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Residenze sabaude: l’eleganza nella storia d’Italia

Giornate che offrono temperature accoglienti, anche se l’autunno si è insediato e offre già i suoi colori e, lato meno euforico, il buio cala già verso le 20:30. È il momento più efficiente, in cui il corpo deve ritrovare un equilibrio interiore, con il rientro a scuola, al lavoro e altri impegni. Cosa si può suggerire se non escursioni mattutine e pomeridiane all’aria aperta? Anche intervallate da visite a musei? Torino, una delle ex-capitali, è anche una delle più sfarzose città, che il nostro Paese può e le autorità competenti hanno il compito di far valorizzare questo patrimonio.

In città, nel centro, caotico quanto spazioso, e nelle colline sparse, numerose sono le residenze, da castelli a palazzine di caccia, che i Savoia hanno commissionato e reso musei da visitare, sia come singoli, gruppi e, soprattutto, scolaresche, con l’auspicio di incontrare le giornate in cui, a fornirvi un percorso guidato, siano “le guide teatralizzate”, poiché sembra di immergersi nell’atmosfera dell’Ottocento, con anche l’aggiunta di qualche aneddoto, scherzosi: esisteva anche all’epoca il gossip!

Il sistema delle Residenze Sabaude ha origine nel 1563, quando il duca di Savoia, Emanuele Filiberto, fa di Torino la capitale del ducato, avviando un progetto di riorganizzazione complessiva del territorio, con l’obiettivo di celebrare il potere assoluto della casa regnante. I suoi successori, tra il XVII e il XVIII secolo, realizzano il programma con l’organizzazione della “Zona di Comando” nel centro della città e la creazione di un sistema di maisons de plaisance, la “Corona di Delizie”,

Le residenze principali sono: Castello del Valentino, Villa della Regina, il Castello di Moncalieri, il Castello di Rivoli, il Castello di Venaria Reale, la Palazzina di Caccia di Stupinigi, il Castello di Agliè, il Borgo Castello de La Mandria, il Castello di Racconigi, Castello e Agenzia di Pollenzo , il Castello di Govone.

Il complesso delle “Residenze Sabaude” è stato iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’UNESCO nel 1997.

Dopo la storia, un consiglio di sostare in qualche café, soprattutto in quelli d’epoca: il prezzo lievita un poco, però sono sfizi che offrono un valore in più alle numerose bellezze, naturali e artigianali!

 

 

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