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La gentilezza: un beneficio per sé stessi e per gli altri

L’individuo nasce con sentimenti che comprenderà durante la propria esistenza quando è contento quando è dubbioso quando e infuriato le reazioni sono motivate dal comportamento di altri esseri a lui simili o dai contesti in cui egli si trova.

Se ognuno di noi fosse su un’isola deserta, non percepirebbe la necessità di relazionarsi, quindi provare e gestire emozioni. Se siamo da soli, possiamo incantarci di uno spettacolo della natura, ma esso non può ricambiare il nostro stato di estasi. La gentilezza ha significato solamente se siamo a contatto con l’Altro.

La filosofia non ha ancora completato una definizione di questo concetto, poiché è molto più ampio di quanto si possa immaginare.

Una persona, se ben educata e gentile, non può avere un’indole vendicativa, perché quell’atteggiamento di ribellione le è innaturale e le provocherebbe un disagio. Facciamoci caso quando compiamo un gesto altruista, senza aspettarci qualcosa in cambio, se non un sorriso: la nostra anima si sente più completa ed è come se stesse ricevendo una carezza.

Siamo spesso nervosi, crucciati da problemi che se riletti, possono essere ridimensionati.

Si parlava di gentilezza anche nell’Ottocento, quando popoli in guerra, di fazioni differenti, aiutavano il “nemico”, nel momento più difficile. Lev Tolstoj, prima di dedicarsi al capolavoro Guerra e Pace, si trovava in Crimea, una regione russa, nella quale, durante il conflitto, gli ebbe modo di studiare i rapporti anche tra popolazioni nemiche. Gli atteggiamenti di gentilezza li citò nel suo libro, intitolato I racconti di Sebastopoli. Secondo Lev Tolstoj, la gentilezza è una qualità nobile, che l’autore attribuisce a una, la madre, principessa Marja Volkonskaja.

Quando si ha un problema, essere ascoltati e ricever un consiglio è un elevato atto altruista, poiché se si vive in un’atmosfera gentile, sentendosi amati a partire dalla famiglia originaria, siamo in pace con noi stessi e con gli altri, anzi se incontriamo qualcuno in difficoltà, ci viene più spontaneo aiutarlo. Le persone ignorate, invece, possono cadere in un profondo stato depressivo.

Nel 1883, egli iniziò a produrre una specie di calendario, in cui inserì un pensiero saggio, al giorno, dei più celebri filosofi. Esso venne pubblicato due anni dopo la sua morte, con una prima versione, in lingua russa, non aspettandosi un interesse universale: alcuni Paesi dovranno aspettare un secolo, per avere l’opera tradotta nella loro lingua originaria. Un’ altra conferma di quanto sia benefico questo atteggiamento è comparsa come risultato di un’indagine, svolta dal National Institute on Aging, situato a Baltimora: “praticare gentilezza”, quasi fosse un’attività sportiva, riduce fino al 40% il rischio di malattie nervose, come l’ictus.

Gentilezza, salute e autostima vanno, quindi, “a braccetto” e impegniamoci a mantenerle in un’ottima condizione.

 

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