sia quelli che la scopriranno negli anni seguenti e comprenderanno la grandezza del pontefice, Giovanni Paolo II, eletto nel 1978. Egli perdonò quello che avrebbe voluto diventare il suo assassino, Alì Agca.

Mentre percorreva il suo tradizionale giro con la papamobile, in mezzo ai fedeli di piazza San Pietro, nella capitale, un folle, non esiste un altro termine, gli sparò e, con espressioni di sofferenza, il Papa iniziò a perdere i sensi, accasciandosi sul sedile dell’auto. Il rumore festoso e, dopo lo sparo, spaventato, non aiutò nel comprendere cosa stesse accadendo.

La ripresa del Pontefice fu breve, ma esser scampato a quello definito un attentato, può considerarlo un miracolo. L’esperta équipe dell’ospedale Gemelli di Roma ha estratto il proiettile, che, oggi, è osservabile in una teca, nel santuario della Madonna di Fatima, in Portogallo. Il luogo non è stato scelto a caso: infatti, il 13 maggio ricorre l’anniversario dell’apparizione di Maria ai tre Pastorelli. Il Papa pregò la Madonna, affidandole il suo recupero e, fino all’ aprile 2005, egli ha svolto nel migliore dei modi il suo ruolo, facendosi amare da tutti, compresi coloro che non erano molto convinti nella fede cristiana.

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