Cronaca

Busto Arsizio, assurda follia nel carcere: detenuto aggredisce poliziotto penitenziario

Il sindacato Sappe: "Basta, tolleranza zero"

“Giornata di assurda follia nel carcere di BUSTO ARSIZIO, con agenti di Polizia Penitenziaria feriti da un detenuto. Basta! È ora della tolleranza zero!”. Dura presa di posizione da parte di Alfonso Greco, segretario regionale per la Lombardia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, dopo il grave episodio avvenuto oggi nella Casa circondariale: “E’ di questa mattina la notizia di una aggressione avvenuta nel carcere di Busto Arsizio. Un detenuto di origine straniera ha aggredito senza alcun motivo un agente scelto della polizia penitenziaria, sferrandogli un pugno al volto. Il collega è dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso del nosocomio cittadino ove trovarsi ancora in attesa di prognosi per una frattura scomposta al volto. Il personale di Polizia Penitenziaria è sempre più stanco delle continue aggressioni e violenze subite e auspica in un celere intervento da parte dell’Amministrazione a livello nazionale”.
“Non ci sono più parole per descrivere le gravi condizioni di disagio lavorativo in cui versa la Polizia Penitenziaria”, denuncia Greco. “Le quotidiane grida d’allarme del SAPPE continuano a rimanere incredibilmente inascoltate dai preposti vertici istituzionali: solo proclami e belle parole, ma, di concreto, il nulla. Queste sono violenze annunciate, commesse in una struttura in cui manca personale, strumenti di difesa individuale come il taser ed un regime di sicurezza proporzionato alla tipologia di detenuti di alta pericolosità. È scandaloso che nel 2023 vi siano ancora persone indegne che usano la violenza per cercare di sovvertire il sistema istituzionale all’interno dei penitenziari mirato alla risocializzazione del detenuto, ma in rispetto delle regole. Fortunatamente in carcere ci sono anche persone che si dissociano da questi atteggiamenti violenti e cercano nello studio e nel rispetto reciproco la loro ragione di vita”. 
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, esprime al poliziotto ferito a Busto Arsizio “la solidarietà e la vicinanza del SAPPE” ed evidenzia come le intolleranze dei detenuti ed il grave episodio da loro provocato è “sintomatico del fatto che le tensioni e le criticità nel sistema dell’esecuzione della pena in Italia sono costanti. E la situazione è diventata allarmante per la Polizia Penitenziaria, che paga pesantemente in termini di stress e operatività questi gravi e continui episodi critici. Servono risposte ferme da parte del DAP, anche destinando carceri dismesse come l’Asinara e Pianosa per contenere quei ristretti che si rendono protagonisti di gravi eventi critici durante la detenzione. Quel che è accaduto nella Casa circondariale di Busto testimonia una volta di più l’ingovernabilità delle carceri regionali e la strafottenza e l’arroganza di una parte di popolazione detenuta violenza, che anche in carcere continua a delinquere, ad alterare l’ordine e la sicurezza, evidentemente certa dell’impunità!”.
Capece mette sotto accusa la gestione delle carceri da parte dell’attuale Capo del DAP Giovanni Russo: “La sua gestione è fallimentare: non fa praticamente nulla, vive isolato dai “suoi” uomini e non sappiamo neppure che faccia abbia, essendo evidentemente allergico al confronto con i Sindacati. Non ci incontra e non fa nulla, quando invece dovrebbe intervenire con urgenza sulla gestione dei detenuti stranieri, dei malati psichiatrici, della riorganizzazione istituti, della riforma della media sicurezza”.

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