Attualità

Nelle piccole società sportive i tecnici sono davvero un rebus.

Giustamente si dice che il futuro è nelle mani dei giovani , anche nello sport, ed è giusto che sia così dal momento che il tempo passa per tutti e che non si può dicerto allenare fino ad ottant’anni. Quindi largo ai giovani, ma come in tutte le cose del mondo bisogna andare con i piedi di piombo per fare le scelte giuste. Inesperienza a parte i giovani allenatori si dividono in due categorie : quelli che hanno studiato troppo e che che si sono ritrovati in quel ruolo dopo anni da giocatori. Ai primi , anche se a livello teorico sono forti, nella pratica hanno poca dimestichezza nel rapportarsi e a volte poca personalità, che hanno visto lo sport solo suoi libri. Al contrario i secondi, dopo gli anni passati in campo hanno una buonissima pratica, un ottima gestione del campo, di far gruppo ma, purtroppo mancano di tutta la parte teorica e di tattiche, tutti inesperti ma attratti dal rimborso spese che ogni società fornisce. Ma esiste, in realtà una terza categoria, quella dove i giovani  pieni di volontà e stimolo e volontà nel diventare allenatori , che credono in quello che fanno e non guardano il borsellino. Giovani che riescono a stare e condividere con i ragazzi adattandosi alle loro esigenze e riuscendo ad essere allenatori e fratelli maggiori  nello stesso tempo. Credo che siano quest’ultimi a dover gestire lo sport se si vuole avere delle soddisfazioni. Merito va dato a quelle società sportive che sanno fare scelte giuste senza fretta e con cognizione.

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